“Tutte le intuizioni, in quanto sensibili, riposano sull´affettività; i concetti, invece, su funzioni” (Immanuel Kant, “Critica della ragion pura”)

L’ambito è psicologico, il livello è quello delle emozioni, dei sentimenti, degli stati d’animo, la matrice prende spunto dall’ambiente e le emozioni che ci circondano  per poi tramutarsi in risposte cariche di passioni positive e negative. Troppo difficile capire l’argomentazione? Non è detto, perché se uno ci riflette la vita stessa dipende dalla sfera dell’affettività.
La radice della parola riporta alla mente l’affetto, un aspetto fondamentale delle persone che consiste nelle reazioni stesse dell’individuo nei riguardi di ciò che gli ruota intorno, sia inteso come rapporti interpersonali che con il contesto societario in cui si vive.
Il percorso dell’affettività è continuo dalla nascita sino alla maturità. Emozioni, umori e sentimenti come soggetti alla base di un circuito dove non solo la mente, ma soprattutto il cuore delle persone comanda la situazione.
Le emozioni si configurano come stadi affettivi molto intensi e di rapida durata; con l’umore si indica il temperamento di una persona che può variare a seconda delle circostanze designando quindi lo stato affettivo temporaneo; infine, con i sentimenti facciamo riferimento alla materia prima dell’affetto, una condizione psico-fisica che si dimostra più lungimirante delle emozioni ed esprime l’affettività con cui la persona vive la sua vita in se stessa e nel rapporto con gli altri, senza escludere poi i suoi processi psicologici.
Affettività è una terminologia che spiega fedelmente l’atteggiamento dell’uomo nel suo contesto, gli affetti che vengono manifestati comprendono diversi tipi di atteggiamento, dalla tenerezza alla gratitudine, dall’attaccamento alla bontà e così via.
Tutto comincia con i primi mesi di vita, dove la parola affettività cara all’ambito psicologico, viene esplicitata dal bambino nei confronti della madre. Un figura di protezione insostituibile, la figura di riferimento per i primi passi nel mondo. La madre rappresenta pienamente la prima relazione del bambino che lo imposterà e accompagnerà nella costruzione futura di altre relazioni interpersonali al di fuori della sfera familiare. Motivo per cui laddove questo rapporto possa venire a mancare, o essere in qualche misura alterato, nel bambino vengono a crearsi dei disturbi e delle carenze nell’ambito emozionale che possono attaccare nocivamente il suo sviluppo psicofisico.
Fra gli effetti negativi provocati da una mancanza di affettività iniziale si può riconoscere subito, come già accennato, un progressivo rallentamento delle funzioni psicofisiche, gravi alterazioni nell’ambito affettivo e difficoltà nell’allacciare rapporti con le altre persone. Si viene quindi a creare una chiusura fisico-mentale nei riguardi degli altri soggetti.
La fiducia nel prossimo pone le sue basi in questo ambito, dove il ruolo materno gioca la sua carta fondamentale  nella fase dell’imprinting. In un secondo momento entra nella partita un’altra pedina insostituibile, quella del padre per poi accompagnare il bambino nell’approccio relazionale con la società.
In questo modo il piccolo può acquisire vari tipi di fiducia in tutte le sfaccettature: dalla fiducia in se stesso e la propria capacità di agire nel mondo a quella nell’altro, sino ad arrivare alla fiducia nel mondo stesso e nella vita, uno spiraglio aperto alla potenzialità di soluzioni possibili da trovare volta per volta.
La sfera dell’affettività è una tappa fondamentale nel percorso dell’individuo, in quanto lo prepara ad affrontare meglio le difficoltà e gli ostacoli, ponendosi come requisito indispensabile per lo sviluppo caratteriale inerente soprattutto all’autostima e all’approccio nei riguardi della sessualità.
Ecco dunque che dalla sfera sessuale l’affettività si fa strada nel campo dell’innamoramento, dove il bisogno di completezza sta alla base del tragitto. L’emozione entra nel pieno delle sue facoltà catapultando in scena in maniera forte o graduale, ma in ogni caso in modalità del tutto spontanea.
I sintomi che ne scaturiscono sono di origine fisiologica quanto psicologica. Nel primo caso abbracciamo situazioni in cui un accelerato battito cardiaco e della respirazione, sudorazione e vertigine si presentano come protagonisti, mentre nel secondo scomparsa di ansie e tensioni, entusiasmi e il famoso “chiodo fisso alla mente” del soggetto del desiderio vestono pienamente i panni di un totale coinvolgimento della psiche.
L’affettività, dunque, abbraccia in todo le fasi principali della nostra vita. E’ un gradino fondamentale post nascita, ma è un terreno più volte calpestato durante l’adolescenza e la fase della maturità. Ma non è solo in ambito familiare che ne vediamo il debutto e nemmeno solo in un contesto extra-familiare dove le pedine si configurano come amici o ipotetiche dolci metà. Già, perché l’ambito dell’affettività ha un ruolo preponderante anche nella sfera professionale, dove la considerazione delle ragioni affettive all’interno delle professioni  relazionali si presenta ancora pressoché scarsa.
Un esempio per esplicitare meglio una problematica che dovrebbe essere inevitabilmente smussata è il rapporto medico-paziente.
In questo caso il contesto dell’affettività viene in qualche modo tamponato dal fattore che ha visto la pratica medica occidentale confrontarsi con un sistema clinico traboccato “nell’oggettualizzazione” del corpo. Così facendo durante un intervento il chirurgo può incidere il corpo della persona senza sentirsi, in qualche misura, coinvolto emotivamente.
Chiaro  che da un lato un simile trattamento si dimostra indispensabile per il buon esito dell’operazione, dall’altro vige la necessità di ammorbidire il “face a face” tra medico e paziente dal momento che il loro rapporto non si esaurisce solo nella fase chirurgica.
Il paziente, infatti, deve riuscire ad instaurare una relazione di fiducia col suo medico, qualsiasi professione sanitaria esso ricopra, rapporto indispensabile per permettere al “malato” di porgere la propria salute nelle mani di un professionista.
Da tutto ciò si deduce, quindi, che un sano sviluppo della personalità dipende in maniera proporzionale da un altrettanto sviluppo della sfera cognitiva e affettiva e dalle relazioni esterne che l’individuo intraprende.
Affettività quindi come sinonimo di crescita e maturazione psico-fisica nel contesto sociale.