Tutto ciò che ci circonda è Ambiente; il nostro ambiente.
Il progresso che mai sembra fermarsi ci fa pensare di poter influenzare ogni singolo elemento che compone il disegno che abbiamo davanti agli occhi. La terra, il mare, le nuvole, il cielo, sono tutto quello che chiamiamo ambiente; una risorsa che spesso viene bistrattata anziché goduta. Per molto tempo con il termine “ambiente” si è indicato il risultato di una serie di processi essenzialmente naturali, considerati all’origine di tutto ciò che è intorno a noi.
Non a caso il termine deriva dal latino “ambire” (circondare, stare intorno) facendo apparire quindi implicito un certo senso di centralità dell´uomo, visto non come parte integrante della biosfera, ma quale componente esterna, capace di plasmare, gestire l´ambiente creato appositamente per la sua crescita materiale e spirituale, grazie alle doti intellettive di cui è dotato. Tale visione antropocentrica (presente nel mondo greco-romano e avvalorata per secoli dal pensiero cristiano-occidentale, ndr.), può rivelarsi pericolosa nella nostra società in cui i bisogni connessi alla crescita demografica e l´utilizzo di tecnologie dal forte impatto possono alterare profondamente l´ambiente.
Gli effetti provocati da una gestione inadeguata delle risorse naturali e dei territori, soprattutto nell’ultimo secolo, hanno fornito l’input per una “rivoluzione copernicana” relativa al concetto di ambiente.
L’ambiente infatti è dato dalla profonda e continua interazione tra componenti naturali ed antropiche: in ogni territorio si sovrappongono visibilmente le trasformazioni determinatesi nei “tempi brevi” della storia e le modificazioni verificatesi nei “tempi lunghi” della natura fino a formare un “unicum” organico ed inscindibile.
Attualmente è impossibile e per giunta anacronistico parlare di “ambiente” senza considerare la presenza umana perché ogni area del pianeta ne risente direttamente o indirettamente. Natura e cultura costituiscono, quindi, un insieme integrato e retroagente: ogni azione dell´uno determina un “feedback” (una risposta) dell´altro in base alla quale si determineranno nuove scelte e nuovi comportamenti. Ad esempio, il feedback della componente “natura” alla combustione di idrocarburi operata dall’uomo, è costituito da un aumento della temperatura, che come effetto comporterà desertificazione, alterazione delle fasce climatiche, erosione del suolo, etc.
Nel caso specifico, questo “feedback” è una reazione ad una forte pressione tesa ad alterare gli equilibri naturali.
La tutela dell’ambiente è essenziale per la qualità di vita delle generazioni presenti e future.
Non a caso alcune delle priorità dell’Unione Europea sono lottare contro i cambiamenti climatici, salvaguardare la biodiversità, ridurre l´impatto dell´inquinamento sulla salute e ottimizzare l’uso delle risorse naturali.
Norme ambientali rigorose stimolano l’innovazione e creano opportunità imprenditoriali, onde evitare che tutela dell´ambiente e mantenimento del benessere economico siano in contraddizione. La nuova visione di ambiente, proposta con forza dall´attuale comunità scientifica, costituisce la linea guida per le agenzie di protezione ambientale a tutti i livelli che, al contrario di molte associazioni ambientaliste, non propongono una sorta di ritorno alla natura ma tendono ad una gestione integrata nel territorio in cui esigenze economiche, benessere, progresso e tutela ambientale costituiscano realtà compatibili. In questo modo l´ambiente diventa campo di indagine e di azione non solo per le discipline scientifiche, ma anche per quelle umanistiche. La complessità insita nel nuovo concetto di ambiente rende indispensabile la compresenza di diverse competenze e modalità di lettura. per realizzare un sistema in cui natura e cultura possano interagire attraverso “feedback” positivi, in vista di nuovi e proficui equilibri.
Esistono pertanto (tra i diversi enti preposti), la Rete Nazionale delle Autorità Ambientali delle Autorità della Programmazione dei Fondi Strutturali, e l’ENEA, acronimo di European Network of Environmental Authorities for Structural and Cohesion Funds.
La prima, istituita nel corso della programmazione 1994-1999 (con le attività confermate nella programmazione 2000-2006) costituisce una sede di coordinamento, di riflessione, di formazione, di confronto, di messa in comune delle esperienze e di elaborazione di proposte, di criteri e di metodologie attinenti agli aspetti ambientali delle azioni dei Fondi Strutturali Comunitari.
La seconda, l’ENEA, è la Rete Europea delle Autorità Ambientali per i Fondi Strutturali e di Coesione, coordinata dalla Commissione Europea – DG Ambiente. La Rete Europea delle Autorità Ambientali nasce nel settembre 2004, a seguito dei seminari su ambiente e Fondi Strutturali di Santander (marzo 2003), Bruxelles (dicembre 2003) e Szentendre (maggio 2004), anche grazie ad un forte impegno delle autorità ambientali spagnola, inglese e italiana.
La “Rete” nasce per contribuire all´integrazione delle politiche ambientali e di sviluppo sostenibile all´interno dei programmi di politica regionale dei paesi membri e dei paesi candidati.
Oltre ai compiti di analisi e approfondimento delle problematiche tecniche e metodologiche della programmazione e attuazione delle politiche ambientali nazionali e regionali, la “Rete” ha il compito di effettuare una riflessione sulla promozione della sostenibilità ambientale nell´impostazione del futuro ciclo di programmazione, di promuovere l’internalizzazione dei meccanismi di integrazione ambientale nelle modalità ordinarie di azione delle amministrazioni regionali come garanzia di continuità dei risultati conseguiti con il contributo dei Fondi Strutturali. Riunisce inoltre i rappresentanti delle autorità ambientali nazionale e regionali, i rappresentanti delle autorità di gestione degli interventi nazionali e regionali, i rappresentanti delle amministrazioni nazionali capofila di ciascun fondo, i rappresentanti delle amministrazioni centrali titolari di linee di intervento incluse nell´ambito dei programmi operativi regionali, i rappresentanti dei servizi della Commissione europea. Dal 2004 fanno parte della Rete anche l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT), le Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione Ambientale (ARPA e APPA) e l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT).
(Rif. http://www.reteambientale.it/rete_eu.asp).
I compiti dell’ENEA sono invece consentire alla DG-Env (Direttorato generale per l’Ambiente, ndr.) di aggiornare le Autorità Ambientali sull´evoluzione del Quadro Comunitario, dei nuovi regolamenti, dell´andamento dei programmi; consentire alle Autorità Ambientali di informare la Commissione su progressi e criticità emerse a livello nazionale e regionale; mettere in comune fra Autorità Ambientali le buone pratiche, limitare i problemi e condividere le criticità; difendere il ruolo delle Autorità Ambientali.
Fanno parte della Rete Europea esperti delle Autorità Ambientali nazionali dei Paesi membri, di organizzazioni e progetti internazionali, di organizzazioni non governative che si occupano di ambiente e Fondi Strutturali. L’NEA si riunisce, di norma, due volte l´anno.
(Rif. http://ec.europa.eu/environment/youth/index_it.html)