La comicoterapia (o geloterapia, dal greco gelos, riso, quindi “cura del riso”) studia ed applica i poteri benefici della risata come sostegno, o alternativa, alla cura di diverse patologie, soprattutto in campo pediatrico e psichiatrico.
CENNI STORICI
Le virtù benefiche di una sana risata sono ben presenti all´uomo fin dai tempi della sua comparsa sul pianeta, e sono riscontrabili tracce di questa convinzione nella sapienza popolare di tutti i tempi e paesi (si pensi ai proverbi nostrani: “Il riso fa buon sangue”, “Gente allegra, Dio l´aiuta” etc.).
La cultura giudaico-cristiana (quella ufficiale, non quella popolare ovviamente) ponendo l´accento sugli aspetti illusori e dolenti dell´esistenza terrena ha però tendenzialmente oscurato il riso e il comico, visti come espressione di frivolezza o di inquietante assurdità.
 L´austerità, amplificata dai dettami dei Padri della Chiesa, impose nel Medioevo un grave sospetto sul comico in genere, come viene enfatizzato nel celebre romanzo di Umberto Eco, “Il nome della rosa” (in verità anche con qualche eccesso ideologico, il Medioevo è stato anche il periodo dei goliardici “Carmina Burana” e, in parte, di Ruzante e di Boccaccio).
Fonte di questo secolare pregiudizio è probabilmente la visione di Aristotele, punto di riferimento assoluto per la filosofia cristiana medievale, così riassunta dal già citato Eco: ”il comico è qualcosa di sbagliato che si verifica quando in una sequenza di avvenimenti si introduce un evento che altera l´ordine abituale dei fatti” .
Addirittura, a seguito della Controriforma, durissima svolta reazionaria dopo il terremoto della Riforma luterana, i comici vennero considerati “demoniaci” e cacciati dall´Italia, trovando rifugio in Francia e nel resto d´Europa (si possono ritrovare molti secoli dopo tracce di questa concezione perfino nel grande poeta maledetto Baudelaire, che nei suoi ultimi appunti afferma: “Il riso è satanico: è dunque profondamente umano”). Quello che potremmo definire un esodo artistico forzato ha fatto sì, come illustrato spesso da Dario Fo, che si possano ritrovare in Molière o in Shakespeare battute, giochi di parole o luoghi comuni della Commedia dell´Arte italiana.
Per soddisfare una comune curiosità, aggiungiamo che in questo periodo nasce l´antica superstizione teatrale, e non solo, legata al colore viola: la porpora era ed è, infatti, il colore degli alti prelati ecclesiastici, e quindi sinonimo di cattiva fortuna per i commedianti.
Un pioniere della comicoterapia può essere considerato il beato Angelo Paoli, sacerdote italiano del ´600 che usava, durante le sue opere di carità, travestirsi da buffone per consolare i malati.
Un grande dottore, a lui contemporaneo, Thomas Sydenham, tra i padri della medicina moderna, stabiliva uno dei fondamenti teorici della più simpatica tra le terapie: “l´arrivo di un buon clown esercita, sulla salute di una città, un´influenza benefica superiore a quella di venti asini carichi di medicinali”. Tralasciando le considerazioni freudiane sui motti di spirito, o il complesso saggio di Pirandello su “L´umorismo”, il Novecento vede la nascita dei primi studi approfonditi sugli effetti benefici della comicità.
L´occasione per iniziare degli studi sistematici fu l´eclatante guarigione di Norman Cousins, che ebbe una profonda eco negli ambienti scientifici. Cousins era infatti un noto giornalista (pare anche spia durante la guerra fredda) che di ritorno da una viaggio in Russia nel 1964 scoprì d´essere affetto da  spondite anchilosante, una grave forma di artrite che colpisce i tessuti connettivi, facendo praticamente “scollare” le ossa. La diagnosi della medicina convenzionale non lasciava spiraglio alcuno: la malattia lo avrebbe  irreversibilmente condotto alla paralisi e al decesso.
Documentandosi sulla omeostasi e seguendo una sua profonda intuizione (cioè che la patologia derivasse da un “conflitto biologico” creato dal troppo stress), Cousins rifiutò le cure ufficiali, si sottopose a massicce dosi di vitamina C e alla continua visione quotidiana di film comici. Seguendo con costanza questi semplici trattamenti, nel giro di un anno, guarì completamente.
 Il suo caso impose alla comunità scientifica di studiare l´impatto delle emozioni, positive o negative, sul nostro sistema immunitario, ottenendo risultati soprendenti, come in un recente studio canadese, che ha dimostrato come il riso stimoli l´incremento di immunoglobina A (che  invece diminuisce nei momenti di stress) e,  quindi, di fatto, prevenga le infezioni.
La comicoterapia è legata indissolubilmente al nome di Patch Adams, dottore anticonformista e coraggioso, divenuto popolarissimo grazie alla riuscita interpretazione di Robin Williams nell´omonimo film, nel quale si racconta, con molte licenze romanzesche, la storia della sua vita.
Egli intuì le potenzialità terapeutiche del riso e del buon umore partendo dal suo doloroso percorso personale. Ricoverato in una clinica psichiatrica, a seguito di una fortissima depressione, si accorse di come il gioco e l´umorismo, non solo fossero d´aiuto agli altri pazienti per liberarsi dalle loro paranoie, ma inoltre riuscissero a rimpiazzare in sé stesso le tendenze suicide con emozioni positive, come la gioia e la solidarietà.
Iscrittosi alla Facoltà di Medicina, dove incontrò diffidenza e ironia per le sue teorie, cominciò a studiare sistematicamente gli effetti del buon umore su un campione di pazienti ospedalieri. E´ durante queste ricerche che Adams inventò quella che possiamo chiamare la clownterapia, iniziando a visitare i suoi pazienti vestito come un pagliaccio da circo, inducendoli a scoppi di risate con gag, battute e palloncini colorati.
Incoraggiato dai confortanti risultati ottenuti, nel 1983 Adams riuscì finalmente a coronare il suo sogno, realizzando nelle montagne della West Virginia l´ormai famosa casa di salute Gensundheit Institute, in cui stabilirà come regola e priorità non il focalizzarsi sulla malattia, ma il prendersi cura del malato come persona (rovesciando così gli aridi dettami con cui si era scontrato all´Università).
Sull´onda dei successi di Adams, negli anni ´80, soprattutto a New York, si moltiplicarono le inziative analoghe, come la “The Clown Care Unit” (unità di clownterapia) fondata nel 1986  da un clown professionista, Michael Christensen, assieme a Paul Binder. Negli anni l´unità  si è sviluppata fino al punto di avere decine di dottori al suo interno che praticano la clownterapia in numerosi ospedali nell´intero stato di New York.
Dopo alcune esperienze in Francia e Svizzera, la comicoterapia arriva in Italia verso al fine degli anni 90, e in breve tempo si diffonde a tal punto che al momento attuale già nel 2003 si potevano contare 35 associazioni nella Federazione VIP (ViviamoInPositivo) Italia ONLUS. Se nei primi anni queste tecniche erano rivolte soprattutto ai bambini, recentemente le attività comicoterapeutiche si sono allargate anche ad esperienze di volontariato nelle carceri o nella cura di adulti mielolesi  (cioè persone che, magari a seguito di un incidente, hanno ricevuto un danno permanente del midollo spinale con gravi conseguenze a livello motorio e/o neurologico).
Un grande fautore e pratico della comicoterapia è Jacopo Fo, figlio del Premio Nobel per la Letteratura Dario, che, col suo stile consapevolmente demenziale e provocatorio, si è fatto promotore di un appello al Ministero della Sanità per introdurre la comicoterapia come cura permanente nelle strutture sanitarie italiane, richiedendo addirittura l´istituzione di un ticket per acquistare a prezzo scontato in farmacia, invece che le medicine, libri umoristici o dvd di commedie, e la possibilità di accedere gratuitamente attraverso la Mutua agli spettacoli teatrali dei comici.
LE SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO
In costante aumento i corsi universitari nelle Facoltà di Psicologia delle università italiane, come a Firenze o a Roma, dove la Terza Università di Roma ha proposto master di formazione. Non possiamo non citare, infine, la Libera Università di Alcatraz, fondata da Jacopo Fo, a Santa Cristina, tra Gubbio e Perugia, sorta di comunità che propone la realizzazione pratica di una vita fondata sull´ecologia e sull´uso consapevole del buon umore come terapia.
PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE
In ogni regione d´Italia si possono trovare centri di Clownterapia, una disciplina sempre più apprezzata nel nostro paese (dagli anni ´90 in poi soprattutto), dove il Dr. Patch Adams viene spesso invitato a tenere conferenze in Atenei.
TRATTATO DESCRITTIVO
A livello teorico, la comicoterapia si fonda sul dimostrato incremento delle endorfine generato da uno scoppio di risa, e, più in generale, sull´influenza delle emozioni sul sistema immunitario, scoperte e studiate dalla PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia, una disciplina che ha aperto scenari rivoluzionari nella ricerca scientifica).
A livello immediatamente fisico, la risata è sempre accompagnata dal senso di rilassamento e di distensione liberatoria che tutti conosciamo. Tecnicamente ciò che avviene è che, durante lo scoppio spontaneo di una risata, aumenta nelle ghiandole surrenali la produzione delle beta-endorfine (responsabili del nostro umore) e  la liberazione del cortisolo, l´ormai famoso ormone anti-stress.
Altri effetti fisici registrabili sono l´utilizzo del diaframma durante la respirazione,  quando si mettono in azione fasce muscolari che solitamente non vengono coinvolte, creando una sorta di spontaneo “effetto ginnastica”.
Questo comprova come il buon umore influenzi positivamente il sistema immunitario, che viene ovviamente invece indebolito dallo stress e dalla depressione.
Come afferma il premio Nobel Susumo Tonegawa: “chi è musone, triste, depresso, non riesce a tener lontane le malattie”.
Come abbiamo già illustrato, questa terapia è divenuta famosa a livello globale dopo il film “Patch Adams” con Robin Williams, che ha reso il nome del dottore-clown celebre in tutto il mondo come sinonimo di comicoterapia. E´ proprio lo stesso Adams a riassumere esemplarmente il concetto base della cura: “una risata può avere lo stesso effetto di un antidolorifico: entrambi agiscono sul sistema nervoso anestetizzandolo e convincendo il paziente che il dolore non ci sia”. Ma sarebbe riduttivo e fuorviante circoscrivere la comicoterapia al fatto che un dottore indossi una parrucca e un naso rosso e faccia due capriole di fronte ai degenti. Adams ha sempre sottolineato come la mera risata non sia sufficiente a definire la terapia, ma sia solo l´espressione finale ed esteriore del lento costruirsi di un rapporto umano profondo e sincero tra il paziente e il dottore, la nascita di una vera e propria amicizia. Il cambio di attitudine suggerito da Adams nasce da una semplice e disarmante considerazione: “ogni individuo può essere una persona che sta per  morire”. Automaticamente, questo sguardo diverso ci aiuterà a relazionarci con cortesia ed affetto, diffondendo attorno a noi quelle che nel gergo New Age vengono comunemente definite “vibrazioni positive”.
Non possiamo dare precisi ragguagli tecnici su una terapia che, come già accennato, si fonda più su l´empatia che si crea tra il paziente e il dottore che su veri e propri trattamenti medici.
Possiamo descrivere una seduta standard come una sorta di spettacolo clownesco in cui i dottori, solitamente in coppia, usano tutta la gamma di variazioni comiche possibili (dalle gag classiche all´improvvisazione, dalle barzellette a canzoni scherzose) per distrarre i malati da pensieri desolanti e negativi, sostituendoli con l´emozione gioiosa del riso. Insomma, la cornice avvilente dell´ospedale diventa un teatro giocoso, un luogo di buonumore e compagnia, in cui l´iniezione benefica della risata collettiva spazza via il grigiore e la tristezza della degenza.