Nel registro dei viaggi le voci all’appello sono numerose, valigia come prima di una lista dove il bagaglio sembra ascoltare il significato puro dello svago, a meno che la trasferta non si limiti a necessità professionali. Scegliere l’abbigliamento in sintonia con le caratteristiche climatiche del Paese ospitante è, senza ombra di dubbio, il primo pensiero, ma nel “curriculum” degli elementi necessari per lo spostamento non può certamente mancare la “prevenzione” del proprio stato di salute.
Alcune mete presentano, infatti, problematiche che possono incidere negativamente sullo stato fisico dei “turisti”, ragion per cui correre ai ripari è l’obiettivo che tutti dovrebbero porsi prima della partenza. Dietro le frontiere, dunque, ecco che si affacciano dei malori sotto il nominativo di “malattie del viaggiatore”.
“Viaggi nel tempo”, “Viaggi di Gulliver”, “Viaggi di nozze”,  la lista sotto il richiamo del passatempo più desiderato ha chiamato in causa anche libri, film e storie surreali, ha fatto da protagonista in aneddoti dove le nuove tecnologie hanno permesso salti sorprendenti da un capo all’altro del mondo. Insomma, i viaggi rispecchiano perfettamente il bisogno di soddisfare requisiti come curiosità, libertà e divertimento, ma l’attenzione per il proprio benessere non risulta essere mai troppa, inciampare dal “pro” della distrazione al “contro” delle febbri da capogiro o altri malori, spesso e volentieri, in rima con decessi, purtroppo è una possibilità da tenere bene alla mente.
Il XXI secolo si presenta come padre fondatore di una mobilità in continua crescita e le professioni sanitarie si sono trovare a combattere più che mai contro virus, batteri e quanto di nocivo possa essere di peso durante e dopo il soggiorno.
Ecco dunque catalogare il ruolo del medico sotto il costante requisito “dell’indispensabile” e rivolgersi a lui come l’unica figura professionale in grado di indicare al paziente modalità di prevenzione, chemioprofilassi e vaccinazioni prima di un viaggio oltre le barriere nazionali.
Purtroppo è, poi, sempre la stessa figura “in camice” a diagnosticare le cosiddette “malattie esotiche” o come prima menzionato “del viaggiatore” al ritorno della stessa trasferta.
Ma se la voce “prevenzione” si presenta come cura anti-malore, dunque, la soluzione è molto più vicina di quello che uno possa pensare. Bastano, infatti, piccoli ma sostanziali accorgimenti per mantenere tutelata la propria salute ed è una lezione da tenere ben presente. Sono molti, infatti, i viaggiatori vittime di problematiche fisiche al loro ritorno, le stime ne evidenziano addirittura 1 su 4, e 1 su 2 se si considerano solo i viaggi verso Paesi in  Via di Sviluppo.
Le patologie riscontrate vanno dalla più comune “dissenteria del viaggiatore” a patologie con conseguenze molto più gravi. La previa visita medica è, quindi, d’obbligo e sarebbe preferibile che avvenisse 4 o 6 settimane prima della partenza, o, caso limite, anche il giorno prima laddove ci si trovi di fronte all’eventualità dei viaggi last-minute.
Procedendo per gradi è fondamentale innanzitutto fornire al medico specifiche informazioni che comprendono:
  • Meta del viaggio;
  • Durata e finalità della permanenza;
  • Tipologia di viaggio, sia esso organizzato che avventuroso;
  • Stagione di partenza;
  • Presenza di situazioni anomale e nocive nel Paese di destinazione (epidemie o guerre).
E’ indispensabile, inoltre, consultare il proprio medico curante, per verificare l´esistenza di particolari condizioni mediche, come ad esempio la gravidanza, che impediscano di effettuare viaggi in zone con situazioni climatiche ed ambientali diverse da quelle abituali che possano controindicare l’effetto della terapia farmacologica o vaccinale.
Come già menzionato, poi,  la dissenteria è tra le problematiche salutari che intaccano i viaggiatori, stipsi compresa. Secondo il Ministero della Salute e della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia, sarebbero ben 12 milioni gli italiani colpiti da queste “disfunzioni” dell’organismo.
A tale proposito è utile avere a disposizione le relative precauzioni per non scivolare nel vortice di questi malesseri.
Chi viaggia in Paesi esotici o tropicali corre il rischio di cadere vittima della fatidica “dissenteria del viaggiatore”, figlia dell’ingestione di cibi o bevande contaminate da virus o batteri. Dolori addominali, scariche e febbre alla base del malessere.
Consigli preventivi? Semplice, è importante una buona cura dell’alimentazione che per i primi giorni deve basarsi su sostanze astringenti come riso bollito, patate, carote e mele.
Altri consigli in merito, invece, possono essere così classificati:
  • non bere acqua corrente;
  • non usufruire del ghiaccio nelle bevande;
  • evitare latte e verdure crude, creme e formaggi freschi;
  • controllare che il cibo da consumarsi sia mantenuto in salutari condizioni igieniche;
  • ingerire carni ben cotte.

Inoltre anche i fermenti lattici entrano in scena, presentandosi come sostanze in grado di favorire i “batteri buoni” per regolarizzare l’intestino.

Per quanto concerne la stipsi o più comunemente definita “stitichezza”, invece, è buona norma:

  • beneficiare di alimenti come verdure, frutta fresca, cereali, fibre e pane integrale, facendo a meno, al contrario, di riso, cioccolato, carne e formaggi elaborati;- bere almeno 1,5 litri di liquidi al giorno;
  • fare un buon esercizio fisico quotidiano per mantenere un tono ottimale della muscolatura intestinale;
  • regolarizzare gli orari dei pasti;
  • evitare rimedi deleteri come quello dei lassativi.
E per la serie “a tutto c’è un rimedio” ecco che subentrano gli antidoti contro le malattie esotiche, nonostante per Vaiolo e Colera nessun Paese richieda più un certificato di vaccinazione, al contrario di quello che invece accade nel caso della Febbre gialla.
Quest’ultima è, dunque, fortemente sensibilizzata sotto la voce vaccino, raccomandato per i viaggi al di fuori delle aree urbane nei paesi compresi all’interno delle zone endemiche per tale malore. Da non tralasciare i dati recenti che parlano di turisti  deceduti dopo essere stati vittime della Febbre gialla e facciamo riferimento a turisti non vaccinati che avevano visitato aree rurali all’interno delle suddette zone endemiche.
Ecco dunque che siamo arrivati alla triste realtà dei viaggi che, purtroppo, talvolta vivono in simbiosi con l’alto tasso della mortalità. Ecco quindi, a sua volta, spiegata la motivazione della “necessaria” e vitale importanza del consulto medico sulla “farmacia da viaggio” di cui munirsi.
Chiaro che, poi, anche le terapie hanno le loro controindicazioni, in quest’ultimo caso la prevenzione dalla Febbre gialla potrebbe avere a che fare con le allergie alle proteine dell’uovo e l’immunodeficienza cellulare.
Il periodo di validità di un certificato internazionale di vaccinazione contro la Febbre gialla è di 10 anni, partendo dal 10° giorno che segue la vaccinazione.
A questo punto non si può certamente ignorare quanto un viaggio verso le mete esotiche possa anche definirsi nelle sue svariate problematicità.
Soprattutto nei Paesi sottosviluppati tali situazioni sono ancora di più alimentate da una tanto scarsa quanto, spesso, inesistente cura igienica.
A tal proposito il Ministero della Salute ha avviato con l’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri un progetto per l’offerta di informazioni sulle modalità di prevenzione di alcune patologie infettive frequenti, principalmente, nei Paesi in via di sviluppo.
Le schede informative predisposte hanno focalizzato l’attenzione sulla possibilità di incorrere in spiacevoli malattie quali:
“Malattie a trasmissione fecale-orale”, come:
  • Febbre tifoide;
  • Amebiasi;
  • Colera.

“Malattie a trasmissione vettoriale”, come:

  • Malaria;
  • Febbre gialla;
  • Encefalite giapponese;
  • Dengue.

A questa “catalogazione” si sono aggiunte anche alcune malattie parassitarie come:

  • Infezioni da Hantavirus;
  • Febbre della Rift-Valley.
Quella del Ministero della Salute è da vedere sotto forma dell’ottica di un’iniziativa per  un progetto di “educazione sanitaria”, contenendo, infatti, al proprio interno anche dei consigli pratici per interventi di emergenza laddove il supporto del medico non possa, per ovvie ragioni, essere immediato.
A questo punto non resterebbe altro che avere sempre a disposizione un “kit” da viaggio ben fornito anche e soprattutto sotto il punto di vista medico. Le regole per la salute del viaggiatore diventano un vademecum prezioso per la salvaguardia dell’organismo e le vaccinazioni rientrano nell’ottica della salvezza “pro trasferta”.
Vaccinazioni Antitifiche (contro la Febbre tifoide), Profilassi Antimalariche, Antidifteriche e Antitetaniche e Antiepatite A e B (comuni anche nel nostro Paese) rientrano, dunque, tra “i comandamenti” rigorosamente da rispettare del viaggiatore. Salvo casi in cui la prevenzione non si risolve nel vaccino ma si sofferma solo sull’attenzione della persona di fronte all’ambiente che la circonda. E’ il caso del Dengue, una malattia sotto il profilo del “benigno” dovuta dalla puntura di un insetto infettato. Non esiste vaccino che impedisca il malessere ed ecco dunque che tutto risiede nelle mani del “viaggiatore” al quale tocca, in qualche misura, evitare la puntura dell’insetto. Febbre, dolori muscolari e forti mal di testa alla base del malore che trova la sua cura nei farmaci sintomatici come antidolorifici e antipiretici.
Insomma prima delle voci “spazzolino”, “dentifricio”, “macchina fotografica” e quant’altro, nella lista delle cose da portare per il viaggio, è bene aggiungere, sottolineare ed “evidenziare” la doverosa visita pre-partenza da un medico di fiducia.