La talassoterapia (termine che deriva dal greco, formato da thalassa = mare e thérapeia = cura) è una branca della talassologia, e potremmo letteralmente tradurla come “cura di mare”.
Questo trattamento è, infatti, originariamente basato sull´azione curativa non solo dell’acqua, ma di tutto il clima marino, anche se, come vedremo, viene spesso utilizzato in ambienti chiusi, per esempio come integrazione delle cure termali.
CENNI STORICI
Per quanto la talassoterapia come disciplina strutturata sia stata messa a punto soltanto nel corso dell’Ottocento, possiamo tranquillamente affermare che di fatto si tratta di una pratica millenaria. Infatti, nonostante la sua validità scientifica non sia stata tuttora dimostrata, questa disciplina può vantare innumerevoli testimonianze sui suoi benefici, disseminate nella letteratura di tutti i tempi.
Già agli Egizi era noto il potere terapeutico del mare. Non a caso, fu proprio in Egitto che l’ultimo grande tragediografo greco, Euripide, fu guarito da un’improvvisa malattia con dei bagni marini in modo tanto efficace da spingerlo a scrivere: “il mare guarisce le malattie degli uomini”.
Per i Greci l´acqua aveva un profondo valore simbolico-religioso (Talete, primo filosofo occidentale della storia, la considera elemento divino, origine dell´Universo), come testimonia la scelta di costruire numerosi luoghi sacri presso sorgenti o vicino al mare.
Da Erodoto a, ovviamente, Ippocrate, passando perfino per il padre dei commediografi Aristofane, moltissimi sono i grandi autori greci che celebrano le qualità terapeutiche dell’acqua.
Per rendersi conto, invece, di quanto i Romani amassero i bagni marini basterebbe leggersi le pagine di Seneca, Svetonio o Cicerone, vero cultore quest’ultimo anche dei “bagni di sole” (nella storia alla talassoterapia è sempre stata legata, per ovvi motivi, l’elioterapia, cioè la cura con la luce del sole).
E´ risaputo come i Romani fondassero gran parte della loro cultura del benessere sulle virtù curative dell’acqua. Non possiamo non ricordare come tale tendenza divenne talmente diffusa da diventare quello che oggi chiameremmo uno status symbol, influenzando addirittura anche l´architettura.  Nella costruzione di ogni villa urbana era infatti prevista  la presenza di veri e propri impianti termali privati, con le famose stanze calidarium, frigidarium e tepidarium (cioè la stanza per il bagno caldo, per il bagno freddo e quella di passaggio fra le due).
La situazione cambiò con l’avvento del Cristianesimo. Nonostante nella Bibbia e nel Vangelo l´acqua sia simbolo sacro di vita e purificazione, la rigorosa negazione del corpo della Chiesa dei primi secoli, reazione antitetica alla deriva sensuale della cultura greco- romana, ebbe forti ripercussioni sulle pratiche che potremmo definire pre-talassoterapeutiche, come le cure termali, perché ovviamente implicavano l’esposizione del corpo. Nel Medioevo, periodo in cui la cultura cristiana dominava unitariamente l’Europa, si sviluppò addirittura una sorta di ripugnanza per il mare, anche se il grande Avicenna, maestro della sintesi culturale, nelle sue opere sottolinea gli effetti benefici dei bagni marini.
Possiamo affermare che la talassoterapia nel senso moderno del termine nasca nel 1753 con l’opera di Charles Russell “The use of water”, in cui troviamo lo slogan probabilmente definitivo di questa disciplina: “”bisogna bere l´acqua di mare, farvi il bagno, mangiare tutte cose marine nelle quali è concentrata la virtù del mare”. Nell’Ottocento, sulla scorta della riscoperta neoclassica degli insegnamenti greco-romani, assistiamo ad un notevole sviluppo della rinata terapia in tutta Europa, soprattutto in Francia. Non a caso è proprio Oltralpe che nel 1865 nasce ufficialmente il termine “talassoterapia”, grazie al Dr. De La Bonnardière, ed è sempre in territorio francese che viene fondato nel 1889 il primo centro di talassoterapia a Roscoff,  Ma più di tutto, fondamentale è la pubblicazione nel 1904 dell’opera medica “L´eau de mer, milien organique”del famoso biologo francese Quinton in cui ritroviamo un altro assioma per i fautori di questa terapia: “tutti gli organismi provengono da una cellula e questa cellula è di origine marina”. Quinton ebbe il pregio di rendere oggettivamente riscontrabili le antiche intuizioni sui benefici delle cure di mare, presentando in conferenze mediche internazionali i risultati delle sue ricerche sul cosiddetto “plasma di Quinton”, una soluzione marina simile al plasma sanguigno, utilizzato come bevanda, o iniettato sotto cute,  come reidratante nelle gastroenteriti dei neonati, e tutt’oggi considerato utile nella cura di dermatiti, psoriasi, allergie alimentari, riniti e sinusiti, osteoporosi, dolori reumatici, astenia e sindromi depressive.
 In Italia la prima testimonianza ufficiale ricollegabile alla talassoterapia è il “Regolamento per il buon servizio e il buon ordine dei bagni di mare”, del Governo Toscano nel 1822, anche se bisogna aspettare il 1901 per veder costruito a Viareggio il primo “ospizio marino”.
Una interessante curiosità va ricordata nella diffusione di questa disciplina nel Novecento, riguardante Louison Boubet, campione di ciclismo e idolo dei francesi nel dopoguerra. In seguito ad un tremendo incidente automobilistico, di cui rimase vittima assieme al fratello nel 1961,  Boubet rimase profondamente colpito dagli effetti benefici ottenuti in una cura marina nello storico stabilimento di Roscoff, da lui così testimoniati: “i risultati sul mio organismo furono così netti, così spettacolari che, rimessomi in piedi, restai affascinato dalle virtù dell’acqua di mare…”. Il campione fu talmente impressionato dalla sua guarigione da dedicarsi completamente alla ricerca in questo campo fino a fondare nel 1964 il primo istituto moderno di talassoterapia a Quiberon.
Tra tutte le strutture che ormai in tutto il mondo utilizzano questa pratica, ricordiamo l´Istituto di Medicina Riabilitativa di Mosca e il “Centro Nacional de Termalismo” dell´Avana a Cuba.
SCUOLE DI FORMAZIONE, UNIVERSITA´ E CORSI DI AGGIORNAMENTO
Considerato il continuo proporsi di corsi di aggiornamento, ci limitiamo a consigliare i riferimenti accademici del Centro di Ricerche in Talassoterapia dell´Università degli studi di Milano, diretto dal Prof. Umberto Solimene, e i recenti Master alla Università di Pisa, sotto la direzione del Dr. Fabio Monzani.
 
PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, la Francia è senza dubbio il paese dove fioriscono i più antichi e prestigiosi centri di talassoterapia, specialmente in Costa Azzurra (con tracce evidenti anche nei paesi del Nord Africa che hanno subito l´influsso francese, come la Tunisia che ha in Djerba una delle mete più frequentate per le cure di questo genere).
Ma il clima equilibrato della nostra penisola e la particolare qualità della sabbia delle nostre spiagge hanno creato le condizioni favorevoli per lo sviluppo di numerosi centri anche nel nostro paese.
Tra le località più ricercate Alassio in Liguria, Grado, Lignano Sabbiadoro in Friuli e Sardara in Sardegna.
Per quanto la scienza non abbia mai del tutto riconosciuto i numerosi benefici proclamati dai fautori della talassoterapia, possiamo senza dubbio affermare che i trattamenti proposti hanno incontrato il gradimento della popolazione e registrato un netto influsso positivo su disturbi come il rachitismo, i reumatismi o i problemi respiratori.
TRATTATO DESCRITTIVO
Come abbiamo già accennato, la talassoterapia  si pratica in strutture chiuse in prossimità del mare, utilizzando le proprietà benefiche di tutti gli elementi dell’ambiente marino, dunque non solo acqua, ma ad esempio anche le alghe, la sabbia e i fanghi. Potrebbe sembrare un paradosso ricreare l´ambiente marino artificialmente a pochi passi dal mare vero e proprio, ma la ragione è chiaramente nella possibilità di regolare il dosaggio degli elementi in ogni singolo trattamento, in primo luogo a livello termico.  Tecnicamente potremmo riassumere per vie generali le dinamiche curative in questo modo: muovendosi nell’acqua marina non solo si esercita una pressione sul corpo che tonifica la pelle ed aiuta la circolazione (principio affine alla kinesiterapia), ma si facilita anche la dilatazione dei pori della pelle e il passaggio degli oligoelementi (sostanze chimiche molto presenti nell’acqua) che riequilibrano il sistema sanguigno. In una fase successiva vengono spesso effettuate applicazioni con alghe di mare, ricchissime non solo di oligoelementi ma anche di iodio, magnesio, calcio, potassio, manganese, ferro, alluminio, nichel, rame, zolfo, fosforo, zinco, cobalto, elementi  che conferiscono le ben note proprietà antivirali, antibiotiche, antimicotiche, immunostimolanti.  Si potrebbe dire che l´ambiente marino crea nell´atmosfera una sorta di aereosol naturale.
Associata all’elioterapia e alla cosidetta psammatoterapia (cioè la cura con le sabbiature), la talassoterapia offre un ventaglio molto ampio di benefici, al di là della evidente gradevolezza dei trattamenti. Descrivendo brevemente queste terapie, che potremmo definire simbiotiche e complementari, ne evidenziamo di seguito i diversi effetti. L´elioterapia apporta benefici soprattutto a livello neuroendocrino, oltre che, come intuibile, per tutto ciò che riguarda i problemi cutanei.
Si sono riscontrati anche benefici a livello cardiocircolatorio e respiratorio, e come cura, quasi proverbiale, dell´artrosi e del rachitismo infantile.
La psammatoterapia, di cui ora non forniamo i dettagli tecnici, agisce a diversi livelli, a seconda delle qualità chimiche e minerali dei diversi tipi di sabbia utilizzate. I principali benefici sono
stati riscontrati nella cura dei reumatismi, della osteoartrosi e di problematiche affini.
Una variante delle tecniche tradizionali è la balneoterapia, in cui viene utilizzata acqua marina ad una temperatura superiore ai  ai 30 °C, spesso consigliata prima delle sabbiature, molto indicata per i suoi effetti estetici (il sale e l´acqua calda donano alla pelle un effetto di levigatura) ma con risultati apprezzabili anche per la salute, specialmente per chi soffre problemi di cattiva circolazione.