Il massaggio (probabilmente dal greco massein che significa “impastare”, “modellare”, anche se alcuni lo fanno derivare dall’ebraico massech cioè frizionare, premere) è la più antica e istintiva terapia manuale, che, attraverso delle reiterate manovre di pressione e frizione sul corpo, facilita la circolazione, scioglie la tensione nei muscoli e riesce ad alleviare dolori.
CENNI STORICI
Possiamo dire che i massaggi siano nati con la comparsa dell’uomo. La mano è, intuitivamente, lo strumento più spontaneo e immediato per lenire un dolore fisico, una sorta di analgesico naturale. La prima cosa che si fa, istintivamente, quando una parte del nostro corpo duole è porci la mano sopra, operando a seconda dei casi pressione, sfregamento o semplice contatto.
Il massaggio, come tecnica strutturata,  era diffuso in già circa 6000 anni fa,  come rivelano indizi sparsi qua e là nelle prime tracce delle antiche civiltà. Ad esempio quella inca, la cui filosofia, non lontana dal taoismo, considerava il malessere fisico come sintomo di un rapporto squilibrato col macrocosmo, e con le proprie energie interiori maschili e femminili. A questa conoscenza si deve l’invenzione del massaggio andino, probabilmente la più antica pratica di rilassamento profondo. Le prime testimonianze scritte possiamo trovarle in manoscritti cinesi che risalgono al 2700 a. C. Nei testi di medicina indiana, quasi 2000 anni più tardi, questa tecnica viene consigliata per ritardare l´insorgere della fatica. Le varie tradizioni orientali (indiana, cinese e tailandese) fanno a gara per contendersi il primato storico di quale abbia influenzato l’altra. La versione più diffusa è che il leggendario fondatore fosse stato un medico dell’India del Nord, che circa tre secoli avanti Cristo, durante i suoi viaggi, avrebbe trasmesso la sua conoscenza in Tailandia. Diciamo che queste grandi tradizioni hanno in comune non solo la conoscenza dei chakra (centri d’energia che coincidono con i plessi nervosi) e dei meridiani, ma anche la trasmissione orale dei primi insegnamenti, quindi appare molto ardua l’impresa di assegnare la assoluta paternità del metodo.
Come in molti altri casi della medicina naturale, troviamo ancora gli Egizi tra i pionieri di questa arte: in un sepolcro della necropoli di Sakkara, in Egitto possiamo ammirare una pittura murale che immortala un massaggio palmare e plantare. Il massaggio era tenuto nella medesima considerazione d’un rituale sacro, e per questo meritava una rappresentazione eterna.
Nell’età greco-romana, come intuibile, l’arte del massaggio divenne protagonista della vita quotidiana.  Già nell´Odissea viene descritto come un trattamento utilizzato per far recuperare i guerrieri stanchi o debilitati. Ovviamente, Ippocrate, padre della medicina occidentale, non poteva non essere il primo ad applicare con metodo il massaggio in differenti ambiti e ad analizzarne gli effetti. Fu grazie ai suoi studi che i greci svilupparono due diversi filoni dell’arte del massaggio, da un lato la tecnica del massaggio sportivo, per gli atleti olimpici, e dall’altro quella meramente terapeutica.
Non fecero certo eccezione i Romani, cultori del benessere, per cui il massaggio era l’irrinunciabile compimento del percorso di immersioni calde e fredde  che componevano il rituale quotidiano del bagno. La storia ci racconta come Cesare amasse ricevere un massaggio ogni giorno con l’olio d’oliva, e ci ha tramandato a riguardo una preziosa serie di testi di Galeno, l’erede romano di Ippocrate.
 Se nel Medioevo tutte le pratiche concernenti il benessere o l’esposizione del corpo erano oggetto di condanna morale, più che mai furono condannati i massaggi, che prevedevano un vero e proprio contatto fisico prolungato. Dobbiamo, dunque, attendere il periodo rinascimentale, per vedere come il massaggio non solo venisse recuperato come pratica, ma divenisse addirittura protagonista delle vicende storiche.
Fu grazie ad un vigoroso massaggio operato dal suo medico, infatti, che nel 1566 Maria Stuarda ritornò in vita da un coma per tifo, dopo che la morte ufficiale era stata già dichiarata. Questo evento, ed il clamore ad esso suscitato, aprirono le strade ad un rinnovato interesse per la materia.
Seguendo parallelamente le vicende contemporanee in Estremo Oriente, troviamo nello stesso periodo in Giappone, nel cosiddetto periodo di Edo (1602 – 1868), lo sviluppo di una particolarissima tecnica di massaggio, detta  Anma. La peculiarità di questa forma è che era prerogativa di massaggiatori ciechi, e questa loro condizione fisica, all’epoca impedimento all’istruzione, impedì ai maestri di questa tecnica di diventare dei veri e propri medici. Dalle radici di questa antica forma nascerà poi nel Novecento il più famoso Shiatsu (letteralmente “metodo di pressione digitale”), creato da Tamai Tempaku.
Nell’Ottocento in Europa un’altra svolta storica fu quella messa in atto dal medico svedese Henrik Ling (1776-1839), uno dei fondatori della ginnastica moderna, il quale, elaborando conoscenze cinesi a cui aveva avuto accesso, inventò il famoso “massaggio svedese”: un massaggio con olio effettuato su tutto il corpo, tranne le parti intime, mirato a defatigare i muscoli. L’ obiettivo di questa tecnica è di aumentare il flusso dell´ossigeno nei tessuti e liberare le tossine dai muscoli rendendoli più elastici.
Tutti concordano nell’affermare che la  nascita della storia moderna del massaggio è legata  alla figura del Dr.William H. Fitzgerald. (1872-1942). Poco più che trentenne, cominciò a sperimentare le sue intuizioni metodicamente sui suoi pazienti, applicando la “terapia zonale”, madre di quella che oggi chiamiamo riflessologia. Fitzgerald divideva il corpo umano in dieci linee immaginarie (tutt’ora usate e che da lui prendono il nome), che dividono il corpo davanti e dietro attraversandolo dall’alto in basso. Ogni parte del corpo è collegata ad un’altra e quindi può influire su di essa energicamente, se stimolata tramite il “massaggio zonale”.
Fu della fisioterapista Eunice Inghàm l’intuizione di applicare questa tecnica non solo alle mani, ma anche alle zone del piede, dando nascita così alla “riflessologia plantare”. In Italia, questa tecnica si è diffusa grazie all’opera di Elisio Zamboni, scomparso nel 1992, che apprese l’insegnamento da Hanne Marquand, discepola diretta della Inghàm, e fondatrice della prima scuola di Riflessologia Plantare, in Germania.
Attualmente, sono facilmente accessibili diversissime forme di massaggio, da quello tradizionale ayurvedico allo shiatsu, da quello tailandese a quello svedese e molti altri ancora.
Nostra indicazione è sempre quella di avvicinarsi a  queste pratiche con la dovuta precauzione, e solo dopo una verifica della competenza effettiva del massaggiatore, per evitare che, come a volte è successo, un’esperienza di profondo benessere si tramuti in un doloroso danno.
Presenza in Italia ed efficacia sulla popolazione
Praticamente in ogni centro benessere è possibile essere sottoposti a diversi tipi di massaggio. Il problema è proprio nella incontrollabile prolificare di proposte, poiché spesso la diffusione è purtroppo direttamente proporzionale all’abbassamento delle competenze tecniche. E’ nostra cura, come in ogni campo, consigliarvi, prima di avventurarvi in bizzarre esperienze, di consultare un esperto, di informarvi correttamente sulle modalità, gli scopi, gli effetti del trattamento e di verificare sempre la competenza dell’operatore.
Scuole di formazione, università e corsi di aggiornamento
Numerosissime sono le scuole di formazione, a seconda delle differenti forme di questa antica arte.  Annoveriamo, tra le principali: l’Istituto di Scienze Umane di Roma, la Scuola biennale per Massaggiatori di Avezzano e il Centro Olistico Milanese.
TRATTATO DESCRITTIVO
Esistono veramente innumerevoli tipologie di massaggi, da quelle tramandateci dalla tradizione a quelle che sono semplici variazioni, rese moderne e accattivanti, di tecniche preesistenti.
Daremo dei brevi cenni descrittivi solo delle principali, non solo per la loro importanza storica, ma anche perché sono le più sicure e collaudate nel loro impatto sulla salute del paziente.
Per prima cosa è bene evidenziare circostanze in cui sottoporsi ad un trattamento del genere è assolutamente controindicato: durante i primi mesi di gravidanza; immediatamente dopo un’operazione chirurgica; se si soffre di malattie infettive; se si soffre di vene varicose o flebiti; se si ha la febbre già attorno ai 38°.
Non è consigliato nemmeno per persone che utilizzano bypass o pacemaker, e per i malati di tumore.
 Discorso diverso per i neonati, ed i bambini in genere, per i quali i massaggi sono consigliati, specialmente quelli con olio, con la dovuta precauzione di trattarli con molta leggerezza senza esercitare nessuna pressione che possa essere pericolosa per le ossa ancora “in costruzione”.
In generale, possiamo enucleare concettualmente alcune categorie diverse di questa terapia:
il massaggio rilassante, mirato a scaricare lo stress e a confortare psicologicamente; il massaggio sportivo, considerato parte integrante dell´allenamento di ogni atleta, che tende a defatigare o a tonificare i muscoli; il massaggio riabilitativo (la cosiddetta fisioterapia utile) che consente lentamente di recuperare le funzioni normali  dopo un trauma o un operazione chirurgica ed accompagna progressivamente verso la guarigione; ed infine il massaggio estetico, che leviga la pelle e spesso viene utilizzato come trattamento anti-cellulite.
Tecnicamente, il massaggio in Occidente, anche perché spesso effettuato in centri estetici, viene effettuato su moderni lettini, mentre la tradizione orientale prevede che il paziente sia sdraiato sul futon, il classico materasso giapponese aderente a terra, in modo da consentire al massaggiatore una maggiore pressione.
 Le tecniche principali di massaggio sono: la pressione, che si effettua comprimendo la pelle col palmo in maniera continuata, spesso utilizzata per eliminare i crampi; la percussione, effettuata col palmo o col pugno chiuso per tonificare la pelle e i muscoli; lo sfioramento, in cui il polpastrello scivola velocemente sulla pelle per riattivare la circolazione; la digitopressione, tipica del massaggio orientale, in cui si effettua pressione con le dita sui punti nervosi chiave del corpo per  riequilibrare le energie interiori.
Ora, affronteremo una rapida carrellata delle tecniche di massaggio attualmente più accreditate.
Il massaggio tipicamente diffuso in Occidente è il massaggio Svedese, ideato da Henrik Ling , articolato in una serie di manovre diverse e complementari: frizioni, pressioni, sfioramenti ed impastamenti, eseguite su tutto il corpo, famoso per l’effetto decontratturante e particolarmente indicato nella prevenzione dell´adipe e degli inestetismi della cellulite.
La riflessologia invece si fonda sull’antica intuizione che sui piedi e sulle mani si trovino le corrispondenze, appunto i riflessi, con tutti gli organi del corpo. In questo modo, attraverso questo tipo di massaggio si può diffondere armonia e benessere a tutti i livelli. Questa pratica riscuote successo soprattutto nella cura di dolori passeggeri, come l’emicrania, o disturbi temporanei, come l’indigestione, favorendo la liberazione delle endorfine e l’equilibrio delle ghiandole endocrine. Ma al di là dell’effetto immediatamente analgesico, si consiglia comunque di consultare un medico competente per rimuovere in profondità il disturbo.
Il linfodrenaggio  (inventato dal biologo Vodder nel 1932)  è una particolare tecnica di massaggio che permette il drenaggio linfatico dai tessuti, riattivando la circolazione sanguigna. Il massaggio è così chiamato perché segue il percorso della linfa, il liquido che nasce dal sangue e ha un importante ruolo depurativo. Essa, infatti, raccoglie nel suo percorso tutte le scorie e le tossine accumulate dall´organismo quotidianamente. Questo tipo di massaggio aiuta l´ingresso della linfa nelle stazioni linfatiche prevenendo ristagni di liquido nei tessuti. Dunque è indicato per ridurre gli inestetismi , ma in generale il potenziamento del sistema immunitario.
Un discorso a parte, merita il massaggio tailandese, che affonda le sue radici nella medicina tradizionale cinese e indiana, riprendendo la concezione del corpo umano come crocevia energetico di meridiani. Per apprezzare pienamente i benefici di questo trattamento è necessaria un’adeguata consapevolezza della dimensione spirituale a cui esso fa riferimento.
I rituali, i mantra, la solennità che accompagnano questo trattamento, infatti, non sono un mero spettacolo esotico ma la cornice cerimoniale all’interno della quale compiere un atto sacro. Le caratteristiche del massaggio thai sono la leggerezza e la ritmicità, connessa alla respirazione, che conducono il paziente come cullato in uno stato di profondo rilassamento. Gli effetti genericamente riscontrati, a livello fisico, sono un aumento dell’attività vascolare e della liberazione delle tossine. In generale, dopo il massaggio la sensazione non è di mero rilassamento, ma di potenziamento energetico, non a caso questo metodo è spesso consigliato per gli atleti.