Per “farmaci di distribuzione” si intende tutto quel corpus di aspetti logistici e distributivi che sono pertinenti al farmaco, e all’opportunità di questo stesso di essere distribuito in un determinato modo, a seconda della tipologia e della possibilità o meno di poterlo somministrare conformemente a determinati criteri pertinenti alle scienze farmacologiche. Oggi si fa una grande differenziazione tra farmaci generici, farmaci che possono essere distribuiti senza prescrizione medica, farmaci a temperatura controllata o farmaci erogati con rigorosa prescrizione medica, rispettando osservanze che cambiano a seconda della specificità chimica dei composti. La distribuzione del farmaco è invece un aspetto pertinente unicamente alla farmacologia e riguarda gli effetti e le somministrazioni delle medicine nel corpo umano.

CENNI STORICI

La distribuzione dei farmaci ha conosciuto nel corso del tempo molte variazioni concernenti proprio l’evoluzione della medicina. Le farmacie sono passate lungo i secoli da un’impostazione simile ad un laboratorio alchimistico o a quello di un erborista, a quella delle farmacie moderne, dei presidi, di un’organizzazione capillare che permette ai farmaci stessi di poter essere diffusi secondo logiche moderne, ma sempre dietro opportune concessioni. Inoltre si è trasformato il concetto di farmacia. Il ruolo del farmacista prima si fondeva con quello del medico, almeno fino al 700, quando il paziente vi si rivolgeva, e la farmacia era sempre e comunque un luogo di preparazione del farmaco. Una differenza netta in tal senso avviene nella seconda metà dell’800, e solo gradualmente, fino ad assumere ai giorni nostri la definizione di “esercizio commerciale” o “negozio” in altri casi, anche se giustamente è riduttiva questa definizione. Bisogna anche aggiungere che però le scienze farmacologiche sono molto attive nel testare, studiare ed esaminare i rimedi terapici.

La distribuzione del farmaco però è anche una storia a sé, in quanto ha subìto varie trasformazioni in relazione ad altre scoperte, alla miglioria dei traffici e delle vie di comunicazione, infatti nel corso dei secoli determinati preparati potevano essere realizzati solo con erbe o frutti presenti in certe zone o nazioni. La scoperta del “Celeste Impero”, e quella altrettanto significativa delle Americhe, ha portato significativi progressi nella preparazione dei composti, in quanto si sono diffusi nuovi preparati, e inoltre è cambiata la cultura alimentare, si pensi a spezie, prodotti biologici e a una grandissima varietà di erbe medicinali che hanno influito moltissimo sulla cultura farmacologica, sulla distribuzione del farmaco, e anche sulla sua preparazione, compresa la metodologia.

Oggi i rapporti internazionali fra le industrie farmaceutiche hanno modernizzato una cultura antica, che è la preistoria del farmaco, in quanto la parola d’ordine è il control and testing, allo scopo appunto di verificare l’affidabilità di farmaci, composti, materiali, fino a protesi e valvole cardiache. Si cerca di omogeneizzare alcune regole, allo scopo di garantire alcuni standard condivisi, seppur nel rispetto di specificità e tradizioni mediche molto differenti, anche se tutte valide.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO 

L’accesso alla specializzazione in farmacologia è riservata ai laureati in Medicina e Chirurgia, oppure bisogna perseguire la laurea in Farmacia. Vi sono corsi specifici presso le università di Milano, L´Aquila, Brescia, Pavia, Chieti, Udine, Torino, Firenze, Pisa, Napoli, Messina, Roma (La Sapienza, Tor vergata, Cattolica), Modena, Padova, Catanzaro, Cagliari, Catania, Bologna.
Ognuna di queste offre un percorso di ricerca specifico in un ramo della farmacologia, e altri se ne aggiungono in relazione anche ai mutamenti del costume ed alle nuove esigenze. Vi sono poi corsi di aggiornamento ECM e dei master al fine di fornire una formazione continua agli studenti ed ai farmacisti. E’ appunto in questo segmento della formazione che ci sono tutte le opportunità per diventare specialisti delle dinamiche di sviluppo e commercializzazione del farmaco, nonché di tutte quelle relative all´impatto sulla popolazione. Per le opportunità formative in questo senso è bene rivolgersi al Ministero della Salute e alle associazioni di categoria, che propongono non troppo frequentemente dei percorsi specifici.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

Federfarma è l’associazione che rappresenta i farmacisti sparsi sul territorio nazionale, e raggruppa oltre 16.000 farmacie diffuse nel Belpaese. Federfarma comprende il Sunifar (Sindacato Unitario dei Farmacisti Rurali), che riunisce invece le farmacie di piccoli centri, spesso appeninici o montani, le quali hanno delle particolari esigenze che vanno tenute in considerazione, all´interno di una dinamica capillare che coinvolge esigenze ambientali differenti, a cominciare da quelle climatiche o relative alla biodiversità.
Federfarma rappresenta le farmacie ed i farmacisti in tutte le occasioni di confronto, dibattito e analisi delle varie problematiche pertinenti, stipulando convenzioni e accordi.
Una funzione molto importante è la trasmissione al Ministero della Sanità di tutti i dati delle ricette Ssn raccolti dalle farmacie. Grazie a questi dati le autorità sanitarie possono conoscere in tempo reale l´andamento dei consumi dei farmaci e adottare velocemente gli interventi necessari sia sotto il profilo sanitario che economico.
Federfarma in sostanza si occupa del reperimento di tutti quei dati che costituiscono parte integrante di un’adeguata conoscenza delle esigenze sanitarie. I flussi commerciali permettono di monitorare le esigenze, la domanda di farmaci, e quindi consentono di determinare soprattutto due cose: lo stato di salute dei cittadini e soprattutto le abitudini, buone o cattive, che questi hanno in relazione all’uso o abuso dei farmaci. Infatti vi è uno stato di bisogno reale, ma anche un orientamento psicologico del paziente, che dipende dal costume o dalla percezione di ciò che ha intorno a sé, i quali influiscono molto sugli acquisti. Il male reale o la percezione del malessere sono dati che possono emergere in modo assolutamente concreto dai flussi in possesso di Federfarma e quindi del Ministero della Salute, seppur devono essere conosciuti e filtrati in modo adeguato. In concomitanza Federfarma si occupa anche di proporre delle linee guida per un consumo adeguato e responsabile del farmaco, perché il primo farmacista è il cittadino. La federazione si occupa anche di informazione socio-sanitaria, potendo contare su numerosi spazi informativi che sono quelli delle farmacie, oltre molti altri, magari poco conosciuti. Inoltre vengono elaborati dati sulla spesa pubblica e sui consumi, quindi vengono prodotti studi di settore che riguardano il concetto stesso di farmacia, nuove possibili formule, realtà emergenti in relazione alla situazione economica e alle esigenze della collettività.
Federfarma gode di una diffusione capillare tramite associazioni provinciali e unioni regionali.

TRATTATO DESCRITTIVO

Ci sono aspetti inerenti la distribuzione dei farmaci che con il tempo hanno richiesto uno studio specifico, ovvero la farmacologia necessita sempre più di un supporto specifico relativamente alla concezione della distribuzione di un farmaco. Per poter dire che una determinata medicina o un rimedio farmacologico possano essere diffusi in un modo o in un altro è necessario poter conoscere le proprietà chimiche, la posologia, gli effetti collaterali, ma ancor di più quelli ambientali. Si pensi per esempio a cosa significhi distribuire un determinato vaccino in Africa, con condizioni igieniche e ambientali differenti, e alle eventuali complicazioni che possono originarsi.
Tutto ciò su larga scala, mentre su piccola scala ci sono problemi inerenti alla distribuzione dei farmaci sul territorio nazionale. Tempo fa ci fu una grande querelle sui farmaci generici, che presentano dei costi inferiori relativamente agli omologhi prodotti di marca. Bisogna ricordare che proprio Federfarma e Ministero della Salute in coordinazione con l’Istituto Superiore di Sanità sono i principali soggetti preposti al controllo dei farmaci. Da un punto di vista prettamente scientifico e chimico un aspirina è un aspirina. La tautologia è efficace nel senso che ogni tipo di farmaco ha una composizione chimica e un processo di determinazione che sono solo quelli. Non è la “marca” che fornisce la garanzia, ma i controlli sulle procedure di realizzazione, senza nulla togliere ai prodotti farmaceutici blasonati, o alle grandi case farmaceutiche, che comunque per serietà e competenze hanno mezzi e strumenti per poter produrre farmaci particolari o costosi. E’ necessario ribadire che sono sempre gli enti istituzionali quelli preposti a vigilare sull’efficacia del farmaco e sulla rigorosità nella preparazione, in ogni caso.
In Italia esistono vari tipi di farmacie, che sono categorizzate a seconda dell’ampiezza del territorio, le quali servono fasce di popolazione a volte con stili di vita, abitudini e alimentazione differenti, e con orari che possono cambiare. Una farmacia nel centro di Milano ovviamente deve servire delle esigenze che sono diverse da quelle di un piccolo centro montano, seppur relativamente. Infatti in farmacologia il criterio statistico si deve coniugare con quello di esigenze che, seppur rare, devono essere coperte dal servizio. I farmaci distribuiti sono pertinenti anche al tipo di rimedi che devono essere distribuiti in relazione alle esigenze del territorio, indipendentemente dal numero di residenti: in una zona montana, per esempio, deve poter essere disponibile in tempi ragionevoli il siero antivipera, mentre nel cuore di una grande metropoli naturalmente è un’esigenza relativa.
Si studia anche la necessità della distribuzione di un farmaco in relazione alle esigenze della popolazione, ma pure in rapporto a quelle malattie endemiche di un territorio (si pensi alla talassemia in Sardegna) che necessitano di studi specifici di intervento farmacologico.
Si parla di farmacia urbana quando questa si trova in comuni superiori ai cinquemila abitanti, in caso inverso abbiamo la farmacia rurale. Una farmacia, invece, per essere privata deve necessariamente appartenere ad un individuo fisico o ad un gruppo societario, in caso diverso normalmente si parla di farmacia pubblica, e appartiene ad enti istituzionali, generalmente al comune o a concessioni di aziende del municipio-regione.
La farmacie ospedaliere poi sono un presidio che deve essere sempre presente in strutture regionali o provinciali, cioè negli stessi ospedali. Un altro discorso merita la farmacia succursale, perché la sua gestione è affidata ad un farmacista che è già titolare di un’altra farmacia; si pensi a quei comuni divisi tra collina con frazione al mare, che subiscono forti variazioni di popolazione dovuta al turismo. In questo caso la farmacia succursale adempie ad un obbligo di assistenza importante. Non si deve pensare che la secondarietà dell’esercizio deve corrispondere ad una subalternità del servizio, infatti, per esempio, non di rado con i turisti aumentano i problemi. La farmacia succursale si rivela essere molto più impegnativa della normale gestione della farmacia principale.

In una realtà sempre più articolata ed esigente in termini di efficienza e prestazioni nella distribuzione dei farmaci, diventa spesso prioritario adottare modelli organizzativi che consentano di specificare l’attenzione su delle priorità.
Ogni problematica relativa alla distribuzione dei farmaci deve fare i conti con queste esigenze:
Monitoraggio e gestione di tutta la logistica e la dinamica della struttura sanitaria-assistenziale e di reperimento del farmaco.
Catalogazione dei flussi, allo scopo di determinare diagrammi e statistiche che siano in grado di fornire delle linee direttrici delle necessità che emergono nel territorio.
Packagement, ovvero tutte le soluzioni che permettono il trasporto dei farmaci in modo ottimale, infatti ci sono sempre più soluzioni integrate per offrire spedizioni di farmaci a temperatura controllata o con determinate garanzie.
– Esistono poi livelli variabili di infrastrutturazione tecnologica, in grado di stoccare i farmaci in modo adeguato e di verificare continuamente la temperatura degli stessi o altre specificità che riguardano la loro conservazione e il loro monitoraggio.
– Massima personalizzazione. La distribuzione dei farmaci va verso lo studio di situazioni integrate in grado di soddisfare esigenze specifiche quando e come si dovessero presentare. A livello prettamente farmacologico ciò avviene in una maggiore specificazione individuale della somministrazione delle medicine.
La moderna distribuzione dei farmaci deve necessariamente comprendere: il tracciamento della merce dall´entrata in magazzino fino allo scarico nel sito e rintracciabilità nelle varie tappe del percorso, come avviene del resto anche con i corrieri più moderni, o d’altronde come succede già per i clienti o le piccole società, le quali possono contare su pacchetti Pharmaceutical Express in grado di soddisfare le diverse esigenze. Inoltre bisogna garantire la sorveglianza della merce e procedure FEFO (First Expired First Out). Con questo acronimo ci si riferisce alla rotazione delle scorte usando la “data limite” di utilizzo o disponibilità tarata sulla preparazione invece che sul ricevimento in magazzino. E’ molto importante, in quanto in questo modo si garantisce la possibilità di ottimizzare la rete, adeguare in modo ottimale la tempistica in relazione a tutti i parametri di preparazione-ricezione-distribuzione, garantendo che molte scorte non andranno in scadenza e rendendo disponibili farmaci preparati di recente. Inoltre nella moderna distribuzione farmaceutica vengono spesso controllati i lavori degli operatori e di tutti gli addetti alla logistica con dei test di qualità o premi, allo scopo di avere una cura completa di tutta la catena, dalla produzione alla consegna in farmacia dei lotti.
Lo Stato attraverso gli enti preposti (OMS, ISS, Ministero, Federfarma) decide quali sono i farmaci che possono essere distribuiti, attraverso analisi precise e dettagliate, che tengono in adeguato conto le disomogeneità culturali e giuridiche di altri paesi di provenienza. Per quello che riguarda l’Europa possono emergere delle differenze tra i vari paesi, anche se i regolamenti comunitari di solito tendono ad appianare le eventuali discrasie che emergono tra un paese e un altro.

Della cura dei farmaci distribuiti, e in particolar modo di quelli che in questo modo si definiscono come maggiormente disponibili tramite parafarmacie o senza prescrizione, dipende una parte non trascurabile della nostra sicurezza sanitaria.