“Se vuoi essere un uomo buono chiedi consiglio a tre uomini anziani”
Un proverbio cinese di autore non precisato, ci introduce al mondo degli anziani. Inesperienza, ignoranza voluta e poco patita, rigetto di una condizione che la vita prevede per tutti, sono alla base di fratture generazionali che troppo spesso privano i giovani dell´esperienza del vissuto e gli anziani della freschezza e la gioventù di chi la vita comincia a viverla in tutte le sue forme.
Il mondo cambia così rapidamente che forse il gap tra generazioni si accresce senza che si abbia la possibilità di monitorarlo. Con l’avvento di Internet tutto si basa su di un click, che velocemente modifica scenari e informazioni che ci arrivano dal computer; beh allora forse gli anziani sono lontanissimi dalla società moderna. Loro, e purtroppo anche i valori che costituivano la società dei loro tempi, appartengono decisamente ad un’altra epoca; un tempo costruito sugli elementi una società preindustriale, estranea al modo di “sentire e vivere” la vita degli adolescenti di oggi, polo opposto alla popolazione anziana che stiamo valutando.
I fatti dicono che la società contemporanea in Italia privilegia la produzione e il consumo attraverso ritmi incessanti e corse sfrenate, con lo scopo di sorprendere sul tempo la concorrenza; in altri termini la vita attiva 24 ore al giorno, che troppe volte è una disperata ricerca del successo. L´ONU stima che siamo il Paese più vecchio del mondo con circa 12 milioni di ultrasessantacinquenni (Tre milioni purtroppo vivono in solitudine). Tra 12 anni gli anziani con più di 65 anni saranno 15 milioni e nel 2051 arriveranno a 18 milioni. Incredibile che per lo stesso ente di ricerca, l´Italia è anche il fanalino di coda fra le nazioni più industrializzate per la politica di assistenza e sostegno del popolo degli anziani. Gli anziani hanno anche superato il numero dei giovani con meno di 25 anni. La vita media oggi è di circa 80 anni (77 per gli uomini e 83 per le donne). Nel 2020 la percentuale degli anziani nella società sarà a livello del 22,3 per cento e i cittadini con più di 80 anni costituiranno il 6 per cento della popolazione.
A dispetto di queste cifre, l’anziano, emarginato dal processo produttivo, sul quale egli stesso fondava la propria identità, ma a ritmi e modalità ormai desuete, perde la stima degli altri e di riflesso la propria. Il suo destino diventa in tanti casi l’isolamento, la solitudine, la mancanza di rapporti personali significativi.
Ciò incide sulle sue condizioni fisiche e psichiche. Si verificano quindi sindromi “psicopatologiche”; la vita può essere avvertita sovente come priva di significato. Numerosi i tentativi di suicidio, per richiamare su di sé l´attenzione; purtroppo ancora più numerosi i suicidi “riusciti”.
La mancanza di cultura e lo scarso reddito impediscono a molti anziani di usufruire del proprio tempo libero in termini gratificanti. Le passeggiate e la televisione finiscono per costituire gli unici svaghi che possono permettersi. L’anziano malato è destinato a diventare ospite di quelle strutture-ghetto, che la società riserva a chi vive fuori dai valori dominanti. Tutto sommato, l’ospedale non è l’istituzione più emarginante, fra quelle previste. Nel caso specifico, la geriatria si occupa di tutto ciò che può influenzare la salute e la qualità della vita dell’anziano malato, non autosufficiente o a rischio di diventarlo (prevenzione, cura, riabilitazione, interventi ambientali, familiari, sociali – fonte “Geriatria e Gerontologia” di Varricchio M,Coppola L. – Ed. Idelson Gnocchi). Fonti mediche di settore riportano di come l’anziano sia particolarmente ansioso per la propria salute. L’ansia centrata sul corpo è in realtà espressione di un’insicurezza più diffusa, legata a una condizione esistenziale precaria. Le modalità di reazione alla malattia sono quelle descritte nei manuali di psicologia medica: regressione, negazione, isolamento, formazione reattiva.
Tutto sembra dipendere dalla struttura individuale della personalità e dalle situazioni specifiche del momento.
In questi casi si deve comprendere che se l’anziano si comporta infantilmente, si lamenta dell’assistenza o del cibo, nega di aver bisogno di cure, diventa aggressivo, ciò deriva non tanto dal fatto che sia cattivo o deteriorato, quanto da una difficoltà, da cui si difende come può. Per questo e una serie di motivi altrettanto importanti, per l’anziano diventa importantissimo non isolarsi mai, partecipando attivamente alla vita della famiglia oppure, se si vive soli, iscriversi a delle associazioni, fare del volontariato, in modo da arricchire gli altri con la propria esperienza e saggezza e, nel contempo, combattere la depressione, perché invecchiare bene dipende anche dagli interessi coltivati e dall’amore per gli altri.
800-995988 è il telefono amico al servizio degli anziani. Attivo tutti i giorni dell’anno dalle 8 alle 20 totalmente gratuito. Il Filo d’Argento Auser è il servizio di telefonia sociale dell’Auser impegnato a contrastare solitudine ed emarginazione degli anziani.
Dal 2002 il numero 800 995 988 è attivo dalle 8.00 alle 20.00 per tutti i giorni dell’anno (festivi compresi). In Lombardia, grazie ad un accordo con la Regione, è attivo 24 ore su 24 per tutto l’anno. Con una semplice telefonata si ha la possibilità di avere compagnia telefonica; il trasporto protetto per visite e controlli medici; ricevere aiuto per piccoli interventi domiciliari, richiedere la consegna della spesa o dei farmaci; l’accompagno alla posta o dal medico, info sui servizi attivi nella propria città, opportunità di svago e intrattenimento offerte dall’associazione. Tra i servizi più richiesti il trasporto protetto e la compagnia telefonica
Note: La carta dei diritti degli anziani (fonte: http://www.terzaeta.com)
Ogni persona anziana ha diritto: – ad un´assistenza fisica, che implica: la sicurezza fisica e la salvaguardia in tempo di pace e di guerra ed in particolare nei casi di calamità naturali e catastrofi sociali; il mantenimento della salute mediante l´assistenza e le misure più appropriate (alloggi e servizi adatti all´igiene, alle cure e all´assistenza geriatrica); il diritto a condurre una vita normale e la possibilità di avere un contatto con la natura;
–  ad un´assistenza economica, che presuppone: la possibilità di godere di una pensione superiore al minimo indispensabile alla vita che consenta di partecipare ad una vita sociale e culturale; un alloggio confortevole ed adeguato alle esigenze della persona anziana ubicato nell´ambiente più idoneo; la possibilità di svolgere un´attività utile ed un lavoro produttivo commisurato alle condizioni fisiche e psichiche individuali;
–  ad un´esistenza sociale, che comprende: la possibilità di vivere con dignità e sicurezza conservando la propria personalità, di frequentare i propri simili per evitare la solitudine e di relazionarsi in modo cordiale con tutte le altre classi sociali; un´accoglienza cortese e premurosa ad opera delle autorità senza alcuna distinzione di razza, di classe sociale, di religione o di altre ideologie qualunque sia il proprio stato fisico o mentale; una presenza politica efficace ed efficiente e la possibilità di collaborare all´elaborazione dileggi in materia;
–  ad un´esistenza culturale, che consente: la possibilità di accedere liberamente ai mezzi di informazione e di diffusione delle notizie; la possibilità di aderire ad attività di studio, corsi didattici, seminari culturali, lavori di formazione con possibilità di perfezionamento; la possibilità di esercitare un´attività culturale e di trasmettere alle generazioni future il proprio ingegno, la propria esperienza e saggezza;
–  di disporre di sé stessa, che attribuisce: il diritto ad essere esonerata da quei lavori che richiedono una sforzo fisico o intellettuale; la libertà di formarsi una propria opinione e di poterla esprimere; la libertà di avere un proprio concetto del mondo e di organizzare una propria spiritualità interiore.