Il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva è l’operatore sanitario che, con titolarità, autonomia professionale e in collaborazione con altri professionisti sanitari appartenenti all’area neuropsichiatrica e pediatrica, svolge interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuro-psicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo.

 


CENNI STORICI

 

La psicomotricità è una disciplina, nata tra la fine del 1800 e l’inizio del ‘900, che si occupa della rieducazione, educazione e terapia attraverso la stimolazione globale dell’individuo, per una crescita armonica. L’educazione psicomotoria nacque come terapia per il trattamento di problemi mentali attraverso l’uso del corpo, ma ben presto si sviluppò anche al di fuori delle cliniche e dei centri di neuropsichiatria infantile. Agli inizi del XX secolo, infatti, il neuropsichiatra francese Phillipe Auguste Tissié criticò la ginnastica che veniva proposta a quel tempo, di tipo militare e volta all’irrobustimento del fisico, e ne propose un’altra che aveva una base scientifica e che univa il movimento al pensiero.
Un altro padre fondatore di questa disciplina fu il dottor Guilmain, che innovò la riabilitazione introducendo un nuovo metodo, questo prevedeva la rieducazione del tono muscolare, della postura e della mimica facciale attraverso il gioco e le attività di relazione che da questo scaturivano. Lo scopo della psicomotricità passò da rieducativo a educativo.
Tra gli anni ’50 e ’70 del Novecento, il neuropsichiatra spagnolo Julien de Ajuriaguerra diede un impulso fondamentale alla psicomotricità, anche attraverso il suo libro “Manuale di psichiatria del bambino”, considerato un testo valido ancora oggi. De Ajuriaguerra sostenne che la sindrome psicomotoria non era legata solo a un danno cerebrale ma doveva essere rapportata anche all’affettività dell’individuo e al suo corpo; con questa tesi il neuropsichiatra proclamò l’unità psicosomatica, prendendo in considerazione l’intera persona, comprensiva di psiche e corpo.
Dagli anni ’70 la psicomotricità ha fatto sempre più riferimento a diverse discipline, come la psicologia, l’etologia, la psicoanalisi, unendo a questi studi sulla comunicazione non verbale. In Francia si sono sviluppate le principali scuole psicomotorie, molte delle quali hanno trovato terreno fertile anche in Italia, le più note sono la “Pratica Psicomotoria” di Bernard Aucouturier, e "Dalla Psicomotricità relazionale all´analisi corporea della relazione" introdotta da André Lapierre.

I primi corsi formativi nelle discipline psicomotorie si ebbero, in Italia, dagli anni ’70, ma è a metà del decennio successivo che, anche grazie all’apporto del professor Giovanni Bollea, padre della moderna neuropsichiatria infantile e  promotore di numerose iniziative rivolte all’infanzia, ci fu il coordinamento delle scuole triennali di psicomotricità. Queste vennero ad accomunarsi per la condivisione dei medesimi criteri e il riconoscimento reciproco, sebbene ognuna conservasse la propria specificità formativa e le proprie concezioni riguardanti la psicomotricità.
Il Decreto Ministeriale n.56 del 17/01/1997 ha disciplinato il profilo professionale del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, conferendogli autonomia professionale e distinguendolo dalla figura del fisioterapista, istituita nel 1994.
Il Corso di Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell´età evolutiva è stato istituito nel 2001, sebbene fosse già attivo un diploma con denominazione simile.

 


SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

 

Il Corso di Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (T.N.P.E.E.), afferente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, appartiene alla Classe delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione (codice SNT/2), ha durata triennale ed è abilitante alla professione.
Per accedere al Corso di Laurea è necessario essere in possesso del diploma di scuola secondaria superiore e superare il test d’ingresso, il corso è, infatti, a numero chiuso e programmato su scala nazionale.
Le università che attivano il Corso di Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva sono: Catanzaro Firenze, Genova, L’Aquila, Messina, Milano (Bicocca, Cattolica del“Sacro Cuore”), Napoli- Seconda Università, Padova, Pavia, Pisa, Roma (La Sapienza, Tor Vergata), Torino.

Dopo aver conseguito la laurea triennale, è possibile proseguire gli studi frequentando il Corso di Laurea Specialistica nelle Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione (codice: SNT_SPEC/2). Tale Corso di Laurea, della durata di due anni, ha lo scopo di fornire competenze e conoscenze dei processi assistenziali, gestionali, formativi e di ricerca nell´ambito pertinente alla propria specialità.
Le Università che attivano questo tipo di Lauree di secondo livello sono: Bari, Catania, Ferrara, Firenze, Genova, L´Aquila, Messina, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Roma (La Sapienza- Tor Vergata), Sassari, Siena, Torino, Udine.

E’ obbligatorio, una volta abilitati alla professione, seguire i corsi di Educazione Continua in Medicina (ECM), per l’aggiornamento e la qualificazione a livello nazionale.

 

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

 

Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva svolge interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili. Basandosi sulle prescrizioni mediche, è tenuto a:
* Adattare gli interventi terapeutici alle peculiari caratteristiche dei pazienti in età evolutiva;
* Elaborare programmi di prevenzione, terapia e riabilitazione dei bambini con problemi di sviluppo;
* Attuare procedure rivolte all’inserimento dei soggetti portatori di disabilità e di handicap neuro-psicomotorio e cognitivo;
* Curare i disturbi percettivo – motori e neuro cognitivi;
* Collaborare con gli operatori scolastici per prevenire e diagnosticare i problemi ed attuare piani educativi individualizzati;
* Verificare l’opportunità di adottare protesi ed ausili rispetto ai compensi neuropsicologici e al rischio psicopatologico
* Documentare l’efficacia dei metodi riabilitativi utilizzati;
* Effettuare attività didattica, di ricerca e di consulenza professionale.

Le aree di competenza riguardano i bambini da 0 a 18 anni che presentano disturbi di sviluppo:
* Disturbi di linguaggio;
* Disturbi dell’apprendimento scolastico (es. dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia);
* Disturbi dell’attenzione e iperattività;
* Sindromi genetiche;
* Ritardo mentale;
* Disturbi generalizzati dello sviluppo, come l´autismo;
* Disturbi della coordinazione motoria;
* Patologie neuro-motorie (paralisi celebrali infantili, patologie ortopediche dell’età evolutiva).

L’associazione italiana di categoria è l’ANUPI (Associazione Nazionale Unitaria Psicomotricisti e Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva Italiani), questa è stata fondata nel 1987 e rappresenta i T.N.P.E.E. per l´ambito sanitario, in virtù del Decreto Ministeriale (14/04/05) e gli Psicomotricisti per l´ambito Socio Educativo, nelle diverse sedi istituzionali: Parlamento, Ministeri, Organizzazioni Sindacali, Università, CNEL, Regioni, Enti Locali.
L’ANUPI si pone come promotrice non solo per tutela dei suoi iscritti, ma anche per l’affermazione di principi etici, deontologici e formativi. Inoltre, l’ANUPI, unitamente alle altre associazioni delle professioni sanitarie, riunite nel CONAPS (Coordinamento Nazionale Associazioni Professioni Sanitarie), mira all’ottenimento di Ordini e Albi professionali.

 

TRATTATO DESCRITTIVO

 

Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva ha il compito di aiutare il bambino a sviluppare la consapevolezza di sé e del proprio corpo affinché sia in grado di esprimere correttamente le proprie emozioni, inoltre, nei casi in cui il bambino sia affetto da disturbi neuro-cognitivi e motori, il terapista interviene per intraprendere un percorso di riabilitazione.
Il terapista fa sì che il bambino riesca ad articolare il proprio pensiero, permettendogli di agire spontaneamente ma, al contempo, di costruire, con le sue azioni e i giochi, un percorso di crescita in ambito fisico, psicologico ed emotivo.
Scopo dei terapisti è, dunque, quello di intervenire sull’azione del singolo bambino o del gruppo per portare ordine e senso lì dove manca coerenza tra pensiero e movimento, utilizzando come mezzo principale il gioco.
I terapisti sfruttano rispettosamente il gioco dei bambini per fornire loro nuovi stimoli e oggetti, cercando di migliorare e potenziare le loro azioni e capacità, il tutto in un contesto pensato e realizzato appositamente per questo scopo.
La conoscenza del proprio corpo, l’orientamento nello spazio e nel tempo e l’organizzazione di questi, rappresentano le capacità base su cui si innestano gli altri tipi di apprendimento, per questo i terapisti cercano, attraverso il gioco e un ambiente adatto, di fornire ai bambini questi strumenti.

Il gioco è uno strumento privilegiato nelle sedute di neuropsicomotricità perché si pone come mediatore nella relazione terapeutica e socio educativa, permettendo al bambino di esprimere il suo mondo interiore e le sue potenzialità.
In ambito educativo, il terapista adatta il gioco alle necessità e alle capacità individuali del bambino: ogni gioco serve a guidare lo sviluppo armonico sotto il profilo sensomotorio, emotivo – relazionale e di socializzazione. Con le attività, singole o di gruppo, guidate dal terapista in ambito non terapeutico, viene data la possibilità al bambino di sviluppare la conoscenza di sé e degli altri, nonché delle regole sociali e comunicative in un ambiente confortevole e organizzato allo scopo.
Questo tipo di attività, svolte non solo in ambito privato ma anche presso strutture pubbliche, come scuole per l’infanzia, possono avere funzione preventiva qualora vi siano bambini a rischio di sviluppare difficoltà di apprendimento e relazionali.

In ambito terapeutico, invece, i terapisti svolgono un’importante funzione di riabilitazione per i disturbi neuro-cognitivi, di percezione, motori, di simbolizzazione e interazione. L’operatore della riabilitazione programma un percorso specifico per il bambino che mira all’acquisizione dell’armonia dei movimenti, al miglioramento della capacità relazionale e affettiva. La terapia neuro psicomotoria aiuta, inoltre, l’evoluzione mentale lì dove c’è un problema d’insufficienza; migliora l’interazione della parte efficiente del corpo con quella non funzionante, quando c’è una neuro lesione; aiuta a ritrovare la percezione e l’unitarietà del corpo nei bambini affetti da disturbi psichiatrici.

Di particolare importanza durante le sedute di neuro psicomotricità è il setting, cioè la componente spaziale e temporale. L’ambiente è fondamentale per aiutare il bambino a sviluppare una corretta motricità e interazione con il mondo, deve, perciò, essere uno spazio attrezzato che possa ospitare attività ludiche e motorie, giochi di simbolizzazione e socializzazione. Il bambino deve saper riconoscere la stanza della psicomotricità, capendo che si tratta di un ambiente confortevole e protetto.
Il tempo è un altro elemento fondamentale, infatti, la seduta di neuro psicomotricità si svolge in un tempo determinato e costante, ed è preceduta da un rituale, come quello di togliersi le scarpe e gli abiti pesanti, che serve a delimitare lo spazio e il tempo fuori da quello dentro la sala.