Non sbaglieremmo nel  definire  Bioedilizia una qualsiasi architettura di qualità. Bioedificare non significa null´altro se non costruire intelligentemente, nel rispetto dell´uomo e dell´ambiente che lo circonda. Considerata da alcuni come mera corrente nel vasto panorama delle architetture, o differentemente, da altri riconosciuta come l´architettura del futuro, senza dubbio possiamo affermare come, al giorno d´oggi, essa rappresenti una realtà in forte espansione, la cui affermazione conforta il desiderio di quanti desiderino un mondo migliore ed una società più responsabile. Che si trovi in un ufficio o in una scuola, nella propria abitazione o piuttosto in un centro commerciale, per la Bioedilizia l´individuo è pur sempre un “abitante” del quale si chiama a soddisfare  esigenze e necessità sociali secondo metodi all´avanguardia. Lavorando, infatti, in stretta collaborazione con enti medici e ambientali i biocostruttori si prefiggono in primo luogo di realizzare progetti edilizi che possano garantire la salute del cittadino e la sua serenità, nella speranza di evitare quegli errori progettuali oggigiorno inaccettabili. La polemica è aperta contro quell´architettura, purtroppo ancora praticata, che lasciandosi sedurre dalle mode e dalle tendenze del momento si preoccupa troppo spesso di piegare la materia ai propri capricci estetici, a danno del valore funzionale del proprio operato, ma soprattutto dimenticando le finalità sociali del proprio mandato.

Oggi, più che in passato, l´edilizia è chiamata a seguire norme di costruzione più severe e rigorose e non di meno a soddisfare le sempre più crescenti richieste, da parte della società, di maggiori comfort di cui beneficiare. Scopo primo della Bioedilizia è quello di ottemperare tali  necessità secondo metodi innovativi che tengano conto del rispetto dei seguenti fattori principali: tutela dell´ambiente, tutela della salute, risparmio energetico.
Tutelare ambiente e salute significa prima di tutto trovare soluzioni al problema dell´utilizzo di materie prime e dello smaltimento di rifiuti prodotti dall´edilizia. I nostri edifici purtroppo sono costruiti in massima parte da materiale sintetico, ricavato dal petroli attraverso procedimenti chimici. Molto spesso questo materiale sintetico non solo non viene testato, ma non ne vengono studiati o sperimentati gli effetti di reazione con altri materiali edilizi con cui potrebbe venire in contatto, e che costituiscono un elemento di forte danno alla nostra salute. Come se non bastasse, i test che vengono condotti presuppongono un´alta esposizione del materiale in brevi tempi, contrariamente a quanto accade in una normale abitazione, ad esempio, dove l´esposizione ai materiali è bassa, ma si protrae per un lungo periodo. Nell´intento di  evitare l´emissione di sostanze tossiche nell´aria, per impedire l´inquinamento delle acque e la contaminazione dei terreni, la Bioedilizia lancia l´accorato appello del  ricorso a materiali biocompatibili, sostenibili e ovviamente ecologici. Perché un materiale corrisponda a queste caratteristiche  è necessario che le materie prime di cui è costituito siano di origine animale, vegetale o minerale.
La possibile dismissione di un edificio inoltre dev´essere contemplata in precedenza, utilizzando materiali di una certa durabilità e applicando soluzioni costruttive che ne consentano lo smantellamento. Riportiamo qui un elenco sommario dei principali materiali naturali e del loro impiego secondo le tecniche della Bioedilizia:
Materiali da costruzione:
  • cemento (solo se puro o bianco)
  • acciaio
  • terra cruda
  • legno lamellare
Materiali per isolamento termo-acustico e coibentazione:
  • sughero
  • legno mineralizzato
  • canna di palude
  • lana di pecora
  • calcio silicato
  • argilla espansa
  • Vetro cellulare espanso
Materiali per rifiniture:
  • calce
  • calce idraulica(silicato di calcio)
  • calce spenta(idrato di calcio)
Materiali per impermeabilizzazione:
  • bentonite
  • cere ed oli su carta di cellulosa o fibre riciclate
Vernici e collanti:
  • resine vegetali
  • oli vegetali
  • gomme e  colle vegetali
  • spiriti vegetali
  • coloranti vegetali
  • prodotti di origine animale (cera d´api, ad esempio)
  • sostanze minerali naturali elaborate (gesso, ad esempio)
La bioedilizia si richiama inoltre alla possibilità di utilizzare energie rinnovabili ai fini di un risparmio energetico. Nonostante oggi abbiamo la tecnologia per poter far a meno di petrolio, gas e carbone, essi rimangono tuttavia i padroni indiscussi del settore. Il paradosso è che oltre al loro essere dannose, queste fonti, come è noto, sono destinate ad esaurirsi in tempi molto brevi. Il consumo energetico casalingo costituisce da solo il 40% del consumo globale, eppure pochissimi ricorrono oggi a fonti di energia alternative, nonostante il loro costo inferiore rispetto a quelle esauribili. Nell´opinione comune infatti vige un´ignoranza diffusa circa la possibilità attuale di ricorrere a quelle fonti, quando in realtà questa possibilità esiste, e la maggior parte di quelle nuove tecnologie è già facilmente installabile nelle nostre case. Dispiace sapere, inoltre, che rispetto ad altri paesi europei, in fatto di risparmio energetico, l’Italia si trovi  in una situazione nettamente arretrata. Basti  pensare che mentre  in Germania la media del consumo è di 70 KW/h, quello italiano è di ben 150-200KW/h. Recenti studi hanno dimostrato come a ridurre del 70 % il consumo energetico delle nostre case possa essere realizzato attraverso semplici accorgimenti:
  • un buon isolamento termico
  • la sostituzione degli infissi
  • il ricorso a pannelli solari(in grado di fornirci, ad esempio, acqua calda)
Il  risparmio attraverso nuove fonti energetiche risulta necessario quindi ad  arginare le ingiustificate  spese di un sistema energetico destinato a morire, ma soprattutto risulta atto di grande civiltà nel recupero di un ambiente già fortemente danneggiato da una errato sfruttamento delle sue stesse fonti  di energia.