La sanità italiana accoglie al suo interno moltissimi enti, riguardo ai quali non è sempre facile orientarsi in merito a competenze e suggerimenti; talvolta si sovrappongono nelle loro mansioni. Il Ministero della Salute sancisce le direttive basilari di come è organizzata strutturalmente la sanità in Italia:

In base al “principio di sussidiarietà” costituzionale, il servizio sanitario è articolato secondo diversi livelli di responsabilità e di governo:
  • livello centrale – lo Stato ha la responsabilità di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i Livelli essenziali di assistenza.
  • livello regionale – le Regioni hanno la responsabilità diretta della realizzazione del governo e della spesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute del Paese. Le Regioni hanno competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione di servizi e di attività destinate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere (anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei principi generali fissati dalle leggi dello Stato).
Naturalmente esiste una molteplicità di enti a raccordo dei rapporti stato-regioni o che si occupano di aspetti specifici, qualcuno dice troppe, altri dicono che purché il ruolo di ogni ente sia attivo, propositivo e autorevole ciò concorre a migliorare la sanità pubblica.
In questi mesi sta suscitando non pochi problemi il fatto che i distretti amministrativi dello Stato, quali sono le Regioni, devono presentare un cosiddetto piano del debito affinché possano essere erogati i fondi FAS (che non sono altro che fondi adibiti a progetti di sviluppo). Le polemiche derivano da una constatazione: le regioni devono fare ricorso a fondi destinati allo sviluppo per estinguere i debiti, e ciò si accompagna ad un piano di rientro che toglie forza e linfa ad una sanità che avrebbe bisogno anche di investimenti. Lazio, Campania, Calabria, Sicilia sono alcune delle regioni che presentano i bilanci peggiori. Gli sprechi non mancano, in quanto a fronte del megafono mediatico offerto da alcuni casi di cronaca, invece di procedere alla ristrutturazione e al miglioramento di ciò che è esistente, si parte da un concetto speculativo: costruire una nuova struttura, muovere soldi, capitali e di contro ridurre posti letto, magari là dove non è opportuno, fermo restando che il potenziamento delle cure domiciliari è un elemento di ricchezza dell´offerta sanitaria. La domanda che i cittadini più consapevoli si pongono è: ridurre la spesa significa cancellare i non pochi sprechi o abbassare la qualità e quantità dei servizi? Il dubbio legittimo è che si mantengano i primi e si taglino i secondi. Questo è un problema centrale per gli enti che devono garantire un servizio, corrette informazioni e adeguata vigilanza: la sanità non è solo una voce di bilancio. Questa constatazione è centrale quando si parla di ENTI. L´autorevolezza delle organizzazioni è messa in crisi da una logica che vede il nodo della sanità come un qualcosa da risolvere su una base economica, prospettando l´idea che se una sistema sanitario risparmia e fa un buon piano di rientro del debito, questo è un buon sistema. I casi di malasanità sono presenti su tutto il territorio nazionale, con una prevalenza nel Mezzogiorno, ma una visione senza mezze misure, che vede tutto o nero o bianco a seconda dell´area geografica, non aiuta ad avere un´idea chiara della situazione ed a programmare adeguati interventi, infatti nel Mezzogiorno non mancano strutture di qualità, e perfino in quegli ospedali che sono stati sotto ispezione per decessi colposi, non mancano reparti d´eccellenza.
Data la grande mole di enti è necessario rimarcare che ne esistono alcuni importanti e poco conosciuti come l´USMAF (Uffici Sanità Marittima Aerea e di Frontiera) e il SASN (Servizi Assistenza Sanitaria Naviganti), che svolgono un ruolo più importante di quello che sembra, dato che in Italia sono moltissime le persone che lavorano in mare, nei settori ad esso correlati, e inoltre il mare per una penisola è una variabile ambientale fondamentale.
Esistono poi istituti importanti, come per esempio l´INMP (Istituto nazionale per la promozione della Salute delle Popolazioni Migranti), l´ISPES (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro), quest´ultimo svolge un ruolo prioritario, in quanto è deputato a fornire direttive in merito a molte questioni di salute del lavoro, operando studi specifici di settore, dal call center al lavoro in fabbrica. Tale organizzazione fa ricerche che poi vengono acquisite da chi ha potere di legiferare in materia, e dato che l´argomento è di grande necessità, investe molte aree. Non di rado le direttive vengono illustrate ai lavoratori, o comunque le aziende e il settore pubblico si devono occupare dell´applicazione di queste norme. Ci sono anche diverse iniziative per far conoscere ai lavoratori quali sono le caratteristiche per considerare sano il proprio ambiente di lavoro e soprattutto, cosa importante, qual è la postura giusta da tenere davanti a un pc piuttosto che i corretti movimenti da eseguire in un lavoro manuale, ecc. La prevenzione è importante e i vari enti sono tenuti a svolgere attività specifiche in merito, attraverso corsi, test e altro.
Ovviamente l´Istituto Superiore della Sanità svolge ricerche di alto profilo su malattie, terapie, sostanze chimiche, virus.
Un ente che svolge un altro ruolo, più che mai attuale vista la progressiva delega alle regioni in materia assistenziale, è l´Age.na.s (Agenzia Sanitaria per i Servizi Sanitari Regionali), che si occupa del problema qualità-costo dei servizi, di fare studi specifici di settore affinché il rientro del debito non incida sulla qualità assistenziale, dell´organizzazione ed efficienza dei servizi sanitari offerti ai cittadini, del monitoraggio dei tempi di attesa per cure ed esami. Se ne parla poco, eppure ha competenze in merito non indifferenti. C´è da chiedersi come mai le proposte concrete non si risolvano in azioni concrete. Gli enti chiaramente non svolgono un ruolo legislativo, ma la legislazione non può non tenere in forte conto le proposte di organizzazioni che hanno l´autorevolezza per farlo. E´ la grande area grigia della sanità, perché data la mole del debito, è evidente che questo stesso non si sia dovuto in sola spesa per i servizi al cittadino, altrimenti avremmo una qualità maggiore, fermo restando che l´Italia sotto questo aspetto gode di una sostanziale buona fama, ma ampiamente al di sotto a diversi paesi UE. Inoltre il trend sembra in peggioramento, anche se si può e si deve recuperare e migliorare.
È doveroso menzionare poi la Croce Rossa. L´Associazione Italiana della Croce Rossa, ente di diritto pubblico non economico con peculiarità di carattere internazionale, ha per scopo l´assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Dimostrazione di come l´assistenza sanitaria passi con disinvoltura da logiche regionali a quelle di interesse globale e di come ogni Stato sia tenuto a dare il proprio contributo in merito. L´ AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha il compito di vigilare sull´integrità del farmaci immessi sul mercato dall´industria, tema attuale, dato anche le forti problematiche che derivano dal commercio globale.
La miriade di enti, associazioni, onlus, è un patrimonio notevole e fornisce quella rete di assistenza, ricerca e dialettica, fondamentale in uno stato moderno. Si può senz´altro affermare che per qualità e quantità l´Italia è uno dei primi paesi al mondo in merito a enti di ambito sanitario, e anche la cosiddetta ricerca, tallone d´Achille del Belpaese, vede un capitolo di spesa insufficiente ma non indifferente in ambito sanitario. Il grande problema sta nella coordinazione, nel dare spazio, voce in capitolo a tutte queste organizzazioni. Spesso a fronte di una ragnatela fitta di competenze, stanno decisioni in base a principi e valutazioni sommarie di esclusiva base politica, senza nulla togliere al valore ed all´imprescindibilità di quest´ultima.
L´Istituto Superiore della Sanità è in rapporto con l´OMS (l´Organizzazione Mondiale della Sanità) che fornisce direttive precise in base a emergenze o esigenze internazionali e dà un quadro della situazione sanitaria globale, divisa in macroaree.