Le case di riposo -definite anche residenze socio-sanitarie assistenziali– sono strutture rivolte all’accoglienza di persone anziane totalmente o parzialmente autosufficienti. All’interno di tali complessi gli anziani vengono ricoverati ed assistiti non solo da un punto di vista prettamente sanitario, ma si presta attenzione anche e soprattutto alla sfera sociale, mediante attività rivolte a garantire una buona qualità di vita di chi vi alloggia.

CENNI STORICI

La nascita delle case di riposo è un fenomeno relativamente recente, sviluppatosi una volta che ha iniziato a farsi sentire in maniera decisa all’interno della società l’esigenza di strutture che fornissero ricovero e assistenza a persone anziane.
Nell’antichità questo problema non si poneva, dato che la vita media era molto breve e la vecchiaia rappresentava un avvenimento raro.
Solo nella prima metà del XVII secolo, la preoccupazione per gli emarginati comincia ad assumere una rilevanza sociale e iniziano a sorgere i primi ospizi, ma la lunghezza media della vita è ancora piuttosto breve e nei ricoveri trovano sistemazione principalmente poveri e mendicanti, più che persone vecchie.
È a partire dal 1700 e soprattutto poi nell’‘800, che il miglioramento delle condizioni igieniche ed alimentari favorisce un rilevante allungamento della vita e un conseguente accrescimento demografico; ma il problema dell’assistenza agli anziani non si presenta ancora come un vero e proprio bisogno collettivo, date le caratteristiche stesse della società.
In un’organizzazione di tipo agricolo  in cui la donna prevalentemente si occupa dei figli e della casa, l’anziano -anche nel caso non sia più autosufficiente- viene comunque assistito nell’ambito della propria famiglia. Solamente nel caso in cui la persona non abbia più nessuno che possa prendersene cura, si ricorre  all’ospizio, soluzione peraltro vissuta spesso con un sentimento di disagio e vergogna.
Le prime case di riposo in Italia sono sorte ad opera di enti religiosi che, data la caratterizzazione volta all’aiuto del prossimo, si sono poste per prime il problema dell’assistenza dei bisognosi. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento inizia quindi ad emergere con forza la questione sociale e nascono le cosiddette Opere Pie, organizzazioni a carattere religioso e privatistico, che forniscono assistenza a vecchi ed indigenti. Una statistica indica che le Opere Pie nel 1896 erano ben 23mila.
Nel corso del Novecento eventi come urbanizzazione, sviluppo tecnologico e industrializzazione apportano profondi cambiamenti nella società, tali per cui viene meno il concetto di famiglia patriarcale e la vecchiaia assume sempre più i connotati di un vero e proprio problema sociale.
In tempi più recenti, considerando anche il rilevante invecchiamento della popolazione, la domanda di alloggi destinati ad accogliere persone anziane impossibilitate a continuare a vivere nella propria abitazione continua a crescere. Contemporaneamente, l’aumento a livello collettivo del senso civico e di valori quali l’assistenza, il volontariato e più in generale la tensione verso un miglioramento della qualità della vita, portano ad una nuova concezione della casa di riposo. Dall’ospizio del passato ad una struttura residenziale per anziani, concepita ed organizzata proprio sulla base della valenza sociale del concetto di assistenza.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

All’interno della struttura di una casa di riposo si trovano ad operare diverse figure professionali, ognuna delle quali deve essere in possesso del titolo di studio richiesto dal profilo lavorativo rivestito. La varietà di professionalità presenti dipende dalla grandezza e dall’organizzazione interna alla casa di riposo.
Operatore Socio Assistenziale o Socio Sanitario, che all’interno della struttura fornisce assistenza alle persone anziane in tutte le attività quotidiane e di igiene personale, deve essere fornito dell’attestato di qualifica professionale OSA o OSS, rilasciato dopo aver frequentato un apposito corso a qualifica che sia accreditato o comunque riconosciuto dalla propria regione.
L’Infermiere Professionale possiede invece il diploma universitario abilitante (Laurea in Infermieristica) ed è iscritto all’albo professionale.
Il Fisioterapista necessita del diploma universitario di fisioterapista, che abilita direttamente all’esercizio della professione, ottenuto frequentando il corso di Laurea in Fisioterapia.
La figura dello Psicologo è ricoperta da coloro che dopo la Laurea in Psicologia ed il tirocinio hanno sostenuto l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione e sono iscritti all’albo.
Altra professione, spesso esercitata sotto forma di collaborazione esterna, è quella dell’Assistente Sociale, dotato di Laurea in Scienze del Servizio Sociale ed iscrizione all’albo previo superamento dell’esame di Stato.
Il ruolo del Coordinatore di Nucleo in strutture residenziali per anziani -coordinamento e organizzazione interna alla struttura e gestione dei rapporti con l’esterno- è ricoperto da soggetti che abbiano seguito un apposito corso professionalizzante e qualificante, aperto a personale che già operi nel settore (infermieri, personale OSA e OSS).
La formazione dell’Educatore Professionale, colui che cura gli aspetti della socializzazione tra gli anziani tramite strategie educativo-riabilitative, può prevedere un diploma di laurea in professioni della riabilitazione (all’interno delle classi di Laurea delle Professioni Sanitarie); un corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (Facoltà di Scienze della Formazione); un corso di diploma universitario di Educatore Professionale; un corso di laurea per Educatori Professionali presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Altre due figure professionali, presenti con più frequenza all’interno di case di riposo di cospicue dimensioni, sono il Logopedista ed il Podologo, alle quali si accede frequentando un corso di Laurea in Logopedia o in Podologia (all’interno delle Facoltà di Medicina e Chirurgia) abilitante alla professione sanitaria di logopedista o podologo.
Il personale che opera all’interno delle strutture residenziali per anziani, oltre ai propri percorsi formativi specifici, molto spesso è tenuto a seguire corsi di formazione e di aggiornamento -interni o esterni- organizzati dalle singole strutture per far sì che tali figure professionali si mantengano aggiornate e motivate.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

Tra i vari continenti l’Europa risulta quello più vecchio essendo popolato per circa il 15,5% da ultrasessantacinquenni e l’Italia è la nazione più vecchia con il 18% di anziani contro il 14,4% di giovani sotto i quindici anni. Considerando che l’invecchiamento demografico è aumentato negli ultimi anni e continua tuttora a crescere ad un ritmo vertiginoso (si prevede che in Italia l’indice di dipendenza degli anziani1, che nel 2000 era pari al 28,9%, nel 2050 toccherà il 69%),  è evidente anche un conseguente incremento del numero delle case di riposo.
A partire dagli anni Quaranta ad ora, la presenza in Italia di strutture residenziali per anziani è aumentata di circa sei volte. Il ritmo di incremento più forte si è registrato soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, infatti poco più della metà dei presìdi presenti attualmente sono nati proprio in questi venti anni.
Oggi risultano presenti in Italia circa 3.300 case di riposo per anziani, dotate complessivamente di circa 166mila posti letto (per una media di circa cinquanta posti per unità) e distribuite in maniera non uniforme sul territorio: il 64% delle strutture sono collocate al Nord (soprattutto nel Nord-Est), mentre sia il Centro che il Mezzogiorno ne ospitano circa il 17 per cento. L’Emilia-Romagna, che vanta un elevato sviluppo dei servizi socio-assistenziali, appare la regione più fornita di strutture, essendo anche la seconda in Italia come numero di popolazione anziana presente. Sempre al Nord spicca anche il Piemonte, sia come presenza di case di riposo che per numero di posti letto, mentre il Veneto, pur ospitando una quantità minore di ricoveri, vanta un elevato numero di posti letto. Nell’Italia centrale la maggior parte degli alloggi per anziani è situata nelle Marche contro la più bassa presenza in Toscana e le strutture fornite di un più alto numero di posti letto si trovano nel Lazio, mentre quelle più piccole in Umbria e in Abruzzo. Le case di riposo presenti nel Mezzogiorno si concentrano essenzialmente in Puglia (anche come dimensioni) e Sicilia. Al contrario la Basilicata accoglie un numero di presidi piuttosto basso; spicca invece la Campania che, pur essendo la regione più giovane d’Italia, vanta strutture con un elevato numero di posti letto.
Dal punto di vista della fruizione, in Italia gli anziani ospiti nelle case di riposo ammontano a circa 140mila; un dato che, se confrontato con il numero dei posti letto anzidetto (circa 166mila), dimostra un elevato grado di utilizzo di queste strutture.
Gli alloggi per anziani che ospitano un numero maggiore di persone si trovano in Piemonte ed in Veneto, a differenza del Molise, Basilicata e Calabria dove la densità degli ospiti risulta molto bassa.
In Italia una larghissima parte delle case di riposo è gestita da imprese private o da enti religiosi, seguiti da Comuni/Associazioni/Comunità Montane, lasciando un numero molto basso ai casi di gestione da parte di Province e Regioni. Al livello nazionale, gli anziani ospiti nelle strutture residenziali si trovano per la maggior parte in presidi di tipo pubblico (soprattutto al Nord-Est e al Centro), i ricoveri gestiti invece da enti non profit sono preferiti soprattutto al Sud e nelle Isole e gli alloggi per anziani amministrati da organismi profit accolgono più clienti nel Nord-Ovest dell’Italia.
Valutando il grado di impatto dell’attività delle case di riposo sulla popolazione anziana, ricorrendo al rapporto tra il numero delle persone ospitate in tali ricoveri e la popolazione ultrasessantacinquenne, si evince che in media in Italia circa 6 anziani su mille ricorrono a queste strutture. Su scala territoriale, il tasso di diffusione risulta più elevato al Nord-Est (con circa 13 persone su mille), al quale seguono con valori più bassi il Centro ed il Nord-Est (rispettivamente 7 e 6 su mille) e, infine, il Mezzogiorno con appena 2,5 anziani ricoverati su mille ultrasessantacinquenni.

TRATTATO DESCRITTIVO

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento della struttura demografica a livello mondiale e si stima che il numero degli anziani crescerà da 600 milioni a più di due miliardi nei prossimi quaranta anni, arrivando a superare il numero dei giovani presenti nel mondo. Il fatto che la lunghezza media della vita continui ad aumentare (la speranza di vita alla nascita è passata da 67,2 anni per i maschi e 72,3 per le femmine nel 1961 a, rispettivamente, 79,4 e 84,9 nel 2010) a fronte di una diminuzione delle nascite, ha portato una serie di conseguenze di riorganizzazione dei modelli sociali. Unitamente all’incremento del numero delle case di riposo, in tempi recenti si è verificato anche un mutamento di consapevolezza e attenzione verso i temi sociali (come la dignità della vecchiaia), che ha modificato il concetto di alloggio per anziani.
Oggi la casa di riposo è concepita non solo con l’obiettivo di sostenere la salute fisica degli ospiti, ma anche di stimolarne le capacità relazionali ed il benessere psichico per assicurare loro una buona qualità della vita.
Gli alloggi che accolgono anziani non più in grado di rimanere nel proprio domicilio tendono sempre più ad umanizzare la relazione di cura investendo su personale qualificato che presti attenzione ai bisogni fisici, psichici e sociali degli ospiti.
Le case di riposo si strutturano come alberghi con stanze che contengono uno o due letti, generalmente con un bagno ogni due persone ed alloggiano anziani totalmente o parzialmente autosufficienti. All’interno della struttura viene offerto il servizio di ristorazione e lavanderia, aiuto nella cura dell’igiene personale, assistenza medica ed infermieristica di base; si cerca inoltre di valorizzare le abilità degli anziani tramite attività ricreative e culturali.
Le strutture vengono autorizzate dalla Regione o dal Comune, previo il possesso di determinati requisiti, e devono avere un regolamento interno che ne spieghi le attività e l’organizzazione.
Tra le prestazioni basilari offerte dalle case di riposo vi è il servizio di cura medica di base, che quotidianamente provvede a visitare e controllare gli ospiti e ad intervenire in caso di emergenze; il servizio di assistenza di base, svolto da operatori assistenziali che si occupano di aiutare gli ospiti nello svolgimento delle attività quotidiane (igiene personale, mangiare, camminare, necessità fisiologiche); il servizio di assistenza infermieristica, solitamente 24 ore su 24, prestato da Infermieri Professionali che si occupano dell’applicazione delle prescrizioni mediche e delle attività finalizzate al recupero delle capacità residue degli anziani. Altra tipologia di servizio fornito è quello inerente le attività ricreative, organizzate da personale qualificato per favorire le relazioni sociali, come ricamo, canto, ballo, disegno, bricolage, ecc.
Inoltre, in molte strutture vengono coinvolti gli anziani nell’organizzazione di feste di compleanno o di Natale, Capodanno, Carnevale; all’interno di alcune case di riposo vengono addirittura organizzate gite ed escursioni, sempre con l’obiettivo di offrire una qualità della vita tanto più alta possibile.
Altre tipologie di prestazioni sono quelle fornite dai vari specialisti, nell’ottica di un tipo di assistenza qualificata e personalizzata: il servizio di fisioterapia, per il mantenimento ed il recupero delle attività motorie residue; l’assistenza psicologica, che mira ad assicurare il benessere psichico dell’anziano; il servizio di assistente sociale per fornire un aiuto nell’esplicamento delle pratiche inerenti il ricovero e le condizioni sociali dei pazienti; il logopedista o il podologo, nel caso in cui ci sia bisogno di una terapia specializzata.
Ancora, ci sono strutture -soprattutto quelle gestite da enti religiosi, ma non solo- che forniscono anche assistenza religiosa da parte di un parroco e la possibilità di prendere parte alla celebrazione della S. Messa. Alcune case di riposo in più collaborano con associazioni di volontariato, ospitando persone che vogliono vivere esperienze umane a contatto con gli anziani ospiti dei ricoveri. La varietà di servizi offerti dalla struttura residenziale dipende dalla grandezza e dall’organizzazione interna alla stessa; nel caso in cui ci sia bisogno di una prestazione specifica, è suggeribile informarsi preventivamente.
I costi delle case di riposo sono fissati dalla struttura stessa e variano a seconda che questa sia gestita da enti profit, non profit, o pubblici e secondo la situazione economica del cittadino, tenendo presente che in alcuni casi le spese possono essere a carico dei servizi sociali del Comune. Si consiglia di rivolgersi ai servizi sociali del proprio Comune di residenza per avere maggiori informazioni in merito.