Il termine iridologia letteralmente significa “studio dell’iride”. Si tratta di una particolare disciplina che, attraverso l’osservazione e lo studio delle macchie, dei pigmenti, della trama e di tutti i segni rilevabili sull’iride, riesce a diagnosticare la presenza di eventuali disturbi o patologie degli organi interni ai quali tali segni in superficie vengono fatti corrispondere.

Iridologia: CENNI STORICI 

L’osservazione dell’occhio ha origini molto remote: esistono scritti che testimoniano come già nel 2000 a.C. presso le antiche dinastie cinesi o nel 1500 a.C. nell’antico Egitto ci si avvalesse dello studio dei segni oculari in relazione alle malattie. Anche il padre della medicina Ippocrate ne parlava nel V sec a. C. e sono ancora diverse le testimonianze rintracciabili nel corso dei secoli, nelle civiltà della Mesopotamia ad esempio fino ad arrivare ai racconti del Vangelo di Luca del 70 d.C.

La nascita dell’iridologia moderna è però attribuibile alle ricerche del dott. Ignatz von Peczely, che a seguito di un esperimento, fu il primo a pubblicare una vera e propria “mappa dell’ “iride” nel 1886, attribuendo ad ogni segno presente sulla superficie dell’occhio un corrispondente disturbo a livello di un organo interno.

Diversi sono stati gli studiosi che, nel corso del ‘900 hanno ripreso e ampliato le sue teorie, come il reverendo Nils Liljequist o i tedeschi Angerer e Schnabel e soprattutto il dottor Bernard Jensen, uno dei naturopati più conosciuti al mondo, che ha tracciato una mappa dell’iride molto ampia, con il rilevamento di 166 aree, ognuna delle quali associabile ad una relativa parte interna dell’organismo.

In Italia la diffusione dell’iridologia si deve all’opera di Luigi Costacurta e Sigfried Rizzi negli anni ’80. Opera di Sebastiano Magnano è stata poi la fondazione del Centro Italiano di Studi Iridologici nel 1985, che ha contribuito in maniera consistente allo sviluppo della pratica iridologica nel nostro Paese.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

La Scuola Rudy Lanza, con sede centrale in Val Pellice (Torino) è la prima scuola ad aver introdotto la naturopatia in Italia ed offre dei corsi monotematici e residenziali ( di 4 o 5 giorni consecutivi) con training di approfondimento in iridologia olistica, iridologia naturopatica ed emozionale.

Ampio spazio allo studio dell’iridologia anche presso la Scuola di Iridologia e  Naturoigienotrofopatia dell’Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali G. Galilei di Trento, fondata da Luigi Costacurta nel 1988, in cui vengono formati iridologi naturopati.

È possibile seguire corsi e specializzarsi in iridologia anche presso la Scuola di Iridologia Sistemica di Milano, fondata da Sebastiano Magnano, con percorsi teorici, tirocini pratici e iridodiagnosi con supervisione.

L’iridologia trova spazio in corsi di specializzazione presso la SIMO, (Scuola Italiana di Medicina Olistica), l’Istituto di Medicina Naturale di Urbino, l’associazione Iridologica Italiana Assiri di Laces (BZ) fondata da Sigfried Rizzi nel 1987, Il DORIMO ( Centro Documentazione e Ricerca in Microsemeiotica Oftalmica) di Padova, che ha creato anche un centro in Brasile, e in diverse scuole di naturopatia, come la Scuola Superiore di Naturopatia di Genova, la Scuola di Naturopatia di Ancona o la Scuola di Medicina Naturale “Genesis” di Roma.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

In Italia la diffusione dell’iridologia è avvenuta a partire dalla fine degli anni Settanta, grazie alle ricerche di Luigi Costacurta e alla pubblicazione della sua opera “L’iridologia” nel 1977. Sigfried Rizzi ha approfondito gli studi interessandosi dell’osservazione del bordo pupillare interno e avvicinando l’iridologia all’omeopatia.

Il secondo libro sull’iridologia pubblicato in Italia è quello di Emilio Ratti nel 1981, basato sulle riflessioni di Deck nel suo lavoro “Principi di iridodiagnosi”.

Un’ulteriore input per lo sviluppo e l’interessamento dell’iridologia è stato quello di Sebastiano Magnano, che ha indagato in particolar modo gli aspetti della personalità e ha elaborato un metodo psicodiagnostico per una lettura globale e più profonda dell’individuo attraverso i segni iridei. Magnano ha inoltre fondato il Centro Italiano di Studi Iridologici nel 1985, considerato un importantissimo contributo per la diffusione di tale pratica.

Dagli anni Ottanta ad oggi gli studi sull’iridologia sono andati sempre più intensificandosi, così come le pubblicazioni ( si ricorda ad esempio “Corso di Iridologia” del dott. Gazzola del 1994, con una mappa particolarmente dettagliata dell’iride e la descrizione delle diverse indicazioni terapeutiche adatte). Anche se la medicina tradizionale resta scettica nei confronti di questa pratica, poiché ne contesta la mancanza di effettivi principi scientifici, sono sempre più le persone che si avvicinano all’iridologia testimoniandone riscontri positivi e crescente è anche il numero delle scuole che offrono corsi di specializzazione nei diversi aspetti che caratterizzano l’iridologia.

TRATTATO DESCRITTIVO

L’origine della parola “iride” viene fatta risalire alla dea dell’arcobaleno dell’antica mitologia greca: Iride appunto. Ciò è dovuto all’insieme delle sfaccettature cromatiche che lo caratterizza e che rappresenta il tratto distintivo degli occhi di ciascun individuo. L’iridologia prende l’iride come punto di riferimento per diagnosticare eventuali disturbi o patologie a livello degli organi interni. Infatti, sulla superficie dell’occhio è possibile tracciare una mappa, una sorta di carta topografica, facendo corrispondere ad ogni area una determinata parte interna dell’organismo.

I segni iridei

Una delle mappe più importanti in tal senso è stata quella tracciata da Bernard Jensen negli anni ’50, con 166 aree ( 80 nell’iride destra e 86 in quella sinistra). All’interno di queste aree vi è un’ulteriore suddivisione in sette zone, su cui sono più facilmente individuabili i diversi segni iridei: essi possono essere le lacune, ossia dei fori sul tessuto dell’iride che solitamente indicano una debilitazione nel corrispettivo organo interno; i raggi solari, delle linee che si espandono a forma di raggi sulla superficie dell’occhio e possono essere sintomo di intossicazioni di varia natura o di forme allergiche; o ancora le cripte, dei fori scuri che solitamente, se è presente una patologia in corso, indicano un aggravamento della stessa.

La colorazione

Oltre alla costituzione dell’iride e alla rilevazione dei segni in esso presenti, in iridologia è molto importante anche la colorazione. Proprio da questa è possibile partire per identificare diversi tipi di soggetti e dividerli in costituzioni: ad esempio, gli individui con occhi chiari con gradazioni che possono andare dall’azzurro chiaro al grigio, fanno parte della costituzione linfatica, solitamente presentano una maggiore reattività del sistema linfatico e sono facilmente soggetti a fenomeni allergici; oppure le persone con gli occhi castani si possono raggruppare in quella definita costituzione ematogena e possono presentare insufficienze metaboliche a livello del fegato.

Le diatesi

Altro aspetto importante per l’analisi dell’iride è l’individuazione delle diatesi, ossia delle predisposizioni di ogni organismo verso particolari tipi di patologie, rilevabili attraverso lo studio dei pigmenti di colore presenti sul colore base dell’occhio: ad esempio, la diatesi discrasica appartiene a quei soggetti le cui iridi presentano delle pigmentazioni di varie tonalità di marrone, che stanno ad indicare un eccesso di tossine nel sangue; o ancora la diatesi lipidica o colesterinica, si presenta invece sottoforma di un anello giallastro nella parte esterna dell’iride, dovuto al deposito di lipidi e indica una maggiore predisposizione a disturbi cardiocircolatori.

Le fibre connettivali

Anche le fibre connettivali presenti sulla superficie dell’occhio sono di fondamentale importanza per lo studio iridologico e anche esse possono essere classificate in base alla loro struttura, dando origine a quelle che sono definite disposizioni: se le fibre sono disposte in modo equilibrato, a raggio verso l’esterno, si avrà la disposizione neurogena, tipica di soggetti portati più facilmente a soffrire di cefalee o problemi al sistema nervoso; oppure se sono presenti diverse lacune sul bordo della corona dell’iride, si ha la disposizione ghiandolare debole e solitamente appartiene ad individui con disturbi alle ghiandole endocrine, come ipotalamo, pancreas o tiroide.

Questi tre aspetti, le costituzioni, le disposizioni e le diatesi, sono alla base di quella che viene definita “iridologia costituzionale”. Ma esistono diversi rami di tale disciplina, ognuno dei quali pone l’attenzione sull’analisi e il rilevamento di diverse caratteristiche dell’organismo.

I dottori ed il loro approccio

Un approccio molto interessante è quello del dott. Sebastiano Magnano. Egli, negli anni ’90, ha dato il via a diversi studi per rilevare le caratteristiche del carattere umano attraverso le rilevazioni iridologiche. Con la sua opera “Iridologia psicologica” del 1994, ha introdotto un nuovo modo per avvicinarsi alla lettura dell’occhio: essa infatti non è solo un mezzo per riuscire a diagnosticare eventuali problemi a livello fisico, ma è anche e soprattutto una mappa per riuscire a leggere la mente degli individui e tracciare le linee della loro personalità. Magnano ha basato le sue rilevazioni non solo sull’analisi dei segni iridei, ma anche sull’intensità delle pulsazioni pupillari, dell’orlo pupillare e anche della colorazione. Ad esempio, i soggetti con un orlo pupillare interno particolarmente ampio, sono ottimisti, emotivi, ma a volte anche aggressivi; oppure delle punteggiature rossastre nella parte superiore dell’iride possono appartenere ad individui fragili emotivamente e soggetti a fobie di varia natura.

Un altro approfondimento della disciplina iridologica è stato quello apportato dal dott. Lo Rito che, con l’introduzione dei concetti di cronorischio e spaziorischio, ha introdotto un metodo per leggere nei segni dell’occhio la storia personale di ogni essere umano. Egli è infatti partito dal presupposto che ogni segno irideo è portatore di molteplici informazioni e, attraverso una particolare analisi, può essere in grado di determinare un momento specifico della vita passata in cui si è verificato un trauma o un disturbo. Questo tipo di approccio è stato definito “iridologia multidimensionale”.

La lettura dell’occhio può essere fatta in modo “casalingo”, attraverso l’uso di particolari lenti. Ma rimane sempre un’analisi superficiale. L’esperto della disciplina è definito iridologo e si avvale di diversi mezzi. Quello più utilizzato attualmente è l’iridoscopio, un microscopio simile a quello utilizzato dagli oculisti ma che riesce anche a rilevare la parte colorata dell’occhio.