Antonella, da quando è in pensione, ha una nuova passione: nuotare in piscina. Ma quest’estate ha dovuto rinunciare all’acqua salata per un forte dolore alla spalla. Marco, invece, gioca a pallacanestro, fin da piccolo, ma forse lascia. La spalla si è lussata già un paio di volte. Che fare? Ne abbiamo discusso con il Dott. Giovanni Di Giacomo, responsabile del reparto di Ortopedia e Traumatologia presso il Concordia Hospital di Roma. “Esistono piccole lesioni ai tendini della cuffia dei rotatori, dovute ad atteggiamenti posturali scorretti mantenuti durante l’attività lavorativa, lo sport o il sonno. Per queste una fisioterapia mirata alla correzione del difetto posturale, spesso è sufficiente”, spiega il chirurgo di fama mondiale, specializzato in interventi su spalla, ginocchio e gomito. Il dr. Di Giacomo è tra l’altro medico responsabile degli atleti per il circuito ATP di tennis professionistico, tra i suoi pazienti molti olimpionici.

Quando ricorrere alla chirurgia di spalla?
Sono tre le parole chiave che ci conducono all’indicazione chirurgica e ne stabiliscono l’esito: selezione del paziente, qualità del gesto chirurgico e dei materiali usati, lavoro d’equipe in concerto con i fisioterapisti. La riabilitazione è fondamentale, ecco perché collaborano con la nostra struttura (www.spalla.it) diverse equipe riabilitative, nazionali e internazionali. Per individuare il paziente, che realmente necessita di intervento, è comunque indispensabile un’accurata valutazione dell’entità del dolore, dell’età, di patologie associate, della durata della malattia, di un eventuale osteoporosi e delle aspettative del paziente. La risonanza magnetica non fa diagnosi, serve solo come integrazione, alle informazioni che lo specialista acquisisce visitando e interrogando il paziente. Questo è ciò che insegno durante i convegni internazionali, come quello che si terrà il 12 novembre, presso l’Auditorium del Serraphicum a Roma, “La spalla: tra riabilitazione e chirurgia”.

Quando, invece, ricorrere all’impianto di una protesi?
Le cause della patologia generalmente sono degenerative, tipiche degli ultrasessantenni, grave artrosi o lesioni irreparabili dei tendini, talvolta anche traumatiche come fratture complesse dell’omero. I pazienti lamentano di solito dolore notturno e grave limitazione funzionale, che influisce sulla qualità di vita e di relazione; per questa categoria esistono protesi di spalla anatomiche e inverse, di ultima generazione.

E per la lussazione della spalla?
Nei giovani sportivi che praticano attività di contatto suggerisco il trattamento chirurgico, finalizzato a reinserire l’atleta nel contesto sportivo ed evitare recidive. Per chi non pratica attività a rischio, si suggerisce, dopo il primo episodio, tutore per 15 giorni e trattamento riabilitativo specifico. L’intervento chirurgico si rende necessario solo se la spalla dovesse riuscire una seconda volta.