Lo studio delle dinamiche sociali si rivela uno strumento necessario per una comunità che voglia occuparsi seriamente e fattivamente della salute psico-fisica dei suoi abitanti.

Lo studio delle dinamiche di gruppo, oltre che antropiche, trova una sua stretta e necessaria convergenza negli studi di urbanistica e del comportamento di quegli strati sociali che compongono una comunità, la quale a sua volta è strettamente connessa all´evoluzione del costume, alle aspettative, ai modelli proposti.
Non è superfluo affermare che un individuo che accolga dei modelli di interazione positiva e reagisca positivamente agli stimoli sociali, sia una persona che tendenzialmente gode di una salute migliore.
La sociologia è la scienza che studia le strutture sociali, le loro organizzazioni, le norme ed i processi che uniscono (e separano) le persone non solo come individui, ma come componenti di associazioni, gruppi ed istituzioni.
Il campo di interesse della sociologia spazia dall´analisi dei brevi contatti fra individui anonimi sulla strada, allo studio dei processi sociali globali, ai rapporti storici tra società differenti. Recentemente si è avuta una più forte integrazione della sociologia con le dinamiche antropologiche, dato il grande dinamismo di questa scienza, e un grande numero di operatori sul campo, che tendono ad analizzare più profondamente i legami dell´uomo con le strutture culturali e ambientali.
Uno dei grandi aspetti per comprendere l´importanza della sociologia è, per esempio, quello dell´analisi di come i modelli televisivi e quelli dell´urbanizzazione moderna tendano a incidere sugli stili di vita. Un classico esempio della cosiddetta sociologia delle società complesse è il fenomeno del pendolarismo. Intorno a grandi nuclei urbani sorgono spesso quartieri dormitorio, con anonime aree verdi, immancabili centri commerciali, pochi servizi, distanze siderali dal centro culturale; talvolta questi luoghi sono privi di collegamenti pubblici opportuni. E´ un fenomeno che si è andato a delineare dagli anni 70 ed ha portato grandi fasce della popolazione a diminuire la propria capacità reattiva agli stimoli culturali, determinando anche apatia, spossatezza, cattiva alimentazione, stress; esistono poi di fatto, anche grandi strati della popolazione per i quali l´accesso a un migliore piano esistenziale, di fatto è occluso da uno stile di vita che ruba il tempo. Si è passati dall´alienazione delle fabbriche, dove però forte era la coscienza di classe sociale, a un individualismo sterile e monocorde, ben corroborato da comode proposte televisive, che lungi dal voler necessariamente vedere la televisione come mezzo culturale e non come necessario svago, propongono modelli vacui o asserviscono la mente a modelli di consumo decisamente bassi. La mancata capacità, specialmente della società italiana, di proporre strumenti di coinvolgimento, formazione, progettazione urbanistica, tali da eliminare il gap esistente, sta orientando modelli di fruizione e aggregazione dove il centro commerciale diventa un´area di aggregazione giovanile (“c´è l´area condizionata in estate e si sta bene” è un frequente commento). Mancando invece alternative o il tempo per esse, si costruisce il disagio sociale, una visione stereotipata perfino del commercio (veicolo di cultura e scoperte), una cultura dell´alimentazione piegata alla logica dei fast food. Molti dietologi hanno osservato che queste basi sociologiche sono quelle che stanno fomentando una certa obesità giovanile e non solo. Lo stile di vita proposto da un certo pendolarismo (non tutto il pendolarismo si presenta in modo negativo) propone un modello di negazione, dove le proposte sociali attive e positive non arrivano, non colgono nel segno, perché uno stile di vita mediocre abbassa la capacità ricettiva delle persone, causando però malessere diffuso, devianze varie, attrito con nuovi gruppi sociali, che non di rado si stanziano in aree metropolitane secondo le varie nazionalità di provenienza. Una scarsa capacità dinamica e culturale tende a favorire uno sguardo dove l´altro è diverso, e per questo è turbativo, negativo. E´ importante citare come il Censis e il Ministero dei Trasporti abbiano avviato studi e ricerche, si veda per esempio il testo “Pendolari d´Italia. Scenari e strategie”.
Poi ci sono scelte di pendolarismo più marcato ai limiti di emigrazione interna del territorio: una sfida complicata. Un modo di vita più anglosassone che italiano. Una reazione alla crisi, alla domanda di mobilità. Né emigrazione povera, né pendolarismo d’élite: è la generazione dei trentenni che prova a ridisegnare il proprio futuro. Anche se, avverte Luigi Tronca, ricercatore di Sociologia all’università di Verona e autore del libro “Il capitale sociale degli italiani” (FrancoAngeli), “la mancanza di condivisione della quotidianità è un prezzo alto da pagare, le relazioni familiari sono fatte di momenti, di tempo vissuto insieme, è questo il nostro capitale sociale. E´ vero che il lavoro impone delle scelte, ma non è detto che siano le scelte giuste”. Forse. Infatti la meta è il ricongiungersi, riunire vite, case, giorni e settimane. Però, a sorpresa, tra queste coppie che corrono da un treno all’altro, prenotando biglietti low-cost e tariffe stracciate, prevale, tutto sommato, l’ottimismo. Di questo aspetto se ne è occupato nella sua attività di sociologo anche Roberto Pinotti, prima di declinare i suoi impegni in altre branche di studio.
L´applicazione di maggior interesse della sociologia in relazione alla salute psico-fisica sembra quindi essere correlata allo studio delle società complesse, alla desertificazione dei piccoli centri urbani, al disagio giovanile delle grandi metropoli ed a quello dei piccoli centri, dove i giovani hanno la sensazione di vivere lontano dai grandi centri vitali, dove tutto si genera e si muove, al ruolo non sempre positivo della televisione (ricordiamo lo storico saggio “Cattiva maestra televisione” di Karl Popper). Attraverso una breve analisi del pendolarismo a titolo di esempio, si può osservare come questo tema generi un´immediata convergenza multidisciplinare.
L´area di interesse che coinvolge maggiormente le applicazioni della sociologia è appunto quella delle cosiddette società complesse, relative al disagio giovanile, alla salute psico-fisica degli anziani e dei lavoratori. Tra gli studiosi che spiccano nella realtà italiana bisogna citare Giacomo Balzano, che in qualità di psicoanalista e ricercatore, si è occupato operativamente della conoscenza dei fenomeni che stanno alla base del disagio giovanile e non solo, che ovviamente ha radici estese, di cui il fenomeno del pendolarismo è solo un enzima, ma non secondario; citiamo per esempio il suo “Oltre il disagio giovanile. Strategie di prevenzione e recupero”. Ma c´è anche l´altra faccia della medaglia, il disagio degli anziani, proprio in virtù dei modelli proposti, che Ceriani Maria Grazia espone nel suo libro “Chiamatemi pure nonna. Il disagio del cambiamento di ruolo nella persona anziana”. In una società in cui imperversa il giovanilismo e il tempo della vita è scandito dagli orari frenetici del lavoro, sembra quasi che invecchiare sia un periodo da evitare, che divenire pensionati e nonni, anziché passaggio naturale e significativo dell´esistenza, si riduca solamente a perdita dei propri ritmi, stimoli e ruolo sociale. Maria Grazia Ceriani vuole confutare questa comune credenza, essendo convinta che in età avanzata sia ancora utile e possibile apprendere e apportare qualcosa di nuovo nelle relazioni umane e nella società. Pertanto, dopo un primo approccio teorico al processo di invecchiamento, l´autrice, in  qualità di consulente familiare nonché di nonna, dimostra che evitare lo svilimento dell´anziano si può, consentendogli per esempio di impegnarsi nel sociale e nella costruzione di un rapporto nonno-nipote di reciproco scambio e arricchimento (fondamentale anche per gli adolescenti).
Competenze sociologiche hanno i vari osservatori giovanili o sociali, comunali, oppure connessi alle varie attività dei ministeri, come per esempio il Ministero dell´Istruzione, che naturalmente si occupa delle dinamiche scolastiche. Questi vari enti hanno il compito di rilevare lo stato di salute del sociale.
Strumenti di tal fatta sono fondamentali, perché salute non è sopravvivere, ma vivere bene, quindi questa scienza e i settori di indagine che ne approcciano le tematiche, si rivelano essere argomentazioni ormai necessarie per una corretta pianificazione della salute dei cittadini.