Negli ultimi anni il progresso tecnologico è diventato una sorta di “divinità” a cui si devono le più importanti innovazioni per quanto riguarda il miglioramento della vita umana. Basti pensare alla medicina, alle battaglie contro Aids, malattie endemiche, diabete: molti farmaci e strumenti tecnologici si sono creati, se non per sconfiggerle del tutto, almeno per alleviare i fastidi e gli effetti recati da queste malattie. Altri benefici apportati dal progresso tecnologico li vedremo probabilmente nei prossimi anni, tra cui la sconfitta del cancro e di numerose altre malattie, ma anche la cura di molte disabilità e in generale l’ulteriore estensione della longevità umana.

Sono tutti sviluppi positivi, ma non bisogna dimenticare che il progresso tecnologico è come una specie di Giano bifronte, ovvero è anche un’arma a doppio taglio: accanto ai mille miracoli per il bene della collettività da esso create, in un qualsiasi laboratorio con le adeguate attrezzature biotecnologiche, è possibile ad esempio dare origine a un agente patogeno che potrebbe essere più distruttivo di una testata nucleare. La natura della tecnologia è quella di essere un mezzo, e come tale i suoi effetti dipendono da chi la utilizza e in che modo.
Tecnologia in ambito medico. Per quanto riguarda la medicina, il progresso tecnologico ha portato certo più benefici che disastri. D´altronde le  terapie mediche avanzate dipendono da apparecchiature costose e ad alta tecnologia che possono solo essere prodotte da società che siano tecnologicamente ed economicamente sviluppate. Di conseguenza non si può avere progresso in medicina senza l’intero sistema tecnologico e tutto ciò che questo porta con sé. Tra le ultime frontiere in campo medico c’è la nanotecnologia, che essendo un settore ancora “a rischio”, si è dotato di alcune regole etiche. Gli studi e le scoperte in questo senso sono moltissime: dai nanoprocessori da sguinzagliare dentro il corpo umano a caccia di molecole-bersaglio, ai nanotrasportatori di medicine, dai biomarcatori per le diagnosi precoci, alle nanoparticelle d’oro per diagnosticare velocemente e combattere determinati tipi di cancro. E tante altre applicazioni ancora.
Grazie al progresso tecnologico, poi, una stessa operazione può essere effettuata da due equipe mediche poste agli angoli opposti del globo (teleanestesia), e con internet e con sistemi di calcolo e archivio sempre più efficienti, medici e studiosi possono scambiarsi esperienze, dati e competenze, per un avanzamento della conoscenza medica senza limiti e senza frontiere. Il progresso tecnologico è anche in grado di migliorare notevolmente la vita dei disabili di vario tipo: basti pensare ai nuovi laser per la vista, o a tutti quegli accessori high tech in grado di donare a un cieco, o a un sordo o a un uomo in carrozzina  un mondo sempre più fruibile e alla sua portata. E ancora nuovi miracoli sono al vaglio di scienziati e ingegneri: dall’orecchio bionico agli innesti per il cervello fino ai robot-infermieri e alle “case intelligenti” per l’assistenza ad anziani e alle persone non autosufficienti.
Le due facce del progresso. Certo non sempre progresso tecnologico è sinonimo di felicità e di benessere. Alcuni studiosi e filosofi hanno messo in evidenza come nei Paesi sviluppati una delle cause principali delle malattie sia proprio il sistema della sanità, il quale ha posto un’enfasi sulle soluzioni tecnologiche che avrebbe spostato l’attenzione più verso le cure ad alto costo che verso la prevenzione a basso costo. O pensiamo alla cosiddetta “cultura della pillola”, in cui gli effetti collaterali di ciascuna pillola vanno curati da altre pillole, i cui effetti collaterali vanno a loro volta curati e così via. Magari l’effetto cumulativo di queste pillole e di altri interventi migliora il particolare problema di salute che stiamo affrontando, ma non provoca necessariamente un migliore stato di salute generale.
Inoltre il progresso tecnologico-scientifico ha sì favorito enormemente, rendendola più agevole, sia la diagnosi che la terapia di molte malattie, ma d’altra parte, come  conseguenza dei numerosi e determinanti aiuti esterni, le capacità diagnostiche del medico al letto del malato si sono inaridite. Come dire: un avanzamento della tecnologia direttamente proporzionale a un’involuzione clinica ed umana. E poi ci sono le scoperte e gli utilizzi potenzialmente pericolosi del progresso anche in medicina, che non sono mai mancati nel corso della storia umana. La quale insegna che, in questo caso, è sempre meglio evitare divieti e interdizioni senza se e senza ma: ciò infatti non farebbe altro che spingere questi progetti nella clandestinità, dove il loro progresso continuerebbe senza controlli etici o regolamentazione.