Una definizione un po´ oscura per coloro che non sono medici, descrive l´ortognatodonzia nel seguente modo: l´ortognatodonzia è la branca dell´odontoiatria che si occupa delle disarmonie cranio-facciali, delle malocclusioni, delle malposizioni dentarie e, più in generale, del normale funzionamento dell´apparato stomatognatico, suggerendo i mezzi terapeutici più idonei alla correzione delle eventuali anomalie presenti. L´ortodonzia, collegata ad essa, letteralmente significa “denti dritti”.

L´etimo completa quanto affermato: “l´ortognatodonzia (parola che deriva da orto=dritto + gnato=mascellari + donzia=denti ) e´ la parte dell´odontoiatria che si occupa di correggere la crescita delle basi ossee e la posizione dei denti, migliorando la masticazione, respirazione ed estetica”.

CENNI STORICI

Nelle civiltà Egiziana e Babilonese (IV e V sec. A.C.), il mal di denti era ritenuto un segno dell´ira divina e la guarigione poteva essere ottenuta con  preghiere e “incantesimi”. Lo storico greco Erodoto scrisse che l´Egitto era pieno di specialisti nei vari settori della medicina.

Altri studiosi affermano che tra gli Assiri fosse regolarmente praticata l´estrazione dei denti e che ci fossero teorie su come curare una mandibola slogata.

Gli etruschi erano più esperti e avevano dentisti che operavano con destrezza. Nel 700 A.C. erano capaci di interventi dentistici eccezionali; sono state rinvenute parti di dentiere in alcune tombe etrusche: bande di puro oro alle quali erano incastonati denti finti, saldati insieme per adattarsi ai denti naturali e rimpiazzare quelli mancanti. La realtà storica di queste pratiche è un po´ misteriosa, ma vale la pena indagarla.

Venendo a date più vicine alla nostra e importanti per l´evoluzione della medicina negli ultimi due secoli, bisogna dire che nel 1839 nasce il primo giornale interamente dedicato all´Odontoiatria “The American Journal of Dental Science”. Nel 1840 sorge a Baltimora il College of Dental Surgery, la prima scuola nel mondo fondata per dare un corso regolare e sistematico all´insegnamento della chirurgia dentistica. Nascevano i primi D.D.S. (Doctor of Dental Surgery) ovvero i primi odontoiatri.

Di questi anni anche l´invenzione della vulcanizzazione del caucciù, che fornì l´ortodonzia di un nuovo materiale, insostituibile per elasticità e plasticità. Ed è esattamente nel 1839 che per la prima volta si userà il termine ortodonzia.

Alcune date agli albori della medicina moderna:

1740: Madamoiselle Calais è la prima dentista femmina; però 15 anni più tardi (1755) viene promulgata una legge che impedisce alle donne di esercitare la chirurgia e l´arte dentale; Madamoiselle Calais e Madamoiselle Henrieu, un´altra dentista, comunque continuano ad esercitare. E´ interessante notare come i prodromi di questa branca della medicina già costituiscono lo specchio di ciò che sarà il futuro, perché oggi non sono pochi gli odontoiatri che esercitano il mestiere di dentista nella clandestinità.

1743: A. Levet adopera il primo specchietto odontoiatrico endorale, che consente di avere una visione di zone difficilmente osservabili della bocca.

1746: C. Mouton, dentista del Re Luigi XV di Francia, pubblica il “Saggio di odontoiatria e discussione sui denti artificiali”, in cui si leggono opinioni sulle corone nella protesi fissa, sui denti a perno, in oro, sui trapianti e reimpianti dei denti naturali. In questo saggio di odontoiatria, troviamo scritto: “di ricoprire i denti difettosi con una capsula d´oro che abbia sufficienti ritenzioni sulla superficie esterna (per consentire l´adesione di materiali estetici) e che aderisca perfettamente al dente sottostante in modo che non vi si infiltrino gli alimenti”. Mouton continua nel suo libro scrivendo che i denti caduti in seguito a lussazione “possono essere reimpiantati” e che per le protesi vanno anche bene i denti di persone decedute purché utilizzati prima che la sostanza ed i colori siano alterati” o i denti di animali come “quelli di bue che consentono un buon uso”.

1770: Il farmacista francese A. Duchateau esegue i primi ponti in ceramica con l´aiuto e la collaborazione di un porcellaniere (Guerard) e di un dentista parigino (Dubois).

1788: Il farmacista Duchateau ottiene un brevetto sulla fabbricazione di denti artificiali in ceramica.

1799: Ungheria. Alla Facoltà di medicina di Budapest viene istituito il diploma di Arte Dentaria.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

Chi può esercitare l´ortodonzia? Gli ortodontisti, prioritariamente, sono dentisti, ma non tutti i dentisti diventano ortognatodontisti.

Possono fare ortodonzia (correzioni delle malformazioni dentarie) gli abilitati all´esercizio dell´odontoiatria (cura delle malattie dei denti), e quindi tutti i laureati in odontoiatria o i medici chirurghi inseriti nel relativo albo; alcuni hanno frequentato una scuola di specializzazione in ortognatodonzia. Riguardo a quest´ultima occhio però a chi si spaccia per esperto. In campo dentistico non sono pochi quelli che, pur avendo titoli in merito, non hanno alcuna competenza altamente specifica, e siccome questa branca della medicina sta conoscendo una pluralità di vocazioni verso maggiori specificità, è meglio informarsi bene, anche presso le associazioni citate, per scegliere ciò che fa meglio al caso.

Ogni ateneo che ospita una facoltà di medicina in Italia ha corsi di laurea specifici.

Il Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria è stato istituito in Italia nel 1980, in ottemperanza alle direttive dell´Unione Europea 686/78 e 687/78.

La creazione della figura professionale dell´odontoiatra, distinta ed autonoma rispetto a quella del medico, si è resa necessaria allo scopo di adeguare il nostro Paese alle normative degli altri Paesi membri dell´Unione Europea.

E´ evidente che l´uniformità dei percorsi formativi, ed il conseguente automatico riconoscimento dei titoli di studio tra tutti i Paesi dell´Unione, facilitano enormemente gli scambi tra Università straniere e rendono autenticamente operativo il diritto di stabilimento e di esercizio della professione in tutta Europa: è dunque possibile, per l´odontoiatra italiano, esercitare liberamente la professione in tutti i Paesi dell´Unione.

Inoltre, l´istituzione di un corso di laurea specialistico risponde a delle esigenze di carattere culturale. Il progredire delle conoscenze scientifiche rende indispensabile la creazione di figure professionali nuove, fortemente specializzate: non più quindi medici generici ma odontoiatri con una preparazione scientifica e tecnica a livello universitario, con una buona base di conoscenze in campo medico e chirurgico. Il corso di laurea offre una formazione propedeutica medico-biologica, su cui si innestano conoscenze più specifiche inerenti alla cultura alimentare ed allo stato di salute dell´uomo, nei loro riflessi con la patologia dentaria.

Sono innumerevoli le possibilità formative in Italia, non vi è regione sguarnita. Tutti i corsi sono di alto livello, semmai il problema è un altro: ci sono molti odontoiatri che svolgono la professione tipica del dentista e ci sono non pochi studenti italiani che decidono di studiare in Spagna o Romania, per motivi di accesso ai corsi, che spesso non riescono a soddisfare in modo ottimale le varie richieste.

Fra le scuole di specializzazione in ortognatodonzia menzioniamo l´Università degli Studi di Siena. E´ importante dire che nel 2009 per il Censis questo è risultato il primo ateneo italiano per vivibilità, qualità dei servizi e dei corsi, mentre secondo Il Sole 24 Ore,  valutando gli stessi aspetti, è il trentottesimo ateneo tra tutti quelli statali, a dimostrazione di una certa fluidità nella valutazione, ma anche di un´uniformità dell´offerta formativa in merito. Il dato non è contraddittorio, perché l´offerta accademica generale è qualitativamente alta, quindi piccole oscillazioni di valutazione possono cambiare parecchio lo status dell´ateneo e dei corsi in merito. Per quello che riguarda questa disciplina menzioniamo parimenti anche le scuole di specializzazione relative all´Università di Padova, La Sapienza di Roma, La Cattolica (Roma), l´Università degli Studi di Brescia, l´Università Federico II di Napoli, l´Università di Pavia, l´Università Statale di Milano.

I corsi di laurea in odontoiatria sono innumerevoli e tutti di alto livello: Milano (Bicocca) e Statale, Torino, Bologna (il più antico corso di studi in Italia e nel mondo occidentale riservato alla cura dei denti), Roma (La Sapienza, Tor Vergata), Ferrara, Napoli, Cagliari, Catanzaro (Università Magna Graecia), Catania, Palermo, Bari, ecc.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

Per non creare confusioni diciamo che l´ortodonzia è quella branca dell´odontostomatologia che si occupa della adeguata disposizione dei denti irregolari e delle disarmonie più specificatamente ascrivibili ad essi. La ortognatodonzia tiene invece conto di un´analisi più vasta, che include anche tutti gli aspetti di studio e diagnosi cranio-facciali, la deglutizione e la loro relazione diretta e indiretta con altri aspetti funzionali del corpo, disfunzioni mandibolari e della mascella.

Il 70% per cento della popolazione soffre di disturbi o problemi di competenza della ortognatodonzia e più specificatamente della ortodonzia, che cominciano a essere più visibili  nella pubertà. Molti non lo sanno, altri non se ne accorgeranno mai, e altri ancora  ne potrebbero pagare le conseguenze più in là con gli anni. Bisogna dire che la posturologia dovrebbe occupare un ruolo primario nella prevenzione o correzione di cattive abitudini; potrebbe essere più efficacemente insegnata e proposta nelle scuole e nei posti di lavoro, e così si eviterebbero molte patologie che coinvolgono la materia in essere.

Per ciò che concerne ancora di più l´ortodonzia, è importante specificare che la durata di un trattamento varia e dipende dal problema da curare. Un trattamento ortodontico può durare da pochi mesi a 2, massimo 3 anni, nell´adulto. Nel bambino in crescita, invece, a causa del continuo sviluppo della dentatura, si usa alternare periodi di trattamento ad altri di attesa, ad esempio può essere necessario un trattamento in due tempi, in dentizione mista e poi  appena erotti tutti i denti permanenti. La biostatistica fornisce degli indicatori orientativi, ma attendibili riguardo al tempo nel quale si ritiene adeguato attendersi determinati risultati.

Questi dati confermano un´efficacia del trattamento piuttosto elevata, che naturalmente differisce a seconda delle patologie esaminate. Il cittadino deve sapere che quando un paziente usa un apparecchio odontotecnico per la correzione della bocca, questo si dimostra efficace nella quasi totalità dei casi. A variare è la costanza del paziente e l´eventuale insorgere di altri problemi. Con una certa sufficienza vengono considerate le materie in questione come scienze non vitali, dalle quali spesso non dipende appunto la vita o la morte del paziente, ma non bisogna dimenticare che cure approssimative o non effettuate possono apportare danni rilevanti in altri ambiti fisiologici. Così come una cattiva postura nella corsa di un´atleta può generare enormi problemi alla spina dorsale, fino al non raro e complesso intervento chirurgico, anche la mancata cura dell´apparato cranio-facciale e dentale, può generare grossi problemi nei più diversi centri  vitali. La straordinario successo delle  pratiche odontoiatriche è coadiuvato quindi anche dal fatto che ciò che non è curato in un modo, finisce talvolta per emergere in altre patologie che sono competenza definitiva di  diverse branche della medicina. A quel punto il medico o il chirurgo non fornisce un background della salute del paziente, ma si occupa fondamentalmente di curare la malattia attuale del paziente, che ha origini lontane e trascurate. E´ questo il dato biostatistico che incide maggiormente. La medicina che si occupa dei centri vitali non è più o meno importante rispetto ad altre realtà dell´intervento medico, ma è maggiormente definitiva. Alla luce di queste considerazioni è ovvio che la vecchia contrapposizione dei vari settori di studio finisce per cedere il passo a un concetto moderno di medicina armonica.

Gli odontoiatri hanno un associazione, l´AIO, poi c´è il FNOMCeO, che riunisce i medici chirurghi e gli odontoiatri. Occorre ricordare soprattutto l´ASIO (Associazione Specialisti Italiani Ortodonzia), a sua volta collegata all´’EFOSA (la Federazione Europea delle Associazioni Specialisti in Ortognatodonzia), che ha integrato l´associazione italiana nel 1999, in quanto  conforme ai requisiti di alta professionalità e standard assistenziale. Questa associazione è importante perché, coadiuvata dagli indirizzi e dalle iniziative del Ministero della Salute, coordina e disciplina il settore su una base di esperienza medica e clinica, quindi è in grado di approcciare e far conoscere ai professionisti del settore, e non solo, tutte le tematiche, i rischi e le informazioni adeguate.

Importante menzionare anche la SIDO (Società Italiana Ortodonzia) che coordina e informa su varie iniziative presenti sul territorio a livello congressuale o di altro tipo, come per esempio progetti e iniziative rivolte ai cittadini, nonché corsi di aggiornamento per professionisti. Non mancano persino iniziative associative tese ad affrontare le tematiche degli assistenti di studio e del personale ausiliare.

Per quello che concerne l´assistenza odontoiatrica vi è una certa omogeneità nelle strutture ospedaliere ed è un´attività svolta secondo i criteri della pratica dentistica (studi e convenzioni), mentre per ciò che riguarda più profondamente l´ortognatodonzia, le strutture di eccellenza sono i relativi reparti presso il Gaslini di Genova (Ospedale Pediatrico IRCCS), l´Ospedale San Gerardo di Monza, il San Raffaele di Milano, il Policlinico Gemelli e il Fatebenefratelli di Roma, senza dimenticare le strutture ospedaliere di Padova, Torino, Ferrara e Pavia. Molto importante poi il reparto dell´Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù in Roma, che assieme al Gaslini, svolge un ruolo importante, dato che determinate patologie o disfunzioni trovano cura particolarmente efficace nei primi anni di vita.

Inoltre l’Istituto Stomatologico Tirreno da tempo ha attivato una struttura clinica, diretta dal Prof. Ugo Covani, finalizzata alla gestione del Centro di Odontoiatria dell’Ospedale della Versilia, avveniristico stabilimento ospedaliero del Sistema Sanitario della Toscana.

TRATTATO DESCRITTIVO

E´ probabile che molti malesseri, emicranie, dolori forti, i quali spesso non riescono a trovare un´adeguata spiegazione medica, abbiano rimedio in una branca della medicina, l´ortognatodonzia, fin qui troppo sacrificata rispetto alla sola cura dei denti. Il paziente, e non solo, deve pensare a se stesso, partendo per esempio da questo tipo di studi, come a un quadro armonico dove ciascun organo o funzione sia collegato al tutto e, anzi, possa condizionare apparati fisiologici, considerati troppo spesso avulsi dal contesto.

Il cittadino, colto o meno, che si confronta con le terminologie mediche non ha del tutto chiaro il significato e le funzioni specifiche del settore medico in questione, che invece ha specificità di grande rilievo. Intanto cos´è una malocclusione? Con questa parola si intende una cattiva chiusura dei denti, ovvero, come tutti possono intuire, l´apparato dentale, superiore e inferiore, è concepito da madre natura per chiudersi in modo ottimale, con perfetto allineamento dei molari superiori e inferiori, dei denti frontali, ma quando ciò non avviene e vi sono delle discrepanze tra le basi ossee che sostengono i denti, ciò diventa oggetto di studio e rimedio da parte dell´odontoiatra e del dentista. Cattive abitudini sottovalutate, possono alterare l´equilibrio dentale, come per esempio mangiare le unghie, le matite/penne, le “pellicine” delle unghie, la pelle delle nocche. Queste pratiche, considerate semplicemente maleducazione, hanno una precisa motivazione psicologica, e sarebbe bene scoprire subito le cause di questi problemi che si radicano già nell´adolescenza. Alcune volte queste abitudini coinvolgono lembi di lenzuola, le proprie guance e in tenera età il ciuccio/biberon. Scorrette posizioni mantenute nel tempo, come per esempio appoggiare continuativamente il mento ad una mano, addormentarsi con il braccio sotto il volto, possono creare serie complicazioni.

Riguardo all´apparato stomatognatico, semplificando si può dire che questo riguardi ancora più profondamente ciò che concerne le funzioni di masticazione, deglutizione, sbadiglio, sorriso, morso, articolazione dei suoni. Vi è una cattiva e diffusa interpretazione che vede i problemi dei denti come dissociate da discrasie facciali o, ancora più spesso, da altri problemi di salute, invece la cattiva salute dei denti altera la fisiologia del corpo e può provocare gravi danni, anche permanenti, a molti apparati fisiologici. Cranio, mandibola, dentizione, lingua e colonna cervicale formano in realtà un´unità funzionale inscindibile e come tale va esaminata. A sua volta tale unità è indissolubilmente legata all´intera postura. Occorre quindi tener presente che qualunque intervento riguardante la bocca potrà avere influenze sull´intero corpo. Il movimento mandibolare, la sua cosiddetta relazione centrica funzionale, ha un ruolo importantissimo, che merita una trattazione specifica. Spiegando meglio, un esempio classico è la retrusione della mandibola rispetto alla mascella o viceversa, queste due diverse e innate posizioni cambiano tutta la postura del corpo, e sono menzionate rispettivamente come II e III classe. E´ interessante notare, per chiunque approcci queste tematiche, come un bravo ortognatodontista possa indovinare da movimenti, anche impercettibili, problemi e vizi di postura di tutto il corpo. La I classe scheletrica, che definisce la normalità fisiologica, corrisponde a: testa “in centrica” riguardo all´apparato cervicale, mandibola “in centrica” rispetto alla testa, lingua “in centrica” sul palato, unità cranio-cervico-mandibolare in “centrica” rispetto al baricentro del corpo. In sostanza significa che mascella, mandibola e cranio sono perfettamente equilibrati, nella loro posizione, senza prevalenze innaturali rispetto a un´ottimale anatomia.

Ci sono poi varie anomalie, come il movimento mandibolare e mascellare non in asse, ovvero il masticare storto, detto in altre parole.

In linea generale però è vero però anche il contrario, cioè che un cattivo appoggio dei piedi si rifletta in su e in modo particolare sulla spina dorsale. Persino nausee, problemi all´udito, secchezza e arrossamento di occhi o gola, problemi respiratori, sono ulteriori sintomatologie provocate da alterazioni stomatognatiche. Buona parte dei pazienti con cattiva funzionalità del sistema cranio-mandibolo-vertebrale presenta  problemi di equilibrio. Occorre a tal proposito considerare che le ossa delle tempie costituiscono il supporto degli organi vestibolari (l´apparato interno, dietro l´orecchio esterno) fondamentali nel gestire l´equilibrio. Chiunque osservi se stesso quotidianamente potrà trovare delle asimmetrie o delle posizioni sbagliate del proprio corpo, niente paura! L´uomo è asimmetrico per definizione, ed è tale anche rispetto proprio al concetto di perfezione anatomica, pur essendo una “macchina perfetta”, ma in confronto al regno animale perfino i difetti concorrono a renderlo unico.

Odontoiatria è anche cura dei tessuti che sostengono i denti, la cui malattia è definita in gergo popolare e  nella sua forma più grave “piorrea”, cioè l´emissione di materiale purulento che non di rado sfocia in patologie più gravi. Si può pensare impropriamente che i denti siano tenuti fermi esclusivamente dalle gengive, le quali, invece, sono solo la parte più esterna di una grande opera architettonica, l´apparato parodontale, o parodonto, che ci permette di masticare, e che è costituito da osso alveolare, legamento alveolo dentale, cemento radicolare e gengiva, praticamente tutto ciò che è inerente o prossimo alle cavità delle ossa mascellari. Di questo apparato si occupa una speciale branca dell´odontoiatria, la parodontologia, termine che deriva dal greco e che significa studio di tutto ciò che sta intorno al dente e che gli dà sostegno.

I progressi fatti nel campo della parodontologia permettono oggi di conoscere per esempio la predisposizione personale a sviluppare la malattia parodontale, quella che un tempo, per l´appunto, era definita piorrea, e di diagnosticare in uno stadio precoce l´attività della stessa. Si tratta di sottoporsi a 2 semplici test parodontali, eseguiti su un prelievo di saliva, il test genetico e di fluido della tasca parodontale e il test microbiologico.

Un attenzione particolare è rivolta all´alitosi. L´analisi ad essa relativa può comportare diagnosi efficaci e mirate, dal valore multidisciplinare.

Si capisce bene come non unicamente la medicina orientale sia vocata a un concetto armonico dell´individuo. Esempio classico per l´oriente è la cura del piede che influenza altre aree del corpo, o l´agopuntura. La cultura medica occidentale, per altre vie e più lentamente, ma anche per certi versi con maggio efficacia, tende sempre più a considerare i singoli aspetti dell´analisi medica come interdisciplinari.

Come affermato da una delle associazioni di dentisti: “Il concetto storico di allineamento dei denti sulle arcate dentarie e´ largamente superato dalle nuove concezioni di riposizionamento nello spazio delle basi ossee (mascella e mandibola) in armonia con la componente neuro-muscolare, con gli elementi dentari, con le parti molli, per ripristinare non solo la funzione masticatoria, ma anche la funzione respiratoria, la deglutizione, la fonesi, l´aspetto estetico (il cui risvolto, non va dimenticato, si ripercuote in campo psicologico…)”.