Lo yoga è l’insieme delle tecniche che consentono il congiungimento di corpo, mente e anima con Dio; utilizzando i termini tecnici, permette l´unione tra Jivatman, cioè l’energia individuale e Paramatman, cioè l’energia universale. L’origine della parola è da ricercare nelle radici sanscrite yuj – che significa unione o vincolo -, jugit, cioè il giogo fissato al collo dei buoi per attaccarli all’aratro o jukta, ossia le cinghie che uniscono i cavalli a un carro da trainare.

Colui che segue e pratica il cammino dello yoga è chiamato yogi o yogin, al femminile yogini.

CENNI STORICI

Secondo la leggenda, in una caverna affacciata sull´oceano Indiano il dio Shiva insegnava alla sua sposa Durga (Pãrvãti) la scienza (Vidyã) di posizioni ginniche dell’hatâyoga, da lui stesso create per gli dei indiani. Un pesce, attirato dalla voce melodiosa del dio, rimase affascinato da tutte quelle posizioni yoga tanto da trasformarsi in essere umano: egli divenne il primo yogi, Matsyendra (pesce fatto uomo) e insegnò in gran segreto queste tecniche che, così, si tramandarono di generazione in generazione, da discepolo a discepolo.

 Di sicuro le origini dello yoga sono antichissime, ma non è possibile determinarle con certezza. Scavi compiuti da John Marde a Marrappa e Maherjo-Daro, nella valle dell´Indo (Ponjab), hanno portato alla luce amuleti, figure, stampi, placche e sigilli raffiguranti asceti e divinità in posizione yoga (asanas) fra i resti di un´antichissima città che gli archeologi hanno datato al 3000 a.C.; questa civiltà sopravvisse circa 1000 anni, quindi questi ritrovamenti daterebbero lo yoga a circa 6000 anni fa. Tuttavia, altri studiosi fanno risalire il culto di Shiva e l´hatà-yoga a 9000 anni prima di Cristo.
Nacquero, così, le cosiddette scuole tantriche; le profonde conoscenze e pratiche segrete del tantrismo shivaita divennero la fonte di tutte le correnti yoga sviluppatesi nelle tradizioni successive, andando a influenzare anche il Buddismo mahayana, le discendenze tibetane, il Ch’an Cinese e le relative arti marziali e lo Zen giapponese.

 In seguito alle invasioni ariane dei territori del nord dell´India si sviluppò una nuova popolazione che si dedicò alla ricerca e alla speculazione filosofica sui temi dei misteri dell´esistenza, osservando la natura e sperimentando l´essenza dei limiti dell´uomo e delle sue complesse relazioni con la realtà. Dalla loro tradizione orale nacquero i testi sacri indiani, come i più antichi, scritti in sanscrito: i quattro Veda (RigVeda, SamaVeda, YahurVeda, AtharvaVeda). Tutta la filosofia induista si fonda sulla sacralità delle realizzazioni contenute nei Veda e da essi nacquero i Bramana, libri di testo per i riti sarcedotali e le Upanishad, contenenti le pratiche destinate a coloro che abbandonavano il mondo per esplorare i misteri dell´esistenza in eremitaggi, lontani dalla vita dell’umanità. Upanishad significa sedere insieme, con riferimento all´intimità dell´insegnamento tra maestro e discepolo; il loro tema centrale è la ricerca della verità della realtà. Si pensa che ne esistano 180; dieci di esse, le più antiche e autorevoli, risalirebbero a un periodo compreso tra il 1000 e il 300 a.C., ma i loro autori non sono noti.

 La filosofia induista cercò poi, tra il 550 a.C. e il 1000 d.C., di riorganizzare l´immensa mole di informazioni prodotta dal periodo vedico attraverso sei differenti sistemi di visione della realtà, i Dharshana (Vedanta, Purva-Mimamsa, Nyaya, Vaisesika, Samkhya e Yoga). Ognuno di essi rappresenta un punto di vista metafisico della filosofia indiana scaturito dalla sapienza vedica.
La prima grande opera indiana che descrive e sistemizza le tecniche dello yoga è una raccolta di poco meno di duecento aforismi scritta da Patanjali, lo Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga). Gli studi tradizionali indiani identificavano Patanjali con l’omonimo grammatico vissuto nel III secolo a.C., ma studi filologici più moderni hanno postdatato la redazione dell´opera a un´epoca altomedievale; egli rese lo yoga il sistema ortodosso della filosofia indù e della ricerca spirituale indiana. Esistono, poi, tantissimi altri testi antichi sullo ´yoga; tra di essi, sono fondamentali e interessano più da vicino le pratiche yogiche il Vijnanabhairava tanta, l’Hatha Yoga Pradipika, la Gheranda Samhita e la Shiva Samhita.

 La storia dello yoga ha, quindi, origine in tempi antichi e i maestri dei secoli successivi hanno solamente preservato e valorizzato i primi insegnamenti. L’interesse provato dalle nuove generazioni per questa disciplina ha spronato alcuni grandi esperti a riportarlo nuovamente alla conoscenza dell´intera umanità. L’attuale rinascita degli antichi insegnamenti è animata da una gerarchia di maestri che hanno riportato alla luce i problemi centrali e le pratiche yoga; la loro vita è raccontata dall’Autobiografia di uno Yoghi di Paramahansa Yogananda, fondatore di centri per la pratica e la diffusione della scienza yoga. Dall’epoca della sua morte, avvenuta nel 1952, la sua opera continua a crescere e a diffondersi.
Tuttavia nella società occidentale il rapporto con lo yoga non è mai stato strettamente collegato alla religione e, quindi, all’unione dell´anima con I´Isvara, il Signore, ma è sempre stato inteso come una disciplina che mira al riequilibrio psicofisico e al raggiungimento di uno stato di benessere. La diffusione in Occidente, avvenuta tra il diciannovesimo e ventunesimo secolo, di pratiche risalenti a quella tradizione, come la meditazione (dhyana), gli esercizi di controllo del respiro (pranayama) o le asana (le celebri posizioni con cui lo yoga viene comunemente identificato), ha tralasciato quasi sempre i livelli iniziali, fondamentali per questa scienza.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

In Italia esistono molti centri yoga, dislocati in tutte le maggiori città; ne sono particolarmente ricche Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova, Napoli e Firenze. È possibile cercare i centri di interesse all´indirizzo web http://www.yoga,it/centri.

 La YANI è un’associazione culturale senza fini di lucro che riunisce in tutta Italia numerosi insegnanti di yoga provenienti da scuole e correnti differenti. Nata a Milano nel 1999, i suoi fondatori sono stati spinti dal desiderio e, contemporaneamente, dalla necessità di lavorare insieme allo sviluppo e alla valorizzazione della professione dell´insegnante di yoga, vivendo in totalità il significato stesso della parola yoga: unione.
Lo spirito che anima l’associazione promuove lo yoga come mezzo per migliorare la società. Per fare ciò vengono diffusi lo studio, la pratica e l´insegnamento di uno yoga dì qualità, anche attraverso la formazione e il controllo del percorso post-formazione degli insegnanti. Inoltre, la YANI fornisce l´assistenza professionale, legale e fiscale necessaria per l’esercizio della professione.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

 È possibile imparare la tecnica yoga frequentando i corsi offerti dai vari centri; le informazioni necessarie sono reperibili presso l’associazione YANY.
Inoltre, esistono diverse pubblicazioni nel settore, come quelle edite dalla S.R.F, Self Realization Fellowship (3880 San Rafael Avenue, Los Angeles, California 900065, U.S.A.).

TRATTATO DESCRITTIVO

I grandi yogi indiani sostengono che l’elemento più importante per l’illuminazione spirituale è l’energia che fluisce attraverso il complesso circuito dei nervi cerebrali. Se questo flusso è debole, per quanto siano numerose le nozioni introdotte, la persona non diventerà saggia, mentre se è forte sarà possibile trarre vantaggio anche dall’informazione più piccola. Il flusso di energia può essere rafforzato aumentandolo direttamente o eliminando l´ostruzione dei nervi; entrambi questi effetti possono essere raggiunti con una dieta appropriata, il retto pensare, la vita saggia e una pratica diligente dello yoga.
Tuttavia, la forza di questo flusso di energia dipende anche da alcuni fattori esterni: le persone che ci circondano possono esserci di grande aiuto e, inoltre, il nostro pianeta riceve una grande quantità di energia dall´universo circostante. Armonizzandoci con questa energia è possibile ottenere una rapida illuminazione spirituale.

Secondo lo yoga la verità è eterna: l´uomo è in grado di percepirla, ma non può crearla. Quando la sua percezione sarà abbastanza profonda da afferrare l’Assoluta Verità, egli potrà condividerla. Tuttavia, l’umanità attuale osserva il mondo attraverso un filtro che distorce ogni cosa: idee, emozioni e religioni. Lo scopo dei maestri yoga sta nel correggere gli errori in cui è caduto l’uomo a causa di questa distorsione del vero.

Le più alte tecniche yoga prendono il nome di Kriya Yoga, che significa semplicemente azione e mirano a risvegliare l’energia nella spina dorsale e nel cervello. Praticandole il Kriya Yoghi può ottenere l’illuminazione in un periodo di tempo relativamente breve.
Esistono due principi fondamentali per la buona riuscita degli esercizi: il proposito deve essere quello di aprirsi completamente per ricevere, senza fretta né sforzi, eseguendo ogni pratica come se fosse in collaborazione con le forze divine; inoltre, la pratica individuale non deve essere diretta verso l’apparenza esteriore e l´esibizione, ma verso la coscienza interiore.

Esistono diversi tipi di yoga; le forme classiche più conosciute sono:
– Bhakti Yoga: yoga della devozione
– Jn?na Yoga: yoga della conoscenza
– Karma Yoga: yoga dell’azione
– Raja Yoga: yoga regale, conosciuto anche come Ashtanga Yoga
– Hatha Yoga: yoga fisico
– Dhyana Yoga: yoga della meditazione
– Mantra Yoga: yoga delle formule o mantra

Gli otto stadi dello yoga

 Secondo Patanj ali esistono otto stadi, o arti, dello yoga, cioè Otto passi che conducono all’unione con il Paramatma.

Lo Yama è l’insieme dei comandamenti morali universali, o astensioni. Sono precetti universali, non relativi a tempo, luogo, stato e circostanze che, nel loro insieme, formano la grande legge della vita e che si ritrovano anche nella cultura ebraica e cristiana. Essi costituiscono i freni su cui si fonda l’etica dello yoga:
– l’Ahimsa è la non-violenza, l’astensione dall´infliggere a qualsiasi essere vivente qualunque tipo di male, sia esso fisico o psicologico;
– l’Aparigraha è il distacco, il non-attaccamento, l’astensione dalla bramosia del possedere;
– l’Asteya è l’onestà, l’astensione dalla cupidigia, la liberazione dall’avidità;
– Brahmacharya è la castità, intesa soprattutto come purezza morale e sentimentale;
– Sathya è verità, aderenza al vero e sincerità, soprattutto con se stessi.

 Il Niyama comprende le regole dell’autopurificazione. Queste sono:
– Saucha: pulizia, salute fisica, purezza;
– Santosa: appagamento, felicità della mente, l´accontentarsi;
– Tapas: ardore, fervore nel lavoro, desiderio ardente di evoluzione spirituale; – Svadhyaya: studio di se stessi, ricerca interiore;
– Ishvara Pranidhana: abbandonarsi alla divinità, la resa al Signore di tutte le nostre azioni.

 Le ?sana sono posture utilizzate in alcune forme di yoga, in particolare nello Hatha Yoga. La loro funzione rimanda alla fisiologia indiana, secondo cui attraverso l´assunzione di diverse posizioni del corpo il praticante diviene in grado di purificare i canali energetici, incanalare l’energia verso specifici punti del corpo e ottenere, così, un notevole beneficio psico-fisico. Secondo la fisiologia indiana il corpo umano è, infatti, attraversato da canali energetici, le nadi, nei quali scorre il prana, l´energia universale; è questo il cosiddetto sistema sottile. Le nadi sono più di 40.000 e irradiano tutto il corpo dell´energia dell´universo; i tre canali più importanti sono ida, pingala e sushuma, che scorrono intorno alla spina dorsale incrociandosi fra loro.
Le asana conosciute sono alcune migliaia e ciascuna porta un nome derivato dalla natura (soprattutto da animali) o dalla mitologia induista.

 Il quarto stadio dello yoga è il Pranayama, ossia il controllo del respiro. Insieme al quinto stadio, Pratyahara, cioè il ritiro della mente dagli oggetti dei sensi, costituisce la ricerca interiore (antaranga sadhana) e insegna a controllare la respirazione e la mente per liberare i sensi dalla schiavitù degli oggetti di desiderio.
La ritrazione dei sensi si ottiene distaccando l’attenzione dall’ambiente esterno e dirigendola verso l´interno. Le tecniche che portano allo stato Prathyahara sono il canto di un mantra e la pratica NYM.

Il Dharana è la capacità di concentrazione e diventare tutt’uno con quello che si sta facendo. È un requisito indispensabile per i passi successivi: Dhy?na, la meditazione, Samadhi, uno stato di coscienza superiore in cui si raggiunge l´unione con Paramatma, cioè l´unione del meditante con l’oggetto meditato, dell’anima individuale con l’Anima universale. Samadhi è uno stato d’essere equilibrato, il raggiungimento del benessere totale tramite un percorso che porta a uno stato di profonda realizzazione.

Gli esercizi yogici sono insieme preventivi e curativi e promuovono il raggiungimento dell’armonia nel corpo, nella mente e nello spirito. In generale, sono una buona prevenzione per le più comuni malattie, in quanto mantengono la salute naturale, ma alcuni esercizi sembrerebbero aiutare a curare anche malattie già in corso, come raffreddore, tosse, costipazione e problemi gastrici. I numerosi sistemi di cultura fisica moderni mirano a mantenere una buona salute sviluppando i muscoli attraverso movimenti ed esercizi meccanici, in modo spesso asimmetrico. Negli esercizi yogici, invece, si tende a uno sviluppo armonioso di tutti i muscoli del corpo, degli organi interni, nervi e ossa; i movimenti sono lenti e ritmici e permettono di conservare l’energia, tonificando e fortificando l´organismo.
Alcuni esercizi yogici comportano movimenti in avanti e all´indietro della colonna vertebrale, altri ne aiutano i movimenti laterali. Alcuni purificano i polmoni, la gola o altri organi e influenzano il buon funzionamento delle ghiandole endocrine, come la tiroide. Oltre a questi risultati fisici, alcuni esercizi hanno grande effetto sulla mente dell´uomo, sul suo potere di concentrazione e sulla memoria e risvegliano la spiritualità.
La pratica regolare degli esercizi yoga porta buona salute, longevità, forza, energia e vitalità attraverso un sistema semplice, efficace, economico e praticabile senza alcun aiuto, una volta che ne venga raggiunta una conoscenza preliminare.