La pneumologia (dal greco “pneumon” , polmone, e “logos”, discorso) è una branca della medicina interna che studia le malattie dell´apparato respiratorio.

CENNI STORICI

 

Come è noto, tra il quinto e il quarto secolo avanti Cristo nasce il pensiero medico greco. Già la tradizione pitagorica (ad esempio Alcameone di Crotone) aveva individuato l’elemento essenziale della vita nel pneuma o soffio (affine per molti versi al prana indiano), concetto che verrà elaborato poi in chiave spirituale e salvifica dai primi cristiani e dagli gnostici.

Secondo l’antica tradizione medica greca, il pneuma attraverso la trachea penetrava nel cuore, mantenendo l´equilibrio degli umori e la stabilità del calore in ogni parte del corpo. La medicina ippocratica fondò il metodo d’indagine che ha ispirato la medicina moderna, e fu particolarmente profetica nell’anticipare scoperte degli ultimi secoli: ad esempio la descrizione delle malattie delle vie respiratorie, i catarri del naso, le laringiti e la polmonite. Il dato sorprendente è che nella scuola di Ippocrate non si facevano osservazioni anatomiche, ma comunque si elaborò il concetto dell´ulcerazione polmonare, ripreso poi da Galeno.

Fino al Rinascimento inoltrato, la disciplina non è progredita oltre le intuizioni del grande medico greco. Egli aveva addirittura anticipato il metodo dell´auscultazione, mentre per le febbri  si consigliava  l’esposizione al sole tutti i giorni. Se pensiamo che Chiarenti arrivò alle stesse conclusione nell’800, appare evidente il valore fondativo della medicina ippocratica.

La moderna chirurgia polmonare è stata studiata da Forlanini che nella seconda metà dell’800 diede il nome di pneumologia alla relativa disciplina.

Affrontiamo ora la storia delle principali patologie inerenti alla disciplina,  la tubercolosi e l’asma, che coincide sostanzialmente con le tappe fondamentali dell’evoluzione della pneumologia.

La prima scoperta relativa a tracce di tubercolosi risale addirittura a circa 18.000 anni fa, nei resti di un bisonte. L’origine della malattia non è ancora stata definita, rimane il dubbio se la tubercolosi sia stata prodotta per contagio dagli animali all’uomo o viceversa. Le prime tracce di contagio umano sono state trovate nelle ossa di alcuni uomini preistorici risalenti al 4000 A.C.  In Grecia fu ribattezzata tisi (da phthisis, consunzione) per i suoi effetti devastanti. Nella protostoria medica, la patologia fu associata dalle credenze popolari al vampirismo. Nei secoli continuarono a sovrapporsi dicerie e superstizioni all’evoluzione delle scoperte scientifiche. Nell’Ottocento il compiacimento romantico rese la tisi quasi un mito poetico, quasi un requisito necessario per essere un poeta ispirato e maledetto.

Il primo testo in cui si prova ad affrontare il tema con metodo scientifico lo dobbiamo al grande filosofo e scienziato Avicenna, il celebre “Canone della medicina”. In questo antico studio ravvisiamo alcune osservazioni fondamentali e tuttora valide: la tubercolosi polmonare è una malattia infettiva,  associabile al diabete e si diffonde tramite le acque e il suolo.  La quarantena era il metodo consigliato per limitare i danni del contagio.

Il nome tubercolosi fu coniato nel 1839, ma l’intuizione determinante fu, due secoli prima, del Dottor Richard Morton, che descrisse come la forma polmonare si manifestava tramite noduli chiamati “tubercoli”. Fu il premio Nobel Robert Koch ad individuare e descrivere nel 1882 il batterio che causa la tubercolosi, il “mycobacterium tuberculosis”. Koch fu anche il primo a provare a creare un rimedio, la tubercolina, inefficace a livello curativo ma tuttora utilizzato come test. La prima conquista contro la tubercolosi si deve ad Albert Calmette e Camille Guerin nel 1906, il cosiddetto bacillo BCG (dalle iniziali degli scienziati), che fu sperimentato nel 1921 ma conobbe un’importante diffusione solo nel secondo dopoguerra. Prolificando in scarse condizioni igieniche, dall’Ottocento in poi la tisi fece autentiche stragi negli strati più bassi della popolazione delle grandi città.

La situazione divenne così parossistica da imporre leggi che impedivano di sputare in luoghi pubblici. La sensibilizzazione collettiva e lo sviluppo di una concezione più sociale della medicina, contribuirono a combattere quella che stava diventando una piaga nei grandi centri abitati.  Nel 1913 venne fondato in Inghilterra il primo Medical Research Council per studiare ed arginare il fenomeno. Ma bisognerà aspettare il secondo dopoguerra per arrivare ad una soluzione effettiva, l’antibiotico streptomicina. L’esplosione dell’HIV ha riportato drammaticamente nell’attualità la tubercolosi. Il connubio tra le due malattie è infatti letale, poiché la prima rende vulnerabile il sistema immunitario, e la seconda  può attecchire e svilupparsi rapidamente.

Altrettanto antica e interessante è la storia dell’asma. Il termine viene dal verbo greco asthmaìno, che significa ansimare. Troviamo occorrenze già nelle prime tragedie greche, anche se la prima grande scena letteraria in cui questa malattia compare è l’Iliade, in cui Omero descrive Ettore in preda ad un tremendo attacco. Come in quasi tutti i casi, il primo studio sistematico è opera di Ippocrate, il quale elabora una interpretazione della malattia sulla base della “teoria degli umori”.  Al di là delle sporadiche citazioni in vari autori classici, la successiva trattazione di un certo peso la troviamo nel “De Artibus” di Celso, sorta di enciclopedia medica composta verso il 30 D.C. Oltre ad un’analisi sottile della patologie, si propongono anche primi trattamenti quali salassi, impacchi, diuretici e purganti. Altro importante passo in avanti per la comprensione dell’origine della malattia fu compiuto da Galeno. Basandosi anch’egli sulla “teoria degli umori”,  il medico di Pergamo provò a trovare una causa unica per tutti i sintomi, trovandola nella presenza di umori vischiosi che ostruirebbero le vie aeree del polmone. E’ interessante notare come questa spiegazione fu ritenuta valida fino alla fine del Rinascimento. L’opera galenica ispirerà nel VII secolo Paolo di Egina, medico cartaginese pilastro della ricerca scientifica in epoca bizantina, che nel suo “Compendio” affronta diffusamente l’argomento.  Egli accosta la respirazione del soggetto asmatico a quella di chi ansima al termine di una corsa, e consiglia numerosi rimedi naturali, dal pepe allo zolfo, dall’ossimele all’opoponaco. Anche il grande Avicenna, nel suo celebre “Canone”, si rifarà alle tesi di Galeno, sviluppandone l’assunto in maniera originale: egli sostiene che la malattia possa sì derivare da umori densi e vischiosi, ma originati dallo stomaco, il cui dilatarsi creerebbe pressione sui polmoni, rendendo difficoltosa la respirazione. Il contributo più importante di quest’opera rimane senz’altro però l’aver individuato uno spasmo come causa della crisi asmatica, anticipando la “scoperta” del broncospasmo. Il primo vero e proprio trattato dedicato alla patologia è il ”Trattato sull´Asma” del XII secolo, del grande medico e rabbino  Maimonide. Nato su richiesta di Saladino, sultano di Egitto e Siria, di cui l’autore era medico di corte, il testo propone l’ipotesi che la malattia derivi da una costipazione nel cervello. I rimedi indicati sono più che altro un invito alla moderazione nelle abitudini alimentari e sessuali.

Nel Rinascimento, come spesso nella storia della Medicina, vengono per la prima volta contestate e rovesciate le convinzioni degli antichi Ippocrate e Galeno, che per anni avevano dominato come dogmi immutabili. Clamorosa fu la guarigione dell’Arcivescovo di Edimburgo operata da Girolamo Cardano, che dopo una osservazione di sei settimane, gli consigliò semplicemente di dormire in un letto di sete, lontano da piume e polvere, e di attenersi alla dieta indicata da Maimonide. Lungo tutto il periodo si creò una diatriba accesa tra chi intendeva seguire fedelmente la tradizione ippocratico-galenica e chi invece volva cercare nuovi metodi di sperimentazione. Decisivo fu il contributo donato da Van Helmont (1577-1644),  fondatore della  chimica pneumatica, colui che potremmo definire lo “scopritore” del gas.  Rifacendosi alle intuizioni di Avicenna ,  fu il primo a stabilire (spinto anche dall’urgenza personale, essendo anch’egli un soggetto asmatico) una connessione tra asma e il fumo, ed a individuarne l’origine nei polmoni.

Anche William Cullen, il moderno padre della idroterapia (inventore della famosa “doccia scozzese”) professore di medicina e chimica a Glasgow, si occupò dell’asma, contrapponendosi ai seguaci di Galeno, e sostenendo la tesi del broncospasmo di derivazione nervosa.

Ma forse la svolta fondamentale fu l’invenzione dello stetoscopio nel 1816 ad opera di Renè Laennec. Tale scoperta rese possibile l´auscultazione mediata, strumento insostituibile nelle diagnosi pneumologiche. Finalmente fu misurabile il cosiddetto “murmure respiratorio” (il sibilo auscultabile durante l’ispirazione), e ciò consentì a Laennec di registrare uno spasmo lungo il tratto delle arterie, causato anche secondo lui da un’alterazione nervosa. Questa ipotesi fu ripresa da Salter nel 1868, che rifacendosi a Cullen consigliava di curare l’asma “da fieno” con bagni di mare.

Negli ultimi 50 anni si sono evoluti sia nuovi mezzi diagnostici, sia nuovi farmaci nella lotta all´asma. La spirometria ha permesso di valutare con maggiore precisione la funzionalità respiratoria e di circoscrivere gli attacchi. L´emogasanalisi consente di misurare il tasso di anidride carbonica ed ossigeno del sangue arterioso, consentendo di svelare l´inizio di una insufficienza respiratoria in corso di asma grave. La desensibilizzazione specifica, mediante somministrazioni crescenti di antigeni purificati, cui risulta allergico il paziente, sia per via sublinguale che sottocutanea, rendono tollerante l´atopico riducendo la gravità dei sintomi e l´uso dei farmaci. Per via inalatoria possono essere somministrati cromoglicato di sodio, cortisonici e beta-2 stimolanti variamente associati. Per via orale sono disponibili gli antileucotrienici che frequentemente sostituiscono i cortisonici sistemici.

Comunque è presumibile che le conoscenze in questo campo continueranno ad evolversi. L´allergologia è oggi in pieno sviluppo e compie progressi rapidi e regolari, nella speranza di alleviare questa malattia che è antica quanto il genere umano e, con ogni probabilità scomparirà solo con esso.

 

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA’ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

 

Per accedere alla professione di medico pneumologo è necessario terminare il corso di laurea in Medicina e Chirurgia e specializzarsi in pneumologia (con le aree relative: chirurgia toracica, malattie dell’apparato respiratorio, diagnostica, pneumologia interventistica).

L’offerta formativa post-laurea è affine a quella delle altre discipline: si va dai corsi di aggiornamento, anche on-line e FAD, al programma EMC (Educazione Medica Continua), varato nel 2001 dal governo italiano.

Nel nostro paese le scuole di specializzazione in pneumologia sono presenti presso le facoltà di: Roma La Sapienza, Sassari, Bari, Pisa, Catania, Catanzaro, Firenze, Chieti, Napoli, Foggia, L’Aquila, Messina, Università Politenica delle Marche ( Ancona), Palermo.

 

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

 

La pneumologia rappresenta una delle discipline più importanti come impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone, soprattutto nella nostra epoca caratterizzata da una forte occorrenza di allergie e disturbi respiratori.

Si pensi solo che i soggetti asmatici in Italia raggiungono in Italia l’allarmante cifra di 3 milioni, ma anche malattie come i tumori polmonari sono purtroppo molto diffuse (rappresentando addirittura la prima causa di morte non naturale nei paesi occidentali).

Non a caso è possibile accedere a trattamenti pneumologici presso numerose strutture presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, di cui ora daremo un elenco per regione.

Valle d’Aosta:

Osp. Regionale – Unità di Pneumotisiologia

Aosta (AO)  –  Valle d´Aosta

Piemonte:

A.O.U. Maggiore della Carità – S.C.D.O. Pneumologia

Novara (NO)  –  Piemonte

C.P.A. – Torino – U.O. di Pneumologia

Torino (TO)  –  Piemonte

Istituto Scientifico – Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS

Veruno (NO)  –  Piemonte

Osp. Civile – Malattie Apparato Respiratorio

Alessandria (AL)  –  Piemonte

Osp. Civile di Asti – Soc. di Pneumologia

Asti (AT)  –  Piemonte

Osp. degli Infermi – U.O.A Pneumologia

Biella (BI)  –  Piemonte

Osp. S.Croce – Carle – U.O. di Pneumologia

Cuneo (CN)  –  Piemonte

 Ospedale MARTINI  – SSD Pneumologia – ASL TO1

Torino (TO)  –  Piemonte

Ospedale S.Andrea ASL VC VERCELLI –  Pneumologia

VERCELLI (VC)  –  Piemonte

Lombardia:

A.O. della Provincia di Pavia – Presidio Pneumologico di Pavia

Pavia (PV)  –  Lombardia

A.O. di Legnano – Unità di Medicina Generale

Legnano (MI)  –  Lombardia

 A.O. M.Mellini – Chiari (BS) – Fisiopatologia Respiratoria (U.O. Semplice)

Chiari (BS)  –  Lombardia

A.O. Ospedale Niguarda – Ca´ Granda – Struttura Complessa di Pneumologia

Milano (MI)  –  Lombardia

 A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo – U.O. di Pneumologia

Bergamo (BG)  –  Lombardia

A.O. San Gerardo – Univ. degli Studi Milano Bicocca – Clinica delle Mal. App. Resp.

Monza (MI)  –  Lombardia

 A.O. Spedali Civili di Brescia – U.O. di Pneumologia

Brescia (BS)  –  Lombardia

Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri di Cremona” – Unità Operativa di Pneumologia

Cremona (CR)  –  Lombardia

I.R.C.C.S. Policlinico S.Matteo – Divisione di Pneumologia

Pavia (PV)  –  Lombardia

INRCA – Unità di Pneumologia Generale

Casatenovo (LC)  –  Lombardia

Istituti Clinici di Perfezionamento – Riabilitazione Respiratoria

Milano (MI)  –  Lombardia

Istituto Pio Albergo Trivulzio – U.O.S. Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria

Milano (MI)  –  Lombardia

Osp. A.Zappatoni – Pneumologia

Cassano D´Adda (MI)  –  Lombardia

Osp. Asilo Vittoria – U.O. di Pneumologia

Mortara (PV)  –  Lombardia

Osp. di Circolo di Busto Arsizio – U.O. di Broncopneumologia

Busto Arsizio (VA)  –  Lombardia

Osp. di Circolo e Fondazione Macchi – Pneumologia

Varese (VA)  –  Lombardia

Osp. di Cuasso al Monte – Fondazione Macchi – Unità di Pneumologia Riabilitativa

Cuasso al Monte (VA)  –  Lombardia

Osp. di Saronno – Struttura Semplice di Pneumologia

Saronno (VA)  –  Lombardia

Osp. INRCA-IRCCS – Unità di Pneumologia Riabilitativa

Casatenovo (LC)  –  Lombardia

Osp. San Giuseppe – U.O. di Pneumologia

Milano (MI)  –  Lombardia

Osp. San Paolo – Milano – U.O.C. di Malattie dell´Apparato Respiratorio

Milano (MI)  –  Lombardia

Ospedale di Abbiategrasso – Servizio di Broncopneumologia ed Allergologia

Abbiategrasso (MI)  –  Lombardia

Presidio Ospedaliero Sesto San Giovanni – Servizio di Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria

Sesto San Giovanni (MI)  –  Lombardia

Veneto:

A.O. Istituti Ospitalieri di Verona – Ospedale Civile Maggiore – U.O. di Pneumologia

Verona (VR)  –  Veneto

Osp. Boldrini – Unità sanitaria locale n. 4 Alto Vicentino

Thiene (VI)  –  Veneto

Osp. Civile di Vittorio Veneto – U.O. di Pneumologia

Vittorio Veneto (TV)  –  Veneto

Osp. di Bussolengo – U.O. di Pneumologia

Bussolengo (VR)  –  Veneto

Osp. di Dolo – U.O. di Pneumologia

Dolo (VE)  –  Veneto

Osp. di Legnago – U.O. di Pneumologia

Legnago (VR)  –  Veneto

Osp. di San Donà di Piave  – U.O. di Medicina – Servizio di Pneumologia e Allergologia

San Donà di Piave (VE)  –  Veneto

Osp. Santa Maria del Prato – Pneumotisiologia

Feltre (BL)  –  Veneto

Trentino Alto Adige:

Azienda Sanitaria di Bolzano – Servizio Pneumologico Interaziendale

Bolzano (BZ)  –  Trentino Alto Adige

Ospedale di Bolzano – Divisione di pneumologia

Bolzano (BZ)  –  Trentino Alto Adige

Friuli Venezia Giulia:

CdC Pineta del Carso Spa – U.O. di Pneumologia e Riabilitazione Respiratoria

Aurisina (TS)  –  Friuli Venezia Giulia

Istituto di Medicina Fisica e Riabilitazione – Pneumologia Riabilitativa

Udine (UD)  –  Friuli Venezia Giulia

Osp. San Paolo – Monfalcone – Fisiopatologia Respiratoria

Monfalcone (GO)  –  Friuli Venezia Giulia

Ospedale di Cattinara – Struttura Complessa Pneumologia

Trieste (TS)  –  Friuli Venezia Giulia

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