Le religioni da sempre sono considerate un grande patrimonio dell´umanità, ma al tempo stesso oggetto di controversie e contraddizioni. E´ innegabile che grandi lotte, dissidi, incomprensioni siano nate a causa delle religioni, per strumentalizzazione di esse o per cattive interpretazioni dei loro messaggi. Inoltre le grandi confessioni, pur essendo veicoli di incommensurabili valori spirituali e intellettuali, non di rado, nella sete di assoluto che anima il genere umano, divengono un veicolo di intolleranza: “se il mio Dio è verità suprema, tutte le altre credenze saranno, nel migliore dei casi, un pallido ritratto dei beni supremi”. Ciò pone grandi fasce della popolazione, anche delle aree fortemente industrializzate, in una condizione di intolleranza. In realtà, abbracciare una fede significa vedere la ricchezza e la specificità dell´altro in un quadro armonico, senza nulla togliere a un “assolutismo” di verità, che a ben vedere è tipico delle religioni abramiche. Non dovrebbe essere così per l´Islam, ma invece la realtà dei fatti la dice lunga su come il sentimento religioso lavori nel cuore dell´uomo, animando disegni del tutto diversi dallo spirito originario dei testi e delle vite dei prodromi delle fedi.
Esistono pratiche religiose che vanno contro ormai un sentire diffuso. Qual è quindi la differenza fra tradizione culturale e pratica esecrabile, da abolire?
Dietro la parola cultura si fa passare di tutto, in quanto tutto è cultura, tutto ha una storia, uno sviluppo antropologico, ecc. Per esempio, pratiche come l´infibulazione vengono difese da alcuni stati islamici, facendo presente che questo esercizio risale addirittura all´antico Egitto ed ha percorso la storia e gli eventi di molti popoli. L´infibulazione (dal latino fibula, spilla) è una mutilazione genitale femminile, allo scopo di “preservare” la purezza della sposa, ma che si rivela devastante per la salute della donna oltre che negarle la possibilità del piacere sessuale. E´ una pratica molto diffusa e che addirittura ha fatto timidamente capolino in Italia e in tutti i paesi che conoscono l´immigrazione dai paesi africani in via di sviluppo. Qual è dunque la risposta che bisogna dare a un modello che viene riconosciuto come appartenente alla storia di molti popoli? Nessuno nasce e cresce in una campana di vetro. Una cultura che non sia in grado di percorrere un approccio evolutivo, che non sia in grado di sviluppare attese, diritti, modelli, è una cultura morta, che vive solo di arcaicità. Ci sono tradizioni che evolvono secondo schemi coerenti alla sensibilità attuale. Cultura non è un concetto statico, così come il sentimento religioso, le pratiche che ne sono coinvolte.
Questa dissertazione è a titolo di esempio di ciò che si deve considerare religioso e spirituale in chiave attuale, perché ciò che non è attuale non ha ragione di esistere. Il Corano, la Bibbia, la Torah, sono attuali perché parlano al cuore ed alla mente dell´uomo, altre sono pratiche temporali, soggette al decadimento dei tempi. Sebbene non sia citata in nessuna parte del Corano, l´infibulazione è una tradizione che si può riscontrare come molto diffusa in alcuni paesi islamici, tra i quali l’Egitto, la Somalia, l´Eritrea, la Nigeria, dove, come menzionato, viene consigliata spacciandola come sistema utile a mantenere intatta la purezza della donna. È un tema grave. Spesso viene sollevata l´idea che chiunque venga in un paese occidentale porti con se la propria cultura e che quindi un sistema democratico debba favorire la piena integrazione di modelli differenti, ma si dimentica che chiunque si trovi ad abitare in una nazione diversa da quella di origine, anche se molto differente dai modelli natali, è tenuto a includere nella sua realtà individuale il paese che lo accoglie, in una fusione (osmosi) che ci rende tutti più ricchi della diversità acquisita e, contemporaneamente, rende ricco il cittadino della cultura ospitante. Alcuni obiettano che questo sia un fatto di democrazia, e che la democrazia costituzionale sia un fatto culturale come un altro. Si può invece controbattere che nondimeno è anche un fatto di intelligenza, e che siccome quest´ultima non ha preferenze di cultura, razza o religione, chi si trova nella condizione di immigrato lo capisce, e ai meno dotati, sia indigeni che forestieri, si attuano quelle pratiche tese a favorire una piena integrazione. Chiunque venga in Italia non solo è tenuto ad abbandonare pratiche considerate lesive della dignità e della salute dei suoi simili, ma anche a partecipare integralmente alla vita sociale e culturale del paese. L´esatto opposto dell´intolleranza e della segregazione alla quale si oppone un´integrazione partecipativa e una pienezza di diritti sociali e assistenziali. L´immigrato non può non partecipare alla vita sociale, non può decidere di limitare i suoi diritti. Forse tutto ciò non sarà la perfezione, ma è il meglio che si possa auspicare.
E´ importante anche conoscere bene le culture che trovano ospitalità nel nostro paese, per evitare alcune incomprensioni che non di rado possono essere evitate se correttamente informati sulle ragioni del loro esistere.
L´articolo 583 ter, aggiunto dopo la quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, precisa inoltre che l´esercente la professione sanitaria resosi colpevole di praticare l´infibulazione, sottostà alla pena dell´interdizione dall´esercizio della professione da tre a dieci anni, con comunicazione della sentenza di condanna all´Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Nonostante ciò la suddetta pratica rimane altamente diffusa ed esercitata nella clandestinità, con complicazioni anche maggiori per la salute delle donne.
Tuttavia altre pratiche, di natura alimentare e di matrice culturale religiosa, si dimostrano molto salutari, come per esempio che venga considerato impuro il fatto che un animale erbivoro venga costretto a mangiare composti di base animale o ossea. Questa mancata basilare osservanza ha generato nei “civili occidentali” il cosiddetto morbo della mucca pazza, ma nella cucina Kasher (Israele), nei paesi islamici e in quelli di cultura buddista, tale pratica è assolutamente vietata, in quanto è più forte l´idea, seppur in modo e per ragioni in parte diverse, che mangiare le carni di un animale impuro renda impuri, non è un caso che le culture semite considerino la carne di maiale non idonea al pasto, proprio perché i suini si nutrono di tutto, indifferentemente, anche se bisogna aggiungere che la carne di maiale e gli insaccati, se provengono da animale di sana alimentazione e se mangiati con moderazione, sono comunque una risorsa alimentare positiva, ma questo è comunque un sano approccio culturale semplicemente diverso da altri, fermo restando che si fa sempre più strada una religiosità laica che promuove un “culto” vegetariano. Su una cosa tutti sono d´accordo, escluse alcune multinazionali dell´industria alimentare: il consumo di carne da parte degli uomini adulti è comunque eccessivo ed andrebbe integrato da un´alimentazione più ricca di legumi, verdure, pesce e frutta.
La macellazione secondo il rito islamico halal prevede lo sgozzamento dei montoni ed altri animali senza stordimento, ed è da anni al centro di polemiche che hanno avuto anche eco nazionale. Con l´accordo di qualche tempo fa, è stato previsto presso alcune amministrazioni locali il pre-stordimento del montone (e altri animali destinati al consumo alimentare) tramite l´utilizzo di elettrodi attaccati dietro la testa degli animali. Questo metodo è già utilizzato per la macellazione dei maiali e addormenta l´animale per il lasso di tempo necessario allo sgozzamento e al dissanguamento, come prevede il rituale halal. Tutto ciò, anche se continua a far storcere il naso agli animalisti, rappresenta comunque un esempio di come quando il dialogo viene considerato una priorità, si trovano sempre delle soluzioni, magari non ottimali, ma si trovano.
Anche nei casi più difficili e controversi, il “muro contro muro” genera disagi peggiori, e impedisce a chi fa parte di una visione culturalmente e spiritualmente diversa, di cogliere la bellezza nell´altro. I temi che hanno alla base le confessioni religiose e la salute sono molteplici e degni di diversi approfondimenti. E´ anche un tema non secondario di questi tempi il dibattito sulla salute psichica dei sacerdoti cattolici, data la mole non indifferente di casi di pedofilia e violenze perpetuate dagli stessi, e sono oggetto di studio le dinamiche che portano non pochi uomini di fede verso questa deriva.
Fermo restando che per la tutela dell´infanzia non si fa mai troppo. L´infanzia passa attraverso la storia, le grandi religioni e le conquiste dell´umanità, come qualcosa che non è mai veramente accudito, come se gli adulti, a contraltare di tante differenze esistenti fra di loro, trovassero una comune unità nel privare i bambini di quella ricchezza per la salute psicofisica che si chiama infanzia.