La riflessologia plantare si basa su un principio tanto semplice quanto radicale: nel piede, così come nelle mani, nelle orecchie e nell’iride, sono presenti dei punti riflessi che, opportunamente azionati, agiscono sugli organi e su tutte le parti del corpo. Il massaggio zonale della riflessologia plantare stimola con il pollice e le altre dita i punti che necessitano di sollecitazione ottenendo varie risposte dall’organismo; in particolare la riflessologia plantare è utile nella riduzione dello stress e della tensione accumulata, interviene positivamente sulla circolazione sanguigna e, infine, favorisce la normalizzazione della natura dell’uomo (omeostasi). Il trattamento riflesso logico è una pratica che comporta risultati immediati: già dal primo intervento, infatti, i benefici annessi al massaggio zonale sono sensibili. Tante sono le testimonianze dei pazienti e dei clienti che dopo la prima applicazione provano un beneficio ad ogni livello, dimostrando quindi l’efficacia di questa terapia alternativa.

CENNI STORICI

Sin da tempi antichissimi il piede è al centro d’attenzione dell’uomo: tradizioni diverse nei tempi più disparati lo hanno reso oggetto di culto, adorazione e, soprattutto, di studio; nell’antica Cina, ad esempio, il piede era simbolo di sensualità e sessualità.

Proprio in Cina furono effettuati i primi studi che richiamano alla riflessologia plantare; questi risalgono a 5000 anni fa; alcuni ritrovamenti su pitture egizie, risalenti al 3000 a. C., illustrano come la tecnica del massaggio plantare fosse già conosciuta e praticata precisamente: nella tomba di Akhmor, una pittura murale raffigura un medico che stimola le mani ed i piedi di un paziente. Inoltre, la tecnica riflessologica era conosciuta dalle tribù degli Indiani d’America come anche da Maya e Inca.

È possibile individuare agli inizi del XX secolo una collocazione scientifica della riflessologia; il medico americano W. Fitzgerald, infatti, codificò le prime corrispondenze anatomiche dei punti riflessi. Successivamente a questo step inziale seguirono molte sperimentazioni sia in Europa che in America: grazie a queste si potè tracciare una mappa precisa delle zone riflesse. La Riflessologia trova una sua collocazione scientifica agli inizi del 1900 ad opera di un medico americano W. Fitzgerald che ne codificò le prime corrispondenze di carattere anatomico, successivamente dopo molte sperimentazioni in America ed in Europa, si definì una mappa delle zone riflesse.

Tra i luminari che diedero sviluppo alla riflessologia in Europa vanno senza dubbio ricordati i medici Adamus e A’tatis ai quali, inoltre, va dato il merito di aver pubblicato il primo testo sulla disciplina; anni dopo a Lipsia anche il Dottor Bell pubblicò un libro sull’argomento. Come accennato in precedenza, però, il padre della moderna riflessologia è il medico e chirurgo americano William H. Fitzgerald. Il suo è stato sicuramente il contributo maggiore per lo sviluppo di questa disciplina; basti pensare che è sua l’idea (fondamentale) di dividere il corpo in 10 segmenti longitudinali che si accoppino opportunamente al numero delle dita delle mani e dei piedi, creando i punti riflessi.

Lo sviluppo della riflessologia in Italia è avvenuto, tardivamente, grazie agli studi e alla passione del masso fisioterapista Elipio Zamboni: era il 1974 quando Zamboni, fresco di diploma in riflessologia, iniziò la sua carriera di terapeuta e studioso organizzando corsi di riflessologia plantare e riprendendo, e ampliando, i lavori di Fitzgerald e di Ingham, altro personaggio chiave per lo sviluppo della moderna riflessologia. Nel 1987, poi, viene da lui fondata la FIRP (Federazione Italiana Reflessologia del Piede).

Uno dei maggiori pregi della riflessologia plantare sta proprio nel continuo contributo dato dai ricercatori e praticanti di tutto il monto, che condividono la scoperta di nuovi punti riflessi, nuove tecniche di massaggio o migliorie: un così intenso apporto rende questa tecnica sempre più semplice ed efficace.

SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO

Il trattamento riflessologico è una terapia molto comune in tutto il mondo: è praticata indistintamente dalle culture occidentali e orientali, anche se, a queste ultime viene riconosciuta una maggiore precisione nell’operato tecnico.

La riflessologia plantare è ormai una terapia che conta su un vastissimo numero di adepti; la formazione, quindi, è un passo fondamentale. Le tecniche di massaggio si imparano facilmente, ma  è richiesta una pratica costante e intensa: agire erroneamente o attivare un punto riflesso scorretto, creerebbe nel paziente un ulteriore accumulo tensivo.

A livello nazionale sono presenti molte scuole di riflessologia; tra le più importanti va sicuramente ricordata la prima citata FIRP: fondata nel 1987 da Elipio Zamboni, la scuola promuove lo studio, la diffusione e la ricerca della reflessologia facendo sempre riferimento al contributo delle discipline alternative. La formazione offerta da questa scuola, oltre a corsi, convegni e seminari, conta su un percorso formativo della durata di tre anni.

Un altro punto di riferimento per la formazione della riflessologia plantare in Italia è, senza dubbio, la scuola Zu Center; attivo anch’esso dagli anni ’80, sviluppa i suoi corsi e insegnamenti nell’arco di un triennio.

Gli insegnamenti di riflessologia plantare trovano nell’associazione AIMO: Associazione Italiana di Medicina Olistica, un’ulteriore sfogo. Anche in questo caso il percorso formativo termina dopo tre anni e prevede il conseguimento di un attestato che abilita il diplomato a operare come riflessologo.

Naturalmente oltre a queste scuole la riflessologia plantare essendo una delle più praticate terapie alternative, vede il costante avvicendamento dei più svariati corsi di formazione, convegni, seminari e fiere.

PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE

Da tempo in Italia l´esercizio delle terapie alternative è affidato solo a laureati in medicina. Questo è un fattore che da un lato tranquillizza chi si sottopone a prestazioni di medicina alternativa, perché è nelle mani sicuramente di un esperto; dall’altro accredita la medicina alternativa stessa perché viene riconosciuta istituzionalmente come tale. Le terapie che principalmente vengono interessate sono l’agopuntura, l’omeopatia, l’omotossicologia, la riflessologia plantare e la medicina tradizionale cinese. Spesso, quindi, i confini tra medicina tradizionale e alternativa tendano ad avvicinarsi e affievolirsi, come ad esempio testimonia l´inclusione dell´agopuntura fra le prestazioni erogabili dal Servizio sanitario nazionale.

Inoltre, da una recente ricerca condotta dall’Eurispes è emerso un dato inconfutabile: oltre sei milioni di italiani scelgono la medicina alternativa per curare le loro malattie. Lo sviluppo dei trattamenti non tradizionali è sempre più capillare in Italia. Parte del successo della riflessologia plantare, come del resto delle altre medicine alternative, è dovuto anche all’accessibilità dei costi: rispetto a tante cure tradizionali, le sedute e i cicli delle terapie naturali hanno un costo minore, così come l’invasività degli interventi.

TRATTATO DESCRITTIVO 

È possibile accomunare la tecnica della riflessologia plantare a quella dello shiatsu e dell’agopuntura; la tecnica si basa, infatti, sullo stesso principio: ad ogni organo corrisponde un punto riflesso in un’altra zona del corpo; una corretta sollecitazione dello stesso agirà quindi direttamente sull’organo riattivandolo e aiutando a riequilibrare la sua attività e di conseguenza quella dell’intero organismo. Lo stato d’equilibrio è costantemente cercato dal corpo che, attraverso le sue capacità auto curative, tenta di avvicinarsi ad esso ma le tensioni esterne ed interne, quindi psicofisiche, incidono negativamente in questa ricerca. La teoria della riflessologia plantare spiega che una semplice, ma corretta e precisa, pressione e il massaggio in determinati punti coadiuvano e  accelerano il processo di riequilibra tura del corpo, sciogliendo le tensioni e lo stress accumulato. Una delle peculiarità del massaggio zonale è proprio quella di stimolare il corpo a cercare in se stesso la forza e l’energia da distribuire agli organi e alle strutture più deboli per migliorarne l’efficienza. È questo lo spirito con cui i terapeuti, i riflessologi, intervengono sul paziente: la voglia di curare l’individuo come totalità e non, la cura del singolo disturbo fisico o dell’organo specifico: questa caratteristica fa si che la riflessologia intervenga con un approccio olistico.

L’attività principale del trattamento zonale è quella preventiva: un quotidiano massaggio dei punti che riflettono il nostro punto debole (posseduto anche dal più sano degli uomini), e quelli momentaneamente dolorosi, si possono parare i vari disturbi perché si risveglia la vitalità e si mette in moto la forza dell’intero organismo.

Non è ancora stata fornita una spiegazione esaustiva sul modus operandi della cura riflessologica; la tesi più accreditata, o per lo più quella su cui c’è una maggiore concordanza tra gli esperti, spiega il trattamento riflessologico come l’apertura dei canali energetici interni del corpo. In base a questa teoria, stimolando un determinato punto, quindi, si attiva il canale energetico che corrisponde all’organo che si desidera energizzare, attivare, o curare. Altri sono di parere diverso: per questi la riflessologia agisce attraverso l’azione di milioni di terminazioni nervose (ad esempio la pianta del piede è piena di terminazioni) che si vanno a stimolare come impulsi; per altri ancora si tratta di una reazione chimica generata dal massaggio che attraverso le onde, interviene sugli organi interessati; visioni, queste, contrastanti e di natura diversa che non permettono una corretta definizione sull’intervento effettivo del massaggio zonale; la sua validità è data solo dalla sua efficacia.

Il piede è senza dubbio la parte del corpo su cui interviene maggiormente la riflessologia plantare; rispetto a quella praticata sulla mano, sulle orecchie e sull’iride, procura benefici psicofisici più stabili e duraturi, sebbene di più difficile costruzione: i tempi e il lavoro richiesti sono indubbiamente più lunghi; la riflessologia praticata sul piede, inoltre, richiede necessariamente la presenza di un altro: l’auto massaggio del piede causa posizioni scorrette, forzature e tensioni del corpo che devono essere assolutamente evitate: la riflessologia è prima di tutto, una pratica distensiva che armonizza chi la esercita; un’ulteriore tensione non è quindi il risultato che si vuole ottenere.