La Bioetica è una disciplina nata e diffusa in tempi moderni, la parola dal greco significa “èthos” etica e “bios” vita, perciò “etica della vita”.

Il termine Bioetica deve essere inteso (per escludere ogni ambiguità ) come l’etica delle sperimentazioni in campo medico e delle scienze biologiche o come etica – conduzione da parte dell’essere umano della manipolazione della vita stessa.
Dunque si occuperà di tutte le questioni e controversie morali, che a pari passo con l’evolversi ed il progredire della scienza e della ricerca, possono farsi avanti.
La natura della Bioetica può essere definita come “multidisciplinare”: racchiudendo ed annoverando al suo interno e nel suo campo aspetti molto vari su un grande numero di materie quali: la Medicina, la Biologia, la Filosofia, la Psicologia, la Sociologia, la Politica, il Diritto ecc.
Tutte le questioni e le problematiche relative alla Bioetica fanno parte quasi quotidianamente dell´interesse dell’opinione pubblica, per mezzo dei mass-media; alcuni aspetti quali la clonazione, l´utilizzo o meno delle cellule staminali, la procreazioni assistita, l’eutanasia, i trapianti di organo, l’ingegneria genetica, la sperimentazione di nuovi tipi di farmaci e terapie, rappresentano tutti argomenti che interessano molto la popolazione: sollevandone dubbi, curiosità e facendo nascere opinioni discordanti.

Bioetica, cenni storici:

Nel 1970 per la prima volta si parlò di Bioetica all´interno di un articolo (“La scienza della sopravvivenza”) scritto da Van Rensselaer Potter, un oncologo americano; il quale la considerava come una disciplina in grado di poter offrire un accordo tra le conoscenze scientifiche e quelle umanistiche; come se potesse definirsi “un ponte” che collega le scienze sperimentali e quelle umane. Tutto questo in risposta a questioni morali non soltanto vicine all´essere umano (come le scienze mediche) ma anche a quelle relative l’ambiente circostante e le condizioni del nostro pianeta.
Una prima definizione di carattere scientifico – ecologico è stata data da Potter nel saggio del 1971 “Bioetica: un ponte verso il futuro”.
Non molto tempo dopo Andrè Hellegers un ostetrico olandese, diede un apporto ancora più marcato alla nuova disciplina nascente; come anche il famoso Kennedy Institute contribuì alla definizione della Bioetica in chiave morale – biomedica.
Dagli anni ´70 in poi sono sorti molti enti, centri e comitati pubblici di Bioetica, il significato originale del termine con i tempi può variare: inizialmente era la Bioetica intesa da Potter come la convinzione che l´etica potesse essere rifondata su basi biologiche ed etologiche, ad essere invece oggetto di studio e di denuncia da parte di chi si occupava della materia. Al contrario la parola andrà successivamente ad indicare coloro che si interesseranno in senso generale ai rapporti tra tecno-scienze biologiche e comportamento – morale umana, molto spesso in contrasto o in posizione critica nei confronti dello sviluppo delle prime, come ad esempio viste ed analizzate da un punto di vista religioso.
Il movimento Transumanista e (per altri motivi) nel campo della Sociobiologia e della Psicologia evoluzionistica restano più vicini al concetto originale.
Nel 1990 nacque il comitato nazionale per la Bioetica in Italia e fu un organo consultivo della presidenza del Consiglio dei Ministri. I relativi documenti sono consumabili sia in modalità cartacea (sotto forma di quaderni editoriali) sia online.
In tutte le strutture sanitarie pubbliche italiane (AA.SS.LL, aziende ospedaliere ecc.) sono presenti comitati etici composti dal personale medico e paramedico, con l’apporto di esperti in Psicologia Filosofia, Sociologia, Teologia e materie giuridiche.
In virtù dell’insegnamento in ambito accademico della Bioetica (non solo come un insegnamento all’interno della Storia della medicina o della Filosofia morale) stanno nascendo come categoria i
Nel 2001 è stata istituita la prima facoltà di Bioetica al mondo a Roma, presso l’ateneo Pontificio
Regina Apostolorum.

Bioetica, le teorie:

Uno dei padri della Bioetica Edmund Pellegrino, ritiene l´importanza dì ritrovare nella medicina radice umanistica, e che questa operazione passi attraverso le riscoperta della tradizione ippocratica. La Bioetica cattolica sostiene che “ciascun individuo umano ha il diritto alla vita intendendo l´uomo individuo dal concepimento naturale allo morte cerebrale totale”.
Beauchamp e Childress rivendicano i 4 principi dell’etica biomedica, Teoria dei principi:
  1. Autonomia della medicina
  2. Non malefica
  3. Beneficienza
  4. Giustizia
C´è anche chi come Robert Veatch, sostiene che tra paziente e dottore debba esistere un rapporto “contrattualistico”: quando questo contratto è basato sui principi e punti fondamentali quali autonomia, giustizia, mantenimento delle promesse, dichiarare la verità e non uccidere, allora esso è ritenuto valido.
In diretta contrapposizione con lo schema tradizionale dell’etica medica è la teoria “utilitaristica”
la quale tende a togliere la sacralità della vita umana a favore della massimizzazione della qualità della vita. Interessante anche la Bioetica “femminista” la quale pone una critica al paradigma dell´etica liberale per la sua astrattezza nel concetto dì autonomia poiché non si fa carico dei condizionamenti sociali, ma nasconde la forte discriminazione delle donne inserite in una società “patriarcale”. Loro ritengono che la cura sia un principio etico alternativo rispetto alla Bioetica impersonale della tradizione liberale.

Bioetica, le Questioni:

Esistono argomenti da sempre discussi in campo bioetico e di fondamentale importanza come quello sull´aborto, in cui, da una parte si pone la complessa domanda dello statuto ontologico feto, dall´altro lato il bilanciamento da operare tra gli interessi della madre e quelli del bimbo/ nascituro/a.
Al fatto abortivo per via delle nuove tecnologie si affianca un implicito giudizio sulla qualità de vita o un´esplicita intenzionalità eugenetica (diagnosi delle malformazioni del feto). li punto principale della questione è fra chi assume una concezione “ontologica” della persona (identificando l’essere umano con una realtà in se sussistente) e quanti invece sostengono Ufl2 concezione “funzionalista” (secondo la quale la persona si identifica secondo le sue capacità tipiche).
A tale proposito il Comitato Nazionale per fa Bioetica insieme al Consiglio d´Europa ha definito questione “identità dell´embrione umano” all’unanimità, in questi termini: “L´embrione è uno noi”; nel senso che non è possibile ignorare la stretta affinità che esiste tra il materiale biologi (frutto delta fecondazione) con l’essere umano che da tale accadimento prende forma. Seppure tutti quanti sono d´accordo sulla necessità di tutelare nel miglior modo possibile ciò che è stato concepito sin dalla fecondazione, il termine di questa tutela viene fissato tenendo conto e
rispettando altri beni meritevoli (secondo alcuni) di maggiore tutela come il benessere psico – fisico della madre e l’importanza fondamentale di determinate ricerche scientifiche e biomed che hanno come oggetto principale l´embrione stesso, con l´augurio di cercare di individuare terapie per curare e prevenire gravi malattie genetiche.
Grande clamore ha suscitato lo sviluppo di tecnologie e studi in cui avvenga la manipolazione DNA, ponendo la problematica di trovare una linea di confine chiara e netta tra ciò che si può proporre come terapia e ciò che si presenta come un tentativo o una prova dì selezione per quanto riguardano le caratteristiche somatiche del nascituro.
Altro gravoso problema è quello suscitato dall´eventualità in cui si presenti il sostentamento mantenimento della vita in un paziente che presenti uno stato vegetativo, o nella fase finale sua vita a riguardo di qualsiasi sostegno artificiale. Ciò che cambia motto nei tempi moderni concetto di “morte”, mentre prima di queste scoperte scientifiche e tecnologiche si considerava fine della vita di una persona la cessazione del tripode vitale cuore – cervello – polmoni, ad è giunti a considerare come fine dell´esistenza la cessazione totale ed irreversibile delle funzioni cerebrali dell’encefalo.

Bioetica, le critiche:

A oggi la Bioetica subisce anche numerose critiche, Maria Chiara Tallarini in un saggio”Fuga dalla Bioetica” fa delle considerazioni sull´utilità di tale materia ed il suo impatto positivo negli anni ´60 e ´70, quando iniziarono a farsi avanti discorsi sulla “interdisciplinarietà” e si prendeva in considerazione la responsabilità sociale della scienza (anche come riflessione generale sulla scienza stessa).
In seguito poi la Tallarini asserirà che la disciplina della Bioetica sarebbe risultata come “istituzionalizzata e burocratizzata” con la tendenza a riportare il punto di vista dei vari poteri con la mediazione di una quantità di commissioni le quali deciderebbero cosa è giusto e cosa non lo è.
Quindi la Bioetica sarebbe stata degradata a “luogo di amministrazione di valori governativi” ed in questo senso anche che lo stesso comitato nazionale di Bioetica sarebbe oggetto di feroci critiche da più parti disparate; per via della modalità di selezione dei suoi membri costitutivi nominati dal governo, e quindi soggetti al variare delle maggioranze invece che per il loro merito accademico o scientifico.
Altra critica riguarda la modalità di formazione del consenso all´interno del comitato stesso, ritenendo da parte di alcuni che l’adozione di testi a maggioranza non c´entri nulla con il compito di un organismo come questo puramente di consultazione, il quale dovrebbe arrivare ad una formazione di consenso unanime basato su criteri di oggettività e laicità.

La Bioetica e le maggiori religioni:

Il Cristianesimo: alla base della Bioetica cristiana c´è il principio della sacralità della vita umana. La Bioetica cattolica in modo particolare insiste molto su tale concetto senza concedere nessuna apertura alla cultura laica. Differentemente si comportano i valdesi ed i luterani. Per quanto concerne la Bioetica cattolica si basa su 7 principi fondamentali e indiscutibili:
  1. La difesa della vita umana dal concepimento alla morte.
  2. La libertà intesa come sacra, ma, dopo la vita.
  3. Lo scopo della medicina è l’autoconservazione e la totalità del corpo umano.
  4. La vita è un bene della persona ma anche della società.
  5. S. Lo stato deve intervenire obbligatoriamente (principio di sussidiarietà) per aiutare chi ha bisogno.
  6. Benificialità – autonomia – giustizia sono collegate in ordine gerarchico.
  7. Si deve insistere sulla priorità della persona umana se pur non si può negare l’importanza dell´evoluzione e del progresso della scienza.
  • L´Ebraismo: la vita umana secondo gli ebrei è inderogabilmente stata creata da Dio e perciò il suo valore è inviolabile. Si deve precisare che benché tutte le autorità rabbiniche alla base della giurisdizione ebraica riconoscano la Torah, il Talmud e le grandi opere ebraiche, quando arriva il momento di prendere decisioni su problematiche che non hanno precedenti, le controversie diventano molteplici.
  • L´islam: il progresso e la ricerca scientifica sono considerate in maniera positiva purché non vadano contro la Sharia (cioè la legge islamica contenuta nel Corano). Per il fatto che si possono presentare varie interpretazioni delle applicazioni della legge coranica, di conseguenza nel mondo islamico esistono altrettante posizioni diverse sui disparati problemi della Bioetica. Generalmente si ritiene che Allah permetta all´uomo di portare avanti e svolgere ricerche scientifiche e determinate sperimentazioni.
  • Il Buddhismo: partendo da un’affermazione del Dalai Lama “lo credo che noi dobbiamo trovare il modo di far si che le considerazioni etiche abbiano la loro influenza sulla direzione che deve prendere 11 progresso scientifico, specialmente le scienze naturali. Facendo appelli a principi etici fondamentali non intendo promuovere una fusione di etica religiosa ed indagine scientifica. Intendo piuttosto riferirmi a quello che io definisco etica laica, che abbraccia i principi che noi condividiamo in quanto esseri umani: compassione, tolleranza, rispetto per gli altri e uso responsabile del potere e del sapere.” Questi principi trascendono i confini tra chi ha un credo religioso o meno, non appartengono e sono idonei per una sola fede ma, sono valevoli per tutte.
  • L´Induismo: secondo questa religione tutte le scelte morali devono essere consone al Karma spirituale individuale: cioè alla vita che conduce alla liberazione del ciclo delle rinascite. Non esistendo una direttiva generale, ciascuna persona deciderà solo quelle pratiche scientifiche che non facciano sì che l´anima receda dal ciclo karmatico.
  • Confucianesimo: la dimensione fondamentale dell´uomo è quella sociale, lo stato che garantisce il bene dei cittadini è uno stato giusto. Sulla base di ciò il governo cinese è favorevole alla ricerca scientifica e alle nuove tecnologie con particolare attenzione alla ricerca sulla cellule embrionali, con il conseguimento di ottenere persone “sane” fin dal concepimento evitando aborti ed i tanti controlli statali sulla salute del cittadino.

Bioetica cattolica e Bioetica laica:

Un grande e complesso contrasto di fondo caratterizza la Bioetica moderna, dividendola in due tipologie: la prima di formazione cattolica e la seconda di matrice laica. Opposizione oggettiva tra coloro i quali difendono il principio della “indisponibilità” della vita e chi invece ne difende la “disponibilità”.
Anche se viene negata da alcuni studiosi la Bioetica moderna possiede questa struttura “dicotomica”, come ha documentato Giovanni Fornero in “Bioetica cattolica e Bioetica laica” (2005), in “Laicità debole e laicità forte. Il contributo della Bioetica al dibattito sulla laicità (2008), la Bioetica cattolica e quella laica si muovono in due paradigmi opposti: due maniere diverse di concettualizzare la realtà e di organizzare le conoscenze.
La Bioetica cattolica si muove entro il paradigma della “sacralità” e “indisponibilità” della vita, sostenendo che l’essere umano non è l’autore della vita così come non ne è il proprietario. La Bioetica laica si sposta in un paradigma di “qualità”” e “disponibilità” della vita, sostenendo che non è importante solo la vita in quanto tale ma anche la sua “qualità” e che l´unico soggetto e giudice della propria esistenza è l’uomo stesso.
L´affermazione della Bioetica cattolica della “sacralità” della vita non significa che essa non prende in considerazione la sua qualità, ma che il concetto e criterio primario di giudizio non risiede in questo, come per l´altra sponda di pensiero. In questo contesto quando si parla di Bioetica cattolica si intende quella “ufficiale” ovvero professata pubblicamente dalla Chiesa cattolica romana e dagli autori e personaggi che si riconoscono in essa.
Fornero sempre nella sua opera, spiega come i differenti modi di impostare criteri per la risoluzione di problematiche specifiche della Bioetica si svolgano in modo opposto. Dall’idea dell’indisponibilità della vita e la sua sacralità derivano la contrarietà assoluta all’aborto, l’illiceità del suicidio e dell’eutanasia, il divieto assoluto di manipolazioni degli embrioni per fini di sperimentazione e riproduzione, il diritto di nascere da una coppia di genitori di sesso diverso ecc.
Al contrario dall´idea della disponibilità e qualità della vita derivano l´accettazione dell´aborto, dell´eutanasia, nonché l´apertura alle varie possibilità ed opportunità in connessione alla sfera della riproduzione.

Alcuni argomenti di fondamentale importanza per la Bioetica:

L´accanimento terapeutico.

L’accanimento terapeutico consiste nell’applicazione di tutte le tecniche mediche, I farmaci ed i macchinari, al fine di sostenere le funzioni vitali di un individuo in modo artificiale, poiché affetto da patologie inguaribili che determinerebbero la sua morte senza tale uso.
Per tutti quei pazienti in cui la guarigione non sia possibile ma solo la perpetuazione della loro sopravvivenza di poco tempo grazie a questi macchinari e terapie, si apre l’argomento e la problematica se continuare o meno queste cure a volte dolorose e gravose per il malato. La sospensione di terapie inutili non significa affatto la fine delle sofferenze del malato, in quanto la malattia arreca un forte dolore anche nella sua fase terminale, ma senza un trattamento del dolore efficace e la continuazione dell´assistenza anche domiciliare la sospensione delle cure porterebbe il paziente ad un totale abbandono e degrado psicofisico nella fase finale della sua esistenza.
La terapia del dolore riaccende il problema dell’eutanasia, poiché elevate dosi di antidolorifico (gli oppiacei come la morfina) possono indurre alla morte del paziente, man mano che il dolore aumenta sarà necessario alzare la dose di medicina ed è molto facile giungere all’assuefazione al farmaco. Ma tuttavia, la loro non somministrazione li condannerebbe ad una insostenibile sofferenza.

L´Eutanasia:

Dal greco letteralmente “buona morte”, è il procurare appositamente e in favore del paziente malato terminale la morte. Da sempre rappresenta uno dei temi di maggiore discussione in campo bioetico soprattutto per via della visione religiosa del significato di morte e di quella laica o atea.

La clonazione:

Il termine donazione può assumere diversi significati a secondo dei diversi ambiti di utilizzo. In medicina o meglio in genetica si intende l´attuazione di una tecnica in cui il nucleo di una cellula proveniente da un donatore, viene trapiantata in una cellula uovo ospite che viene fatta poi sviluppare normalmente fino allo stadio adulto, in modo da ottenere la generazione di soggetti con un corredo genetico identico.

La fecondazione artificiale:

La fecondazione artificiale è il processo con cui si realizza l’unione dei gameti artificialmente, come sotto la guida del microscopio.
Scorrettamente si valuta sinonimo di procreazione assistita, che ha semantica ben più vasta.
La fecondazione assistita è stata negli anni argomento di un articolato dibattito, in particolare attinente all´uso di alcune tecniche, come la fecondazione eterologa, che accendono controversie di tipo bioetico, finora risolte dal legislatore bloccandone la pratica in Italia (legge 40/2004).
In Italia, in seguito a questa disputa, si è tenuta nel 2005 una consultazione referendaria articolata in quattro referendum per abolire alcuni punti dell´attuale legge sulla fecondazione, giudicata dai referendari (radicali, forze di sinistra e laiche, parte dei cattolici democratici, e alcuni esponenti dello schieramento di centrodestra) troppo limitativa nelle tecniche utilizzabili. L’affluenza alle urne del 25,9% non ha però permesso il conseguimento del quorum.
Si parla di fecondazione omologa quando il seme e l’ovulo impiegati nella fecondazione assistita sono di proprietà della coppia di genitori del nascituro, che presenterà quindi un patrimonio genetico ereditato dalle persone che intendono allevarlo. La fecondazione eterologa si rileva quando il seme oppure l’ovulo (ovodonazione) giungono da un soggetto al di fuori della coppia.
Esistono banche del seme che immagazzinano liquido seminale: i donatori lasciano campioni che vengono conservati nel centro ed utilizzati da coppie in cui generalmente uno dei partner ha difficoltà di fertilità. In vari Stati dove è proibita la fecondazione eterologa, si adoperano spermatozoi uniti a ovuli un attimo prima della composizione dello zigote, cioè prima che i cromosomi dei singoli gameti si allineino rispetto al fuso mitotico per completare la meiosi.
Un individuo frutto di fecondazione eterologa potrebbe soffrire delle stesse problematiche psicologiche a cui è possibile che vadano incontro tutti quelli che scoprono di avere due genitori legali e un terzo biologico, come accade nelle adozioni o nei casi di genitori divorziati e risposati.

L’aborto:

L’Aborto è l’interruzione di una gravidanza in tempi prematuri. Questa può accadere per cause naturali (aborto spontaneo) o essere provocata artificialmente (aborto provocato o interruzione volontaria della gravidanza).
In Italia, in tempi passati si definiva come aborto un´interruzione della gravidanza avvenuta entro 180 giorni dal concepimento. Nel presente, tale indicazione in medicina è antiquata, e si predilige indicare con questo termine l’interruzione della gravidanza in cui il feto (potenzialmente) vitale (in utero) non abbia raggiunto un peso minimo di 500 grammi all´atto dell´espulsione o estrazione dal corpo della donna, o, se il peso è sconosciuto, che non abbia raggiunto la ventiduesima settimana di gestazione o in alternativa l’altezza di 25 cm. Si parla invece di parto prematuro nel caso che si verifichi prima della trentasettesima settimana di gravidanza terminata.

Il trapianto:

Il trapianto è un intervento di chirurgia nella quale si attua la sostituzione di una componente di un organismo vivente, in quanto non funzionante e/o malfunzionante, con l’omologa, funzionante, espiantata da un altro individuo.
Si denotano quindi due fasi: il prelievo o espianto di una parte da un soggetto detto donatore e il successivo impianto della stessa su un soggetto detto ricevente, con l´eventuale rimozione dell´omologo malato.
E’ possibile trapiantare organi (rene, fegato) o parti di organo (valvola cardiaca), tessuti (cornea, sangue), insiemi complessi (mano).
Sussistono differenti tipi di trapianto, a seconda della tipologia del donatore, che può (per alcuni tipi di organo) essere una persona vivente, ma anche a seconda del tipo stesso di trapianto, che può essere ortotopico (l’organo nativo viene rimosso e l’organo del donatore viene collocato nella stessa posizione anatomica dell’organo originario) oppure eterotopico (un nuovo organo viene affiancato a quello vecchio, non più funzionante, che però rimane al proprio posto; questo tipo di trapianto viene detto anche “ausiliario”).
Dal punto di vista clinico il trapianto è l’unica opportunità di cura per un vasto gruppo di malattie degenerative, a volte ad evoluzione acuta, in cui la terapia sostitutiva non è sempre possibile. Il trapianto di rene così come quello della cornea consente di svincolare il paziente dalla pratica della dialisi, in corso di insufficienza renale cronica, e quindi di rendere migliore la qualità della vita.
Sotto l’aspetto tecnico si dice prelievo quando l’organo proviene da un cadavere e di espianto quando l’organo proviene da un donatore in vita. La stessa legge sui trapianti opera questa distinzione.
In alcuni casi, quando viene effettuato un intervento circoscritto a una parte di un organo, è più corretto parlare di innesto.
I trapianti più diffusi:
  • cuore
  • fegato
  • polmone
  • rene
  • pancreas
  • intestino
Gli innesti più diffusi:
  • cornea
  • osso
  • valvola cardiaca
  • midollo osseo
Per quanto riguarda il sangue si parla di trasfusione.
La legge n. 91 del 1999 vieta il trapianto di gonadi (testicoli ed ovaie) e quello dell´encefalo.

Le cellule staminali:

Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate che possiedono la capacità di trasformarsi in qualsiasi altro tipo di cellula del corpo. Molti studiosi sostengono che le cellule staminali potrebbero potenzialmente trasformare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di duplicare organi.
Per poter essere definita come staminale una cellula deve avere determinate proprietà:
L´autorinnovamento: capacità di compiere un numero infinito di cicli replicativi mantenendo un identico stadio differenziativo.
La potenza: capacità di dare inizio a una o più specie cellulari.

Sebbene le cellule staminali siano dotate di un potenziale replicativo senza limiti, sono normalmente quiescenti e solo di rado entrano in mitosi (fatta eccezione per lo sviluppo embrionale). Di fatto la parte più consistente del “lavoro replicativi” che porta all´incremento numerico della progenie delle cellule staminali in funzione dell´accrescimento o della riparazione dei tessuti, viene sviluppato da cellule non staminali chiamate progenitori, originate direttamente dalle cellule stami