Il termine “chakra” deriva dal sanscrito (Cakra), l’antica lingua della civiltà indiana, e significa “ruota” o “disco”. I chakras vengono spesso raffigurati come fiori di loto (Padma), cui sono associati diversi colori e numero di petali a seconda del chakra e velocità di vibrazione. Il significato simbolico del fiore di loto è il distacco dalle cose terrene, l’ascesa spirituale, ma è anche sinonimo del ciclo della vita, per il suo sbocciare all’alba e richiudersi al tramonto. Il chakra può essere percepito come una spirale di energia guidata da un movimento di rotazione orario o antiorario. L’influenza dei chakras sulla salute del nostro corpo riflette il principio secondo cui questi centri di forza psicofisici sono da considerarsi come “batterie di accumulazione” per la raccolta dell’energia vitale (Prana). Quando i chakras si trovano in equilibrio, cioè quando ruotano a velocità normale, l’energia fluisce come dovrebbe, stimolando i nostri organi e ghiandole. Anche se con metodi diversi, alcune terapie poggiano sul concetto dei chakras, come la Cristalloterapia, Reiki, Riflessologia e Aromaterapia.

CENNI STORICI 

La dottrina dei chakras ha origine dagli antichi testi yoga, e in particolare quelli legati alla filosofia tantrica. Il sistema dei chakras appare già negli antichi Veda, la cui origine risale a circa 5.000 anni fa. Ulteriori riferimenti sono riscontrabili nelle Upanishad (1.500 a.C.), e in seguito nello Yoga Sutra di Patanjali (200 a.C.). Lo yoga di Patanjali spiega infatti che ogni uomo ha in sé sette centri principali di energia detti “chakra”, disposti lungo la colonna vertebrale in corrispondenza esatta dei centri nervosi, e dei quali regolano l’energia e lo sviluppo. Per aiutare il passaggio della Kundalini nei chakra verticali, lo yoga di Patanjali propone determinate pratiche fisiche e mentali. In Occidente, un largo e profondo interesse per la filosofia indù, pratiche Kundalini yoga e testi chakra è legato al contributo di Sir John George Woodroffe (1865-1936), noto con lo pseudonimo di Arthur Avalon, e la pubblicazione del suo The Serpent Power (1919). L’opera è la traduzione di due importanti testi indiani e loro commenti, il Sat-Cakra Nirupana, il Padaka Pancaka, contenente le descrizioni dei centri e le relative pratiche, e il Gorakshashatakam, che dà le istruzioni per meditare sui chakra.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

Corso di Formazione Triennale Insegnati Yoga e Meditazione, ASSOCIAZIONE CULTURALE ANANDA ASHRAM, Via Prandina, 25 – 20128 Milano.
Corso biennale per Operatori di Riflessologia Plantare Multidimensionale, ASSOCIAZIONE CULTURALE ANANDA ASHRAM, Via Prandina, 25 – 20128 Milano.
Corso massaggio energico spirituale, ASSOCIAZIONE CULTURALE ANANDA ASHRAM, Via Prandina, 25 – 20128 Milano.
Corso Terapia dei Chakra, ATHARVA-VEDA, Piazza Cimone, 2 – 00141 Roma.
Chakra Shao Massage, Associazione EGO CENTER – Via De Ambris, 4 – 43100 Parma.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

I corsi che interessano i chakras si riferiscono a corsi di formazione professionale, sia a corsi per il tempo libero che seminari aperti a tutti. Sono molte le associazioni, i centri e le accademie dislocate sul territorio nazionale che offrono percorsi formativo-conoscitivi. Le finalità possono essere molteplici: preventive, terapeutiche, oltre che di avvio a nuove professioni. Sempre più persone, infatti, si dimostrano interessate ed inclini a sperimentare in modo significativo il valore di tecniche come yoga, cromoterapia, cristalloterapia, essenze naturali associate al lavoro sui chakras, per raggiungere il proprio benessere e quello altrui.

TRATTATO DESCRITTIVO 

Secondo i principi dello yoga, i chakras non sono concretamente situati nel corpo fisico, ma nel campo energetico che circonda il sé fisico. Essi però corrispondono a punti precisi all’interno del corpo, attraverso i quali l’energia vitale (Prana) scorre e fluisce nel nostro sistema, dal basso verso l’alto e viceversa. Ogni chakra ha un colore dominante, una frequenza vibrazionale, ed è associato ad una specifica funzione psicosomatica. Questi centri raccolgono, trasformano e a loro volta distribuiscono l’energia accumulata. In genere, se si manifesta uno squilibrio (eccesso o difetto energetico), questo si può concentrare in uno o più chakra, riflettendosi a sua volta sugli altri. L’energia si distribuisce lungo i chakras mediante una rete di canali (Nadi) che costituiscono canali di flusso per il Prana. Si ritiene che vi siano 72.000 Nadi differenti. Tuttavia solo tre sono quelle vitali: Ida (controlla i processi mentali), Pingala (controlla i processi vitali) e Sushumna (controlla il risveglio della coscienza spirituale). Tutte e tre sorgono alla base della colonna vertebrale, nel primo chakra inferiore. I sette chakras principali (gli antichi testi indiani ne distinguono più di diecimila) si trovano lungo la Sushumna, attraverso la quale scorre la Kundalini, la fonte di tutte le esperienze dell’individuo. Il risveglio di questa energia situata dormiente nel primo chakra inferiore (generalmente tramite esercizi yoga), porta ad una evoluzione a livello fisico, mentale e spirituale, e conduce l’essere umano a un diverso livello di coscienza. I chakras sono suddivisi in tre infiori e tre superiori, separati dal 4° chakra, e sono direttamente collegati tra loro.
1° Chakra: Muladhara. È il chakra della radice, e si trova all’altezza del perineo, in relazione con il plesso sacrale e il ganglio coccigeo. È collegato alle ghiandole surrenali e regola il sistema circolatorio del sangue, governa gambe, piedi, fianchi, bacino inferiore e le funzioni dell’escrezione del parto, stimola la parola e regola il senso dell’odorato. È la fonte della volontà di vivere e sopravvivere, fornisce resistenza, potenza ma anche stabilità e istinto.
2° Chakra: Svadhishthana. È situato a metà strada tra Muladhara e ombelico, e in relazione al plesso utero-ovarico (o spermatico), controlla ovaie e reni, compresi gonadi e intestino, e governa il senso del gusto. È associato con la qualità di energia conosciuta come libido o Eros.
3° Chakra: Manipura. È situato a livello dell’ombelico, controlla lo stomaco e l’intestino, dirige la funzione della digestione, è collegato con il ciclo mestruale e influenza la vista. È associato al senso di sé, alla volontà delle realizzazione concrete usando energia emozionale e mentale.
4° Chakra: Anahata. È situato nel mezzo della schiena, tra le scapole, all’altezza della regione del cuore. Governa il senso del tatto, il sistema circolatorio e della locomozione, la respirazione e la deglutizione. È il chakra intermedio tra quelli inferiori e superiori, il luogo dove i campi di energia eterico-fisica e spirituale si uniscono. La sua funzione è dunque fondamentale per l’equilibrio e lo sviluppo dell’essere: è la fonte dei sentimenti di amore, generosità, onestà, rispetto, empatia, intuizione e compassione.
5° Chakra: Vishuddha. Si trova alla base del collo, in relazione con il plesso faringeo, ed è collegato con la tiroide e paratiroide, governa polmoni, bocca e orecchie. Disciplina la capacità di comunicare, sia con l’espressione del linguaggio che con la creatività, ed è la chiave essenziale per la percezione della sfera mistica e la scoperta della propria identità interiore.
6° Chakra: Ajna. È situato tra le sopracciglia ed è collegato con l’ipofisi. Governa il cervello, gli occhi, il sistema nervoso e l’uso consapevole delle diverse funzioni cerebrali. Disciplina l’intelletto superiore con i suoi attributi di spiritualità e saggezza, e agisce sul corpo mentale superiore (sede di ogni pensiero, idea e percezione intuitiva) e spirituale (sede della facoltà intuitiva dove si fa esperienza della divinità).
7° Chakra: Sahasrara. È considerata la dimora del dio Shiva, in cui risiede l’Illuminazione, e corrisponde alla coscienza cosmica. Governa la ghiandola pineale (epifisi) e tutte le funzioni cerebrali superiori, aprendo la comunicazione spirituale cosmica al di là degli elementi.